Mio fratello rincorre i dinosauri, Giacomo Mazzariol

Come Il gatto che voleva salvare i libri, anche Mio fratello rincorre i dinosauri, dopo essere rimasto in wishlist per un tempo sconsiderato, è arrivato come regalo di Natale.

Era da tanto che desideravo leggerlo e, proprio leggerlo, è stato un tuffo al cuore. Ho trovato esattamente ciò che mi aspettavo.


Insomma, è la storia di Giovanni, questa.

Giovanni che va a prendere il gelato.
- Cono o coppetta?
- Cono!
- Ma se il cono non lo mangi.
- E allora? Neanche la coppetta la mangio!


Il libro è raccontato dal punto di vista di Giacomo, autore nonché fratello di Giovanni, bambino che più speciale di così non si può.

Giacomo, quando i genitori gli dicono di aspettare un fratellino, ha già all'attivo due sorelle maggiori e l'idea di avere un fratello lo esalta tantissimo, lo fa sentire grande, lo fa sentire meno solo in una famiglia composta prevalentemente da femmine.

Arriva il momento in cui i genitori annunciano ai figli che Giovanni non sarà un bambino come gli altri e, ancora incapaci di spiegar loro la sindrome di down, dicono che Giovanni sarà un supereroe con tanto di superpoteri.

Allora Giacomo, cinque anni, si aspetta un super-fratello con la superforza, o magari la supervelocità o con qualsiasi altra cosa, purché sia super.

Giacomo poi cresce e capisce. Ciò che rende diverso (parola che odio) Giovanni è la presenza di quel cromosoma in più e Giacomo si rende conto che non c'è alcuna superforza o supervelocità...

Alle scuole medie Giacomo vive un momento difficile: quello della non-accettazione e tale stato se lo porta anche durante i primi tempi di liceo. Prova quei sentimenti come la vergogna e l'imbarazzo che necessitano di un enorme grado di maturazione prima di diventare orgoglio e felicità. Non si può biasimare il Giacomo adolescente per la sua incapacità di accettare Giovanni nella sua vita, per la sua paura di venir giudicato, preso di mira... Dietro al suo proteggersi dal mondo c'è anche un proteggere Giovanni dal mondo: un mondo fatto di prese in giro, di cattiveria, di superiorità dettata da chi è più bravo degli altri nel fare un qualcosa.


Nella vita ci sono cose che si possono governare, altre che bisogna prendere come vengono.
È talmente più grande di noi, la vita.


Poi però la maturazione di Giacomo arriva, eh! Non dubitatene. E arriva la consapevolezza che ogni attimo vissuto con Giovanni è un qualcosa di prezioso, di unico, di magico, per quanto sfiancante talvolta può essere. Giovanni è un bambino che la vita la vive al massimo: se è felice urla a più non posso, se gli vien detto di correre sarebbe capace di farsi la maratona di New York...

Il libro è scritto da una mano giovane e si sente (anche troppo). Ma credo proprio che, in questo caso, della forma chi se ne frega, andiamo alla sostanza. È ciò che il libro vuole raccontare la cosa importante, non l'utilizzo di un certo tipo di lessico o una data costruzione sintattica.

E a me questo libro ha dato tanto, mi sono sentita coccolata, come avvolta da una calda coperta in una fredda giornata invernale e la frase con cui chiudo questa recensione credo che dovrebbe ricoprire ogni muro delle città...


L'unica cosa che si può sempre scegliere è amare, amare senza condizioni

Elle

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