Diario di Blog #3 - Intervista a Bianca Marconero

Buongiorno a tutti! Oggi un post assolutamente diverso dal solito: un'intervista ad un'autrice che, oltre ad essere tra le mie preferite in assoluto, considero amica.

Mi sono divertita molto a studiare le domande da fare e a leggerne le risposte. Mi sa proprio che è un'esperienza che replicherò di nuovo in futuro!

Ma bando alle ciance! A voi l'intervista :)



Ciao Bianca! Questa non è sicuramente la prima intervista per te ma, come ben sai, lo è per me! Quindi parto col dirti grazie, davvero, col scusarmi per le domande e ora ti consegno volentieri le forbici per tagliare il nastro! 

Sono felicissima di chiacchierare con te. Passami pure le forbici.

Arriva oggi in libreria il tuo ultimo libro Non è detto che mi manchi. Cosa dobbiamo aspettarci da quest’ultima fatica? 

Una storia molto sentimentale, raccontata attraverso il doppio punto di vista dei protagonisti, ambientata a Milano. Una vicenda a cui ho delegato la mia personale visione della celebrità, del mondo V.I.P. e del jet set. Quindi un libro sulla differenza tra essere e apparire.

Leggendo qua e là sul web, dici che ne La prima cosa bella c’è tanto di te. Dante Berlinghieri è Bianca Marconero. Ne L’ultima notte al mondo conosciamo il tuo lato più romantico, l’amore per la musica - Tiziano Ferro in particolare, e, come per La prima cosa bella c’è una bella dose di mondo nerd. Ne Un altro giorno ancora riversi invece uno dei tuoi amori più importanti: quello per l’equitazione. Cosa ci sarà di te in Non è detto che mi manchi

Avrai sentito, immagino, quella massima secondo cui una persona dovrebbe scrivere di ciò che conosce. Ecco, fermo restando che, se scrivi, ti capita (per variare lo scenario o per i particolari risvolti di una trama), di dover simulare una competenza che non hai, è chiaro che non puoi fingere per un libro intero. Il libro deve muoversi in un contesto che è noto all'autore, parlare di cose che l'autore conosce. Altrimenti è uno scenario di carta velina e, fermo restando che un libro resta, di base, una bugia raccontata bene, se tu non sai i dettagli di quella bugia non riuscirai a "imbrogliare" i lettori. E credo che la narrativa sia l'unico ambito in cui, se non li imbrogli, non sono soddisfatti del tuo lavoro. 

Quindi cosa c'è di mio? È presto detto: dal 2008 al 2012 sono stata coinvolta in un progetto editoriale che mi ha dato grandissime soddisfazioni. Preparavo i contenuti per alcuni magazine destinati a bambini e adolescenti. Ho lavorato su brand importantissimi e popolari (Hello Kitty ma anche Cicciobello e il Trenino Thomas). L'esperienza con i magazine per me è stata bellissima e ricca. Soprattutto quelli che mi imponevano di seguire i fenomeni più popolari tra i giovani e di parlarne in un modo che fosse giusto per l'argomento e il target. La vicenda raccontata in Non è detto che mi manchi si svolge in un palazzo di proprietà di un gruppo editoriale. Una delle redazioni maggiormente coinvolte nella storia è quella di Lollipop, una magazine per ragazzine. Il personaggio di Alice, copywriter riluttante, parte da uno spunto autobiografico. Così come per L'ultima notte al mondo, dove Marco era operatore di ripresa in una rete privata, un mestiere che ho fatto anche io, per tre anni.

Ora comincio un po’ a divertirmi… Cosa fa Bianca Marconero quando non scrive? 

Può sembrare una battuta, ma credimi che se hai un lavoro, figli, un marito che esercita la libera professione e ti considera il suo jolly, impari a scrivere anche senza biro. Le storie sono lì, in una parte della testa, in pausa, quando devi portare i figli a calcio o devi coprire delle ore nell'attività di famiglia, o devi rileggere un comunicato stampa per dare un feedback, ma pronte a essere evocate, appena sei da solo.

Cosa ne pensi di quelle autrici che si arrabbiano e talvolta deridono chi lascia loro recensioni negative? Che rapporto hai tu con i giudizi sui tuoi lavori? 

Potrei dirti che le biasimo, mi dissocio oppure invocare la mia irreprensibile condotta in merito, a riprova che la cosa non mi riguarda. Ma sarebbe molto ipocrita. Io non mi sognerei mai di biasimare un autore che non accetta una critica, perché, vedi, secondo me non accettarla è un suo diritto nello stesso modo in cui muovere la critica è un diritto del lettore.

Quando si parla di creativi, si dà per scontato che chi produce un'opera di ingegno debba "saper accettare le critiche". È l'unico ambito in cui tutti concordano nel dire che il bravo autore è umile, non si ribella, non protesta, accetta e ringrazia. È come se si negasse al "bravo autore" ogni consapevolezza professionale. Il Know How del suo mestiere. Come se si presupponesse che chiunque ne potrebbe sapere più di lui. Credo ci sia un difetto di fondo in questo ragionamento. Comunque io non mi lamento mai proprio per poter dire, senza tema di smentita, che non mi lamento mai.

Io ho un mio pensiero un po’ critico nei confronti delle autrici italiane che utilizzano pseudonimi americani. Qual è il tuo pensiero a riguardo? 

Allora, prima di tutto, voglio sapere il tuo giudizio critico, perché la cosa mi incuriosisce. Ma ti anticipo che per quanto a gusto personale, non mi piaccia, ma da un punto di vista commerciale si tratta di una modo per aggirare l'esterofilia, cavalcandola. Non è facile scrivere narrativa di genere, non è facile essere donne che scrivono, non è facile essere italiane che portano avanti, come una fede, ambientazioni italiane e personaggi italiani. Perché se dovessi basarmi su quello che i lettori amano o su quello che vende e va in classifica, firmerei i miei libri con uno pseudonimo tipo Maggie Sherwood, i miei protagonisti si chiamerebbero Sheilah e Kayran e ambienterei le mie storie in un ranch del Texas dove, per inciso, non sono mai stata.

Che rapporto hai con i tuoi lettori? 

Io devo tutto ai lettori. Se in cinque anni mi sono spostata rispetto al punto di partenza, e ora ho un nuovo punto di partenza, è stato solo perché qualcuno ha detto “leggo lei”, e se consideri la marea di proposte blasonate che si trovano in libreria essere scelti è una circostanza miracolosa.

Se tu dovessi scegliere uno, e soltanto uno, dei tuoi personaggi da salvare, chi terresti con te? Chi dovrebbe sacrificarsi? 

Marco Cinquedraghi. Lui non si tocca, starà con me fino alla fine. Chi sacrifico? Dante Belinghieri, ovviamente che è un po' come immolarsi per salvare tutti.

So che vivi molto nel mondo nerd. Se dovessi paragonare i tuoi personaggi ai supereroi chi sarebbe Capitan America? Chi la Vedova? Chi Iron Man? Chi Hulk? Chi diventerebbe il miglior amico di Harry Potter? Chi si terrebbe l’Anello tutto per sé?

Oh ma che bella domanda! Allora Capitan America è Andrea Serpieri, stoico, granitico e vagamente d'antan. La Vedova Nera è Samira di Albion, per lei mi sono proprio ispirata alle origini del personaggio Marvel. Iron Man forse è Alessandro Francalanza Visconti di Non è detto che mi manchi. Hulk è Marco Cinquedraghi, perché ha due facce, alla Jekyll e Hyde . Harry Potter sarebbe una buona compagnia per Erek Greystone di Albion, ma solo perché lui con i maghi va d'accordo. L'anello lo terrebbe Deacon Emrys, che è l'alter ego di Mago Merlino nella saga Albion, o perlomeno sarebbe tentato.

Tra i tuoi personaggi chi: 

Si rifiuterebbe di rispondere ad un’intervista?

Dante Berlinghieri. Ah no. Ha appena cambiato idea.

Si rifiuterebbe di ascoltare tutta la discografia di Tiziano Ferro? 

Marco Bertani, ma solo per non rivangare il momento doloroso in cui il suo grande amore guardava Amsterdam e non le importava della pioggia che cadeva.

Si taglierebbe un braccio piuttosto di passare un pomeriggio in un centro commerciale? 

Ancora Marco Bertani. Non lo potrei mai convincere.

Non indosserebbe gli stessi abiti per due giorni consecutivi? 

Andrea Serpieri.

Passerebbe tutta la giornata sui libri?

Helena Gomez, di Albion.

Hai la possibilità di vedere sul grande schermo soltanto uno dei tuoi libri. Quale scegli? Perché?

Albion, senza dubbio alcuno.

Domandina particolare… E se ti dicessi My Dirty Guardian..? 

Ti direi che ha cambiato titolo, ma che è uno dei progetti su cui lavorerò nel 2019. Sto scadenziando tutto con un rigore degno di un ragioniere.

Ultima domanda di rito: cosa succederà dopo Non è detto che mi manchi?

Per quello che riguarda la stesura di testi inediti, come ti dicevo ho fatto una specie di tabella di marcia in cui mi sono data l'obiettivo di completare e rifinire alcuni progetti entro la fine dell'anno, e altri progetti li ho spostati al 2019. Per quello che riguarda la pubblicazione, ho una sola certezza: la pubblicazione con Newton Compton, entro febbraio 2019, di un new adult a tinte molto molto forti, una storia esplicita, ai confini con l'erotico. Il titolo per il momento è "Il maledetto per sempre". Poi vedremo come va. E, se ci pensi, non sapere come continua la storia è quello che ci spinge ad andare avanti. Sempre.

Grazie mille, Bianca!

Grazie, Elle!


Elle

4 commenti:

  1. Domande favolose e risposte altrettanto favolose! Complimenti! :)

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  2. Davvero una bella intervista con domande che non banali che mi hanno davvero incuriosito! Brave (sia chi scrive sia chi risponde)!

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