House of pain, Naike Ror

C'era una volta una ragazza cresciuta troppo in fretta. Una ragazza che non ha mai provato la bellezze dell'essere bambina. Una ragazza che di ricordi felici della propria infanzia non ne porta.


Tu hai imparato che gli uomini possono fare male alle bambine, ma gli uomini non sono tutti così. Non sono tutti pericolosi e non hanno tutti delle cattive intenzioni.


Questa ragazza, che chiameremo Hanna, è diventata una donna, come si suol dire, con le palle (percepite la mia discendenza francese?). Ha un figlio che ama alla follia, ogni singolo giorno della sua vita lo vive per lui, per tenerlo con sé, per offrirgli quella vita felice e serena che lei non ha potuto vivere. Hanna studia all'università, sogna un lavoro stabile, una vita passata, non dico nell'invisibilità, ma nemmeno troppo esposta alla luce del sole.


Non trovi strano che tutti abbiano capito che mi piaci tranne te?


C'era una volta un ragazzo all'apparenza il solito cretino tutto belle feste-belle ragazze-bella vita. Molto intelligente, con un punto debole chiamato misfondoditortesesonoindifficoltà. Studia anche lui all'università ed è presidente di una confraternita, no, che dico, della confraternita di punta dell'università.

Come dicevo, sembra il classico ragazzo superficiale, senza nulla da dire, con una sola cosa in testa. In realtà, oltre questa apparenza banale e già vista e rivista nei romance, c'è un ragazzo, lasciatemelo dire, d'oro. Uno di quelli che quando si innamora perdutamente di una ragazza, fa di tutto per renderla felice, per renderle la vita più semplice. Anche a costo di venire a sua volta ferito. Mette lei davanti a tutto, persino al suo benessere.


Ognuno aveva dei difetti e conoscerci serviva proprio a svelarli


C'era una volta una scrittrice, tale Naike Ror, che di libri ne avrà fatto... due? ...tre? Sì, vi sto trollando allegramente. Anche perché se seguite il mio blog saprete già che io, tale Naike Ror, la amo follemente. Dicevo.


C'era una volta una scrittrice, che ha preso le vite di questi due personaggi e le ha intrecciate, facendole prima incontrare vagamente, poco alla volta, per poi stringerle saldamente, annodarle con fermezza, per poi, come ogni romance vuole, sciogliere ogni nodo e separarli. Ma si sa, così come i nodi si districano, si possono di nuovo ingarbugliare. 


Giuro che farei di tutto per sentirti ridere così più spesso.


C'era una volta un libro, intitolato House of pain, con la capacità di trasportare il lettore dall'altra parte dell'oceano. Si arriva ai tempi del collage, in quel momento della vita in cui, più che mai, siamo incerti sul nostro futuro. Cosa ne sarà di noi? Proseguiamo gli studi? Proviamo ad affrontare la vita? 

Le relazioni poi, neanche a parlarne. Ci si alterna tra quella voglia di sperimentare, provare il più possibile, e il sogno di stabilità, la ricerca di un nido, un posto da chiamare casa.

C'era una volta una lettrice, e sì, sto parlando di me. Una lettrice che continua ad ingurgitare i libri della Ror come fossero pop corn davanti ad un film con Chris Evans. Te lo godi tutto, centimetro per centimetro, non te ne perdi un particolare, nemmeno per scherzo. Sto parlando del libro, chiaramente. Vabbé, anche di Chris Evans.

Infine, c'era una volta una blogger, anche se non mi piace definirmi tale, che consiglia questo libro così come qualsiasi cosa uscita dalla testa di Naike Ror. Se l'autrice volesse mandarmi anche la lista della spesa o delle cose da fare mensilmente, sono disposta alla lettura anche di quei fogli volanti.


Io non sono gli altri, tu non sei le altre. Se hai una paura devi solo raccontarmela: non riderò di te, al contrario ne rideremo sempre insieme, cancelleremo tante cose insieme, se lo vorrai. Rispetterò sempre i tuoi tempi perché anche io avrò i miei e sono certo che tu farai lo stesso. Nessuno dei due è perfetto, ma chi se ne frega, Hanna. Dobbiamo essere perfetti per stare insieme e non per gli altri.

Elle

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