Ve l’avevo promesso (o minacciato) che avrei subito preso in mano il secondo volume della serie e ora eccomi qui, a distanza di pochissimi giorni, a parlarvene.
Come sempre, quando il libro fa parte di una serie, vi avviso che potrebbero esserci SPOILER.
Avevamo lasciato Chiara e Cesare che, finalmente, si erano messi insieme. Finalmente, dopo tante peripezie, Cesare ha fatto entrare Chiara nella sua vita, ha fatto entrare, nell’intrico di rovi che ha attorno al cuore, quel raggio di luce che ha permesso a una rosa di sbocciare. Ma quando un ragazzo è un “cattivo ragazzo” ha la possibilità di redimersi? Di diventare un bravo ragazzo?
Lo odio. Odio essere innamorata di Cesare. Odio l’amore.
Chiara non ha passato il test d’ingresso per entrare alla facoltà di veterinaria. Nel frattempo si è iscritta a biologia e ha iniziato a dare gli esami comuni alle due facoltà in modo da poterci riprovare senza dover perdere un anno accademico. L’anno adesso è passato ed è di nuovo in procinto di dover rifare il test. Ormai la sua storia con Cesare è rodata e praticamente è come se vivessero insieme. È un anno che sono fidanzati e Cesare si è tatuato ben 12 rose tra i rovi del suo tatuaggio, una per ogni mese passato insieme. Ma Cesare non ce la fa a farla studiare, appena la vede con il libro in mano, ecco che inizia a baciarla e a distrarla. Se poi ci aggiungiamo che, ultimamente, il suo Cesare è sempre nervoso a causa dei problemi famigliari, l’attenzione di Chiara non è sicuramente focalizzata sullo studio.
“Non dirmi così, non dirmi che potrebbe accadere che non mi ami più. Non dirmi che mi vedresti come mi vedono gli altri. Ti prego.”
Proprio in uno di quei momenti che avrebbe dovuto dedicare allo studio ma che invece dedicano
ad altro (chissà poi cosa…), Chiara si accorge che tra i tatuaggi sul petto di Cesare ci sono dei lividi.
E quando chiede spiegazioni, Cesare si chiude in sé, ancor più del solito. Se Chiara aveva già dei
piccoli dubbi sull’andamento della loro relazione (dubbi che ha sempre accantonato facilmente),
ecco che questo suo modo di fare, la impensierisce ancora di più. E cosa fare per scoprire cosa
nasconde il suo cattivo ragazzo?
Chiara decide di pedinarlo. È così che, in piena notte, si ritrova in
giro per Roma con il suo Scarabeo, ad inseguire il suo ragazzo che fa incontri di boxe clandestini a
mani nude. Per lui è sicuramente un modo per sfogare la rabbia repressa, ma da cosa deriva
questa rabbia? È questo che Chiara vuole scoprire e per farlo ha solo un modo: parlare con chi è
arrabbiato come e quanto Cesare, cioè Riccardo.
Le coppie normali si supportano, invece sembra che noi ci divertiamo a intralciarci a vicenda.
Riccardo è il ragazzo con cui Cesare avrebbe dovuto battersi la notte che Chiara lo ha pedinato e ha interrotto il match. Riccardo è come un lupo solitario. Un lupo ferito che non lascia avvicinare nessuno, che digrigna i denti appena qualcuno gli si avvicina. Ma in lui Chiara riesce a vedere il Cesare ferito dei vecchi tempi, quelli prima che lei entrasse in scena, quelli prima che lei riuscisse in qualche modo a medicare le sue ferite. E cosa succede quando Chiara inizia ad uscire con lui per carpirgli informazioni?
“L’amore ti rimane dentro, e per quanto tu voglia scavare per tirartelo fuori, è sempre troppo in profondità.”
Se con la fine de Il cattivo ragazzo che voglio noi lettrici pensavamo che la storia tra Chiara e
Cesare si fosse sistemata, ecco che Giulia Besa ci ribalta tutte le carte e le mischia per farci fare
nuovi giri su quell’ottovolante che è la loro relazione. Voi non potete immaginare quante volte
avrei voluto prendere a testate sul naso quel rimbecillito di Cesare, che invece di affrontare i
problemi da persona adulta, nasconde la testa sotto la sabbia.
E vogliamo parlare di quante volte avrei voluto prendere per le spalle e smuovere Chiara? Penso che la tentazione
fosse di almeno due volte a capitolo. Io capisco che lei volesse solo provare a capire costa spinge
Cesare a battersi sotto i ponti di Roma, ma perché farsi e fargli male?
Perché voler camminare sul
filo del rasoio con il rischio di farsi davvero male?
Non sto nemmeno a dirvi che anche questo libro è stato letteralmente divorato. La narrazione è
talmente scorrevole che arrivi alla fine e ti domandi come hai fatto a macinare quasi trecento
pagine in così poco tempo. Ma (eh sì, anche stavolta c’è un ma!) mi sarebbe piaciuto che nel punto
cruciale del romanzo, quello in cui finalmente Cesare racconta la sua storia, racconta a Chiara
perché si comporta così, fosse più approfondito. Si è affrontato l’argomento in modo superficiale
e, invece, io avrei preferito star male per Cesare, capire davvero cosa fosse successo, ascoltare le sue
motivazioni, piangere per lui.
Se ami una persona lotti per lei.
E poi arriviamo al capitolo extra. Cara Giulia, dimmi un po’, quando pensi di far uscire il prossimo libro? Ti prego, ti supplico, non fami aspettare troppo…
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