Sì, lo ammetto! Sto cercando un’altra spacciatrice di titoli. Per questo motivo quando Laura Nottari ha pubblicato la foto di questo libro non mi sono fermata a pensare. Sono andata sul mio Kindle e l’ho scaricato (grazie Unlimited!). Avrò trovato un’altra che spaccia roba buona o avrò fatto un buco nell’acqua?
“Non credete che vi mancherebbe a
lungo andare? Una famiglia, intendo.”
“Perché una donna ha come unico scopo
quello di generare eredi e di prendersi carico di un uomo?”
Minerve Watherhorse ha ventitré anni ed è quasi fuori
età da marito. Per la sua epoca è una donna troppo indipendente. Lavora, ha uno
stipendio e non ha nessuna intenzione di sposarsi. Non smania di accasarsi.
Anzi. Pensa che, se dovesse sposarsi, prederebbe il suo status di “donna
libera”. Adora il suo lavoro di progettazione e realizzazione di automi. La sua
testa è fatta, come dice il suo amico Nicolas, di ruote dentate e bulloni e
appena vede qualcosa di meccanico, riesce a vedere con la sua immaginazione
come funziona il meccanismo. L’alta società che frequenta la guarda con scetticismo.
Lei non ama gli abiti con il corsetto che la madre la obbliga a indossare. Non
è una donna timida, riservata, che arrossisce per uno sguardo. Lei ama parlare
del suo lavoro, stare in compagnia del suo amico Nicolas e lavorare nel suo
laboratorio e, per questa opportunità, ringrazia infinitamente il Signor
Holmberg.
“Minerve, ti piace che
tutto sia
perfettamente in ordine,
come
decidi tu. Quell’ordine preciso esiste solo nella tua testa.”
[…]
“Viti, rotelle e ingranaggi stanno dentro i tuoi automi, non nelle persone. Non dentro di me.”
Lennart Holmberg è l’inventore che ha
progettato quelle macchine che sono state in grado di far vincere la guerra al
proprio Paese. È un uomo estremamente intelligente, prestante e molto freddo.
Sta progettando delle navi in grado di volare e tiene in molta considerazione
Minerve e il suo lavoro. Al suo opposto c’è Lord Nicolas Stanford. Amico fin
dall’infanzia di Minerve, sono cresciuti insieme e hanno condiviso la loro vita
e la loro mancanza di interesse verso il matrimonio. Nicolas è un uomo
spensierato che non lavora nel vero senso della parola. Il suo lavoro è gestire
il patrimonio di famiglia, anche se ciò non è di suo interesse.
Sia Holmberg che Nicolas hanno delle mire su Minerve.
Entrambi la vorrebbero al proprio fianco. Entrambi la amano, anche se in modo
diverso. Eppure Minerve, anche se prova dell’attrazione nei loro confronti, non
si accorge di queste attenzioni. Non riesce a credere alle loro lusinghe. Non
riesce a vedersi con i loro occhi. Non riesce ad accettare il loro interesse.
Ma la sua libertà ha i giorni contati. Purtroppo le
apparenze, in quel mondo, sono tutto. E quando queste crollano, a Minerve non
resta altro da fare che fare una scelta. Una scelta che spezzerà il cuore di
uno dei due uomini a lei più cari.
Proprio io tra tutti non avevo
pensato al fatto che la natura umana costruisse gioghi da cui poi facesse di
tutto per fuggire. Niente era solo bianco o nero, l’avevo imparato, eppure…
Ho iniziato Minerve senza grandi aspettative. Mi ci
sono buttata senza pensare a che tipo di libro avessi tra le mani e, fin da
subito, mi sono lasciata trasportare dalla narrazione. Una narrazione
coinvolgente, che ti cattura fin dalle prime parole. Solo nella seconda metà si lascia un
po’ andare. Scende un po’ l’attenzione, cala un po’ la tensione che si
respirava molto nella prima parte del libro e si chiude con un finale forse un
po’ frettoloso. Un po’ sottotono rispetto a quanto mi sarei aspettata. Forse
perché sono rimasta con la sensazione che avrei voluto sapere di più dei
protagonisti. Avrei voluto leggerne ancora.
Minerve mi è piaciuta fin dall’inizio. È una donna avanti per
l’epoca. È una femminista convinta e, fortunatamente, ha trovato nel padre e in
Holmberg degli alleati. Uomini che non si sono fermati alle formalità ma che
sono andati oltre. Che hanno saputo cogliere la sua intelligenza e la sua
voglia di vivere alle proprie condizioni. È una donna estremamente aperta che
non si lascia sopraffare dalle emozioni. Non è schizzinosa, non ha paura di
nulla (o quasi) e, in ciò che crede giusto, mette tutta sé stessa. Nonostante
sia di un’epoca diversa dalla nostra, ci si può identificare in lei fin da
subito. Ci si può rivedere nei suoi atteggiamenti, nei suoi pensieri e in ciò
che prova.
Mi è piaciuto molto anche Lennart. Un uomo che all’apparenza
è una corazza di ferro. Imperturbabile. Che non si lascia sopraffare dai
sentimenti. Ma che con i suoi modi pacati, a volte eccessivamente freddi,
riesce a mettere a proprio agio la giovane Minerve, a farle capire ciò che per
lui è importante. Riesce a farle capire che il suo cuore non è fatto di
ingranaggi, ma è un cuore pulsante di sentimenti ed emozioni che non deve
sottovalutare.
E Nicolas? Eh! Io per lui ho un debole. Nicolas è un uomo che
all’apparenza è spensierato ma che sa benissimo che il suo lignaggio non gli
permette di fare della propria vita ciò che vuole. Anche se il suo cuore
vorrebbe Minerve al suo fianco, la sua mente lo sa che Minerve non è la donna
adatta al ruolo. Ma non per questo vuole rinunciare a lei.
Vogliamo parlare poi della tensione che si respira quando i
tre sono vicini? Uh! Quella c’è e la si respira dall’inizio alla fine del
libro. È una costante che ti accompagna e che ti incita ad andare avanti. Che ti
insinua quel tarlo nella testa che non ti lascia più e che ti convince a
leggere capitolo dopo capitolo per scoprire come va a finire.
“Come può sembrare sbagliato quando è
così perfetto?” domandai.
“Come posso sentirmi sbagliato mentre
mi guardi con tutto l’amore che hai?”
E ora se vi ho incuriosito, non vi resta altro da fare che andare ad acquistarlo... Vi assicuro che non ve ne pentirete!
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