Ecco un altro libro da aggiungere alla lista di quelli “perché non l’ho scelto prima”.
Vi ho già raccontato che spesso, durante le mie pause caffè in ufficio, vado sul sito della biblioteca e guardo gli ultimi arrivi oppure cerco dei libri che ho notato sul web. Non so come sia finita sulla pagina di Ti avrei dato tutto eppure l’ho messo nella mia wish list e, magicamente, è finito nel mio carrello. Da lì alla lettura, il passo è stato davvero molto breve. Anche se intenso.
Avevo in tasca un po’ di “niente” che poteva soltanto diventare “tutto”, un bellissimo “tutto”.
Nicole ha quindici anni e vive in Abruzzo insieme alla mamma. Una mamma un po’ assente, sempre impegnata. Anche quando è a casa spesso è come se non ci fosse. Non guarda minimamente la figlia la quale si arrangia praticamente in tutto. Marco ha diciassette anni e vive a Roma. I suoi genitori gli stanno molto addosso. Sono un po’ ingombranti, molto presenti.
Questo è l’amore.
Mettere da parte tutto per dedicarci a stare bene con noi stessi e riuscire a far stare bene chi ci
sta accanto ogni giorno della nostra vita.
Un giorno, in spiaggia, le loro mani si sfiorano e i loro occhi si incontrano per un solo attimo. Nicole lo cerca su Facebook. Diventano amici e, da quel momento, per loro cambia tutto. Da un incontro fugace all’aspettare il messaggio del buongiorno è un attimo. I loro messaggi diventano assidui e la loro amicizia si trasforma ben presto in qualcosa di più profondo. Qualcosa a cui non possono rinunciare, nemmeno i 313 km che li separano riescono a tenerli lontani. E cosa c’è di più intenso di una relazione a distanza? Dove tutte le parole scritte vengono soppesate? Dove l’emozione dell’incontrarsi sporadicamente viene sostituita dalla tristezza del doversi lasciare?
Dovevo abituarmi a disabituarmi alle tue braccia, per sopravvivere ai giorni senza di te.
Eppure nella relazione tra Nicole e Marco non è la distanza il loro peggior nemico. Quando in Nicole si insinua l’ostacolo della paura, quello sarà il vero scoglio da dover superare. La paura di non essere abbastanza, di non essere sufficientemente bella, sufficientemente intelligente, sufficientemente interessante per Marco. La paura cha Marco possa trovare le altre ragazze più belle di lei. Quando quel tarlo si insinua nella mente di Nicole, il loro amore viene messo in pericolo e a Marco non rimane altro che una scelta: o lasciarla andare per sempre o combattere per rendere il loro amore perfetto.
La amo, ma faccio fatica a starle accanto se lei non fa nulla per stare accanto a se stessa.
Questo libro è davvero breve per i miei standard eppure in poche pagine racchiude un mondo. Un mondo che, per chi si trova in quella situazione, diventa un inferno. Un inferno da cui è difficile uscirne. Diciamo che a tutti, ad un certo punto della propria vita, è successo di non accettarsi per ciò che si è. Il corpo cambia e spesso la testa non riesce a stare al passo con questi cambiamenti. Se poi si aggiunge che magari, caratterialmente, si è più sensibili, una qualsiasi critica, anche la più leggera o velata, viene presa come un’offesa personale. E, da quel momento, scatta qualcosa nella nostra testa che ci porta a fare scelte autolesioniste. A prendere una strada pericolosa che ti fa entrare in una spirale da cui è difficilissimo uscirne. Eppure gli standard a cui ci rapportiamo sono spaventosi. Ragazze magrissime con gambe chilometriche e visi da bamboline. Ma quante ragazze fanno di tutto per diventare così? Quante ragazze si fanno del male per cercare di raggiungere quel canone di bellezza?
“A me piaci sempre, anche quando sei in pigiama e non sei truccata. Per me sei bella lo stesso.”
Nella mia ignoranza e, grazie ad una copertina che mi ha portata un po’ fuori strada, pensavo che in questo libro si parlasse di una relazione a distanza. Ma ciò che effettivamente divide i due protagonisti non sono i chilometri che li separano, quanto una malattia subdola e difficile. Nicolas Paolizzi riesce a trattare l’argomento in maniera molto semplice eppure delicata. Usa parole che non mi sarei aspettata rendendo Marco un ragazzo sensibile, amorevole, innamorato, sentimentale e dolce. Mi ha stupito trovarmi davanti un ragazzo così maturo a soli diciassette anni. In Nicole, invece, mi sono immedesimata senza problemi. Forse perché, anche se potrei tranquillamente essere sua mamma (Sigh!) e l’età dovrebbe portare consiglio, in me alberga quella sensazione di essere fuori posto, di trovarmi in una posizione di svantaggio nel confronto degli altri.
La cosa certa è che dovremmo davvero imparare a fregarcene dei canoni e iniziare ad amarci per come siamo. Belle o brutte, alte o basse, magre o grasse, simpatiche o antipatiche. Così siamo e così dobbiamo accettarci.
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