Punizione divina, Paola Chiozza

Io ve l’avevo detto! Ve l’avevo detto che sarei andata alla ricerca degli altri libri di Paola Chiozza (trovate la recensione di Conflitto di interessi qui) e quindi l’ho fatto!
Dopo aver letto Punizione divina, l’amore per la Chiozza è ufficiale, non si torna indietro.
Ammetto che ho cominciato a leggere questo libro con non poca ansia. Avevo paura di non trovare ciò che avevo scoperto con Conflitto di interessi, e allo stesso tempo avevo paura di trovare un libro uguale all’altro e quindi banale e ridondante.
Spoiler: mi è andata bene, anzi, divinamente!

Protagonista femminile di questo romanzo è Giuditta, classica ragazza milanese, studia alla Bocconi ed è lo stereotipo vivente della milanese doc. Ha una migliore amica, Sonia, a cui vuole un bene dell’anima, non crede nelle relazioni ma crede nell’amore dei suoi genitori. Per lei sono la rappresentazione di quell’amore perfetto, capace di sopravvivere alla buona e alla cattiva sorte.
Giuditta, con la media del trenta, è la migliore studentessa dell’università e una grossa opportunità le si sta per presentare: un tirocinio a New York. Forte, no? Lo sarebbe se non fosse che, per un disguido tecnico il suo stage newyorkese si trasforma in un tirocinio nel Montana, presso il Sullivan Ranch, un’azienda familiare sull’orlo del lastrico e di cui Giuditta dovrà cambiarne la sorte finanziaria.
Vi ricordate la descrizione che vi ho fatto poco fa di Giuditta? Ecco, immaginate una ventenne della Milano bene, tutta vestiti firmati, borse dell’ultima stagione e tacchi perennemente ai piedi. Immaginatela per bene e ora teletrasportatela da via Montenapoleone al Montana, in un ranch, in mezzo al fango, letame e cavalli. Ci sta bene, no? Proprio il suo habitat naturale.
Giuditta parte con un pessimismo galattico. Odia il posto, odia la situazione ma tutto cambia quando conosce meglio la famiglia Sullivan.
La famiglia è composta da Roger, padre di Mike, Scott ed Emmy. Emmy è la sorella minore, un’adolescente cresciuta in fretta, dopo che la madre ha deciso di fare armi e bagagli e lasciare la sua famiglia, dall’oggi al domani. Mike è un ragazzo d’oro, il classico ragazzo della porta accanto, dai modi gentili, educati, fidanzato da una vita. Scott… Eh, Scott è un gran bel pezzo di cowboy. Sciupafemmine, ha spezzato i cuori di quasi tutta la contea ed Emmy, per impartire una lezione di vita al fratello, vuole stringere un patto con Giuditta.
Vuoi il massimo dei voti dal tuo tirocinio? Fai innamorare mio fratello di te e poi spezzagli il cuore.
Una bella viperetta, no?

Giuditta ci tiene alla sua media perfetta e quindi decide di accettare.
Tra figuracce e incomprensioni, cavalcate a cavallo (sia di cavallo che di cowboy) il legame tra Scott e Giuditta comincia a formarsi ma verrà tante e tante volte messo in discussione. Senza contare che il tirocinio ha una data di scadenza.
Cosa succederebbe se i due finissero davvero per innamorarsi? Giuditta abbandonerebbe Milano? Scott avrebbe il coraggio di lasciare la sua famiglia per trasferirsi dall’altra parte del mondo? E il ranch? Giuditta riuscirà nella missione di risollevarlo dal fango e riportarlo alla gloria?

Scott… sbattimi come il telecomando quando stanno finendo le batterie.

Insomma, ci sono un bel cose da fare prima di giungere all’ultima pagina del libro ma, ve lo posso assicurare, io, a quell’ultima pagina, proprio non ci volevo arrivare. C’è poco da girarci intorno, a me come scrive la Chiozza piace un sacco. Mi piace trovare qualcuno capace di trasmettere dei messaggi, anche importanti, attraverso un sorriso, una risata. E Paola Chiozza ce la fa ed è per questo che la consiglio vivamente a tutti voi che mi state leggendo. Ora mi manca solo un libro da recuperare di quest’autrice.
Se ve lo state chiedendo, sì, sta già nel mio kindle.

Elle

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