L’orchestra perduta di Hitler, Silvia Montemurro

“Che cos’è per te la musica?”
“L’unico modo per esistere”.


Che cos’è la musica? La musica è un’amica che vive sempre con te. Per quanto una persona non la consideri particolarmente importante, ci accompagna quotidianamente. Ci accompagna fin da quando nasciamo. Ci accompagna nei momenti più felici, ma anche in quelli molto tristi. A volte un motivetto stupido ti entra in testa e non ti abbandona più, nemmeno se cerchi di scacciarlo con la forza. E a volte, quando siamo particolarmente giù, basta una canzone per farti tornare il sorriso. Ci sono momenti in cui certe canzoni ti scavano dentro un solco profondo. E ci sono momenti in cui la musica ti può letteralmente salvare la vita.


Quando suono, esisto.


Adele abita nella campagna marchigiana. È nata lì ed è cresciuta in compagnia dei genitori, della sorella minore Maria, dei fratelli e di un’oca. L’oca è diventata la sua confidente, la sua amica del cuore. Con lei si confida, gioca, vive la sua quotidianità. Quando il padre un giorno torna a casa con un violino lei lo reclama come un regalo. È un regalo per lei e, sebbene non abbia mai preso lezioni, in qualche modo riesce a suonarlo, a farne uscire delle note. Il passo dalle Marche a Berlino è davvero breve. Un giorno lo zio paterno torna nel paese dove è nato, vede il violino, pensa di poterci lucrare qualcosa, e torna a Berlino con la nipote e violino al seguito. Aveva fatto una promessa al fratello. Aveva promesso che nel giro di poco tempo la nipote sarebbe diventata una famosa violinista. In quella promessa lui non ci ha proprio creduto, ma Adele sì. Ha studiato, si è impegnata ed è diventata primo violino. Ma la felicità dura davvero poco. La guerra non fa sconti e Adele, in quanto ebrea, viene portata nel campo di concentramento di Terezín. Solo la musica la farà resistere. Solo la musica riuscirà a farla sopravvivere. E il suo violino? Il suo Guarneri del Gesù? Che fine avrà fatto?


Ma una cosa era certa: un uomo impaurito, con un fucile in mano, diventa subito un carceriere. Un uomo senza scrupoli diventa un mostro.


Elsa è la moglie di un ufficiale delle SS. Il compito di suo marito è quello di rintracciare strumenti musicali e spartiti nell’Europa occupata. Come riesca a procurarseli non importa. L’importante è togliere la musica agli ebrei. Elsa è una donna molto particolare. È sempre stata una donna solitaria, con poche amicizie. Non si è mai interessata della guerra, di Hitler, del lavoro di suo marito. È sempre stata un po’ superficiale. Ma quando lui inizia a tenere segreto il suo lavoro per il Reich ecco che in Elsa si risveglia qualcosa. Una sera, di nascosto, lo segue in una casa e lo vede trafugare la custodia di un violino. Anche Elsa esce da quella casa con qualcosa: la fotografia della proprietaria di quel violino. In quella ragazza Elsa si riconosce. Sente un legame che non ha mai sentito con nessun’altra persona. Riconosce in quella ragazza la sua sofferenza. E si fa una promessa: trovare quella ragazza e riconsegnarle il suo violino.


“Se c’è qualcosa che può unire tedeschi e olandesi, neri e italiani, è la musica.”

Non sono riuscita a leggere questo libro tutto d’un fiato. Ho dovuto prenderlo a piccole dosi. Con parsimonia. Ho dovuto lasciarlo decantare, respirarlo piano piano. Silvia Montemurro è stata davvero molto brava ad intrecciare la storia, a tenere alta l’attenzione del lettore. Io ho percepito la sofferenza di Adele. L’ho vista bambina felice e spensierata a combinare marachelle sulle colline seguita dalla sua inseparabile oca e dalla sorella. L’ho vista su quel treno per Berlino, impaurita e confusa. L’ho vista crescere facendo sacrifici in nome della musica. E l’ho vista staccarsi da sé stessa per sopravvivere al campo dì concentramento. L’ho vista diventare la propria ombra. L’ho vista lottare, giorno dopo giorno per sopravvivere. Aggrapparsi alla musica, darle la forza di andare avanti. E intrecciarsi a lei ho visto Elsa. Una donna singolare, innamorata di un uomo molto più vecchio di lei che la guerra ha corroso da dentro. Un uomo che si è trasformato in aguzzino sotto i suoi occhi. Ho visto Elsa crescere, maturare. L’ho vista prendere una posizione, anche se scomoda. L’ho vista rischiare la propria vita per il suo ideale. L’ho vista custodire un’amicizia con una donna che non ha mai visto di persona ma con la quale ha sentito fin da subito un legame e con la quale si è sentita solidale.

E a legare queste due donne, un violino. Non un violino qualsiasi ma un Guarneri del Gesù. E insieme a lui, la musica. La musica, con la sua capacità di legare le persone, di trasportarle in mondi lontani. Di unire generazioni e razze diverse. Di parlare una lingua che non conosce confini.


Ma la musica è come il vento. Non la si possiede. La si sente e basta. Al massimo si può imparare a suonarla.

Elle

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