Quale modo migliore per chiudere l’anno se non con un libro leggero, piacevole e spensierato?
Ero alla ricerca proprio di un testo del genere quando tra le mani mi è arrivato Diario di un cinico gatto e io, da gattara doc, non mi sono certa tirata indietro.
Già dalla copertina il sorriso mi è partito in automatico: un bel gattino nero dall’aria bella incavolata e infastidita. Il mio animale totem, insomma.
Cominciamo dalla struttura del libro!
Diario di un cinico gatto è diviso in due parti: una prima denominata Il diario e la seconda Il viaggio. La seconda parte sarebbe il prequel del diario ma ha senso se letto dopo di questo, per capirne i riferimenti.
La prima parte è molto breve, consta di 120 pagine circa ed tra queste righe che conosciamo per la prima volta la pantera nera, un gatto nero che crede profondamente nella superiorità felina nei confronti della vita umana.
I commenti di questo micio sono, come da titolo del libro, di un cinismo esilarante. Leggendo i primi capitoli passavo di continuo il libro a mio marito per farlo leggere anche a lui ed entrambi ci ritrovavamo a ridere come scemi, soprattutto quando il protagonista si chiede del perché del continuo ingrassare della sua umana e ne teme l’esplosione da un momento all’altro (e sì, era semplicemente incinta).
Tra i passatempi preferiti della pantera nera c’è, oltre all’evitare accuratamente di essere toccato dalle sudice mani dei bipedi [cit.], il disturbare il suo vicino di casa, Jo. A quel povero gatto gliene combina di ogni! Anche in questo caso, le risate sono assicurate!
Nella seconda parte del libro, invece, conosciamo la pantera nera prima del suo incontro con gli umani con cui passerà il resto della sua vita.
Il viaggio è un vero e proprio susseguirsi di avventure e comparse e ricomparse di personaggi - bizzarri e non - che porteranno la pantera nera ad essere il gatto cinico - e non prendiamoci in giro, adorabile - che è.
Il giovane micio farà di tutto per dimostrarsi forte e impavido, riuscendoci la maggior parte delle volte. In altre occasioni sarà invece facile per il lettore capire quando tale coraggio è solo frutto della fantasia della voce narrante del libro, il quale, sotto sotto, è pur sempre un micino che incontra e conosce il mondo per la prima volta.
Il libro è scritto bene - qualche refuso a parte, lo stile non annoia mai, anzi, anche se qualche volta può risultare ripetitivo, il cinismo e il sarcasmo del gatto divertono e intrattengono il lettore per un bel po’ di ore. A rendere sicuramente più facile la lettura è anche la brevità dei capitoli, perfettamente adatti al tipo di libro che ci ritroviamo davanti.
Se manterrà lo stesso tipo di scrittura, sicuramente terrò d’occhio le future pubblicazioni di questo giovane autore ;)
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