Io vi avevo avvertiti. Il primo libro di questa serie (di cui trovate la recensione qui) l’ho divorato e mi è piaciuto un sacco. Al punto che, appena finito, ho iniziato il secondo. E già vi dico che anche questo l’ho iniziato, divorato in pochissimo tempo e amato.
Alla fine, siamo solo animali. Primitivi, guidati da impulsi che capiamo a malapena ma di cui, con la persona giusta, ci troviamo schiavi.
Jared è il fratellastro di August, il giocatore di basket protagonista di Vorrei solo averti qui. Lui è molto bello, prestante, intelligente, determinato e senza cuore. Ha ben in mente i suoi obiettivi e non gliene frega niente di calpestare qualcuno pur di raggiungere i suoi obiettivi. Jared è solo un ragazzo all’ultimo anno di college quando incontra Banner per la prima volta. Lei fisicamente non è propriamente la ragazza con cui si fa vedere in giro. Di solito queste sembrano delle Miss America mentre Banner è tutto, meno che una sottospecie di modella. Eppure Jared la nota. La nota per la sua intelligenza brillante, per la sua capacità di parlare tante lingue, per il suo buon cuore. Lei diventa presto la sua migliore amica, la ragazza con cui ama studiare, con cui passare le sue serate dentro la piccola lavanderia che lei gestisce. Questo corpo è una conchiglia inadeguata che non riflette la persona forte e sicura che c’è dentro.
Eppure, c’è una parte di me che sa che l’aspetto non dovrebbe essere importante. Che sa che se sono una taglia 38 o 48, sono comunque intelligente, ambiziosa, gentile e generosa.
Banner è una bella ragazza ispanica. Il suo problema a gestire la fame nervosa la porta, durante i quattro anni di college, a prendere un bel po’ di chili. E, per quanto lei si trinceri dietro la sua spiccata intelligenza, si sente a disagio nel suo corpo che cerca di coprire con abiti sciatti e informi. Se a questo si aggiungono i commenti cattivi di un ex troppo opportunista, ecco che la propria autostima finisce sotto i piedi.
Tu sei la tua più grande risorsa naturale e non permettere a nessuno di privarti di questo o di dirti che
non è sufficiente.
[…]
Non permettere a nessuno di farti sentire meno di quello che vali.
Sia Banner che Jared hanno un obiettivo, al di fuori della loro vita privata: diventare agenti sportivi. Questo, insieme a un gigantesco malinteso, li porterà a vivere ai due lati opposti della nazione per dieci lunghissimi anni. Anni in cui lavorativamente saranno al top ma, dal punto di vista sentimentale, saranno soli. Jared passa da una donna all’altra senza che nessuna scalfisca il suo cuore duro. E Banner? Banner si è legata al suo migliore amico, nonché suo primo cliente, Zo Vidale, ma il legame che li lega non è per nulla paragonabile all’attrazione che provava per Jared.
Dopo tutto quel tempo passati lontano l’uno dall’altra è possibile provare ancora gli stessi sentimenti? E l’odio che Banner provava nei confronti di Jared può trasformarsi in altro?
«Amare qualcuno è un atto altruistico», dice piano mio fratello. «Non bisogna sempre pensare a cosa vuoi da quella persona, ma cosa desideri per lei. Cosa è meglio. Cosa la rende la versione migliore di sé stessa.»
Quante di noi donne si trovano a proprio agio nel proprio corpo? Io sicuramente no. Odio la pancetta che mi è rimasta dopo i parti, anche se cerco in tutti i modi di rassodarla. Odio le smagliature che solcano la pancia e il seno, ricordo costante di gravidanze e allattamento. Non mi piacciono nemmeno i miei piedi. Tozzi e con le dita corte. Per anni li ho nascosti in scarpe chiuse anche se all’esterno c’erano quaranta gradi.
E questo non essere completamente in forma, anche se non in sovrappeso, mi ha portato spesso ad avere l’autostima sotto le scarpe. Eppure sono una donna adulta, razionale. Che sa benissimo che il corpo cambia, che non è altro che il guscio che racchiude la vera me. Ciononostante è proprio quel guscio che gli altri vedono e giudicano per primo. È il mio personale “biglietto da visita”. E se lo confronto con quello di altre donne, il mio ne uscirà sempre in difetto.
Leggere di Banner e Jared mi ha fatto bene. In primis perché lui è stato in grado di andare oltre l’apparenza di Banner. L’ha vista VERAMENTE. Ha visto il suo cuore prima del suo corpo. E se ne è innamorato. Perdutamente. Lui che non avrebbe mai pensato di potersi innamorare, si è innamorato di una donna al suo antipode. E Banner, che aveva puntato tutto sulla propria intelligenza, sulla propria bravura, ha capito quanto è importante sentirsi amati per ciò che si è veramente. Non per la taglia che si porta o per la circonferenza del proprio addome.
Mi sono rivista in molti pensieri di Banner, nelle sue difficoltà a superare certi limiti autoimposti. Ho capito le sue paure perché anche io le ho avute. Mi è piaciuto il suo buon cuore, il suo voler sempre fare la cosa giusta per gli altri, non solo per sé stessa. La sua capacità di sacrificarsi per le persone a cui vuole bene, anche se lei ne avrebbe sofferto. E ho amato Jared. Lui che è uno stronzo fatto e finito, egoista, che spesso pensa solo a sé stesso, è stato in grado di essere tutto ciò che Banner aveva bisogno da lui.
Anche questo secondo volume della trilogia di autoconclusivi, si legge molto velocemente. Ti cattura nella rete della trama e non ti lascia più, finché non si arriva all’ultima pagina. L’autrice è davvero molto brava a parlare di argomenti difficili. Ne parla in modo diretto, senza nascondere le parti che fanno male. Eppure è delicata e rispettosa.
«Le persone buone possono sbagliare ma rimangono brave persone, ancora capaci di cose meravigliose.» Ovviamente ho già acquistato l’ultimo libro Vorrei solo fidarmi di te. E non dubitate che presto ve ne parlerò.
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