Anna Nicoletto colpisce ancora!
Ebbene sì, dopo l'improvvisata di un paio di settimana fa, ho capito che libri potevo proporle per intrigarla e a) io non ho fallito e b) lei si è innamorata.
Allora non mi resta altro da fare che mettermi seduta comoda mentre lei vi propone la recensione di un libro... Particolare? Unico? Assurdo? Di più!
Metto subito le mani avanti: questa non è una recensione. Questa è una dichiarazione d’amore. Sto per mettermi in ginocchio con un anello fatto di ossa (scelta bizzarra, ma neanche così tanto se avete notato quella meraviglia di copertina) e propormi a Gideon la Nona, a Harrow la Nona e pure all’autrice, Tamsyn Muir, che ha scritto il libro che con ragionevole certezza eleggerò a mio libro preferito di questo infausto e molto nonesco 2020.
Ora, so che dovrei scrivere qualcosa sulla trama, sui personaggi, magari un commento sensato che non sia un “sapevo che sarebbe stato bellissimo ma non immaginavo nemmeno quanto, sono del tutto innamorata, quanto ci sarà da aspettare per il due, datemi il due vi prego”, che è poi quello che continuo a ripetere qui in casa da due giorni, sproloquiando di stile e personaggi con mia figlia che mi guarda come se fossi pazza e mio marito che attende che arrivi il cartaceo (che, assieme al digitale, esce oggi in tutte le librerie) per schierarsi nella conversazione, al momento unilaterale.
«Nonagesimus» le disse lentamente. «L’unico lavoro che farei per te è tenerti ferma la spada mentre ti ci butti sopra. L’unico lavoro che farei per te è pigliarti a calci in culo così forte da riaprire il Sepolcro Sigillato, con tanto di parata che viene fuori per cantarti “Lallallero! Un culo sfasciato!”. L’unico lavoro che farei per te è guardarti mentre ti tuffi in carpiato nel Drearburh dall’ultimo livello.» «Sono tre lavori» commentò Harrowhark. «Datti fuoco, Nonagesimus.»
Esistono nove Case, su nove pianeti diversi.
Ogni pianeta è governato da dei necromanti, ognuno declina la necromanzia
con intrepretazioni, filosofie e scopi diversi.
La Nona Casa è quello più lontano e isolato: lì, vive una specie di ordine
monastico che ha il compito di custodire il Sepolcro Sigillato, una tomba
antichissima. È un pianeta cupo, la popolazione è vecchia, per non dire
decrepita, e in queste condizioni crescono Gideon Nav e Harrow
Nonagesimus: Gideon è un’orfana e una serva addestrata al combattimento
che abita in una cella con le sue riviste zozze, Harrow è la Reverenda Figlia,
la discendente dei necromanti della Nona, la cui specialità è plasmare gli
scheletri. Le due si odiano da che hanno memoria. Il loro odio ha radici
profonde e si percepisce in ogni dialogo (i loro insulti sono creativi e divertenti,
nonché una costante del romanzo).
Quando Harrow “chiede” a Gideon di seguirla alla Prima Casa, dove è stata convocata dall’Imperatore in persona per poter diventare Littrice, una specie di braccio destro potentissimo dell’Imperatore, Gideon vede finalmente la possibilità di lasciarsi alle spalle diciotto anni di vita miserabile su quel pianeta dimenticato e accetta controvoglia di diventare la sua paladina, una sorta di guardia del corpo, durante le prove che Harrow deve sostenere per diventare Littrice.
«Possiamo pensare alla prova subito dopo. E sarò bravissima. Sarò
silenziosa, malinconica e molto nonesca. Uno spettacolo che ti stupirà e
ti ispirerà.»
«Nav, sei una vacca.»
È nel momento in cui le nostre eroine giungono nella Casa di Caanan e conoscono gli avversari delle altre Case e gli abitati del pianeta che, pur nella situazione all’apparenza leggera, si intuisce che qualcosa non torna. Avete presente Dieci piccoli indiani di Agatha Christie? Quando gli invitati arrivano all’isola del signor Owen, ancora non è successo nulla di succoso, eppure sotto quel velo di normalità iniziale si percepisce già tutto il potenziale misterioso della storia? Con Gideon la Nona ho respirato la stessa atmosfera sospettosa che ti costringe a stare sull’attenti: la Muir è stata brava a restituire l’ambiguità nonostante il filtro dello sguardo di Gideon che è sì spiccio e sarcastico, ma anche non proprio consapevole di ciò che la circonda.
«Era un estraneo, Nav. Perché te la sei presa tanto a cuore?» «È stato gentile con me» si sorprese a rispondere.
In effetti, Gideon non ha assolutamente idea di quanto grossa sia la situazione in cui si ritrova e a noi lettori (che dubitiamo molto più di lei) non resta che seguirla febbrilmente pagina dopo pagina per raccapezzarci, collegare i pezzi, tentare di completare il puzzle degli avvenimenti che ci scivolano in continuazione dalle mani. E di nuovo, un plauso alla Muir per come ha dosato le informazioni: la trama viene svelata con competenza, un poco alla volta, lasciandoti perennemente nel mood “un altro capitolo e poi smetto” (spoiler: poi non si smette).
Assieme a Gideon e Harrow troviamo un gruppo variegato di personaggi secondari, i paladini e i necromanti delle altre case che concorrono con Harrow al posto di Littore/Littrice: nonostante siano numerosi, comunque, riuscirete a non confonderli l’uno con l’altro grazie alle unicità che li contraddistinguono. Quelli che interagiscono con Gideon sono i più approfonditi, ma in generale vi divertirete un sacco a cercare di capire chi mente e chi invece può essere considerato affidabile, in un contesto dove dichiaratamente non ci sono regole.
Se già non bastasse avere per le mani una storia diversa dalle solite, la Muir la confeziona con uno stile corposo e ricco, ma mai pedante. Sarcastico, con parolacce e pieno di umorismo nero, ma non irritante. È una terza persona che per me è stata una delizia per gli occhi, il cervello e il vocabolario.
«Il tuo voto di silenzio è di una volatilità molto opportuna, Nona, te ne sono grato.» «È saltato fuori che anche il mio desiderio di espiazione è molto volatile.»
Starei a parlare per molte altre righe di questo libro, ma rischierei di cadere nello spoiler (e nell’insistenza molesta), quindi concludo dicendo: se vi piace l’idea di un world-building che vi viene fatto esplorare passo-passo, anche lasciando delle zone di grigio che ci verranno illuminate nel prossimo libro, se volete una protagonista e una co-protagonista dalla chimica pazzesca, se vi piace la sensazione di disastro incombente che vi solletica la nuca, se vi piace l’introspezione dei personaggi dosata senza essere prolissa, se insomma volete leggere un libro science-fantasy davvero, davvero notevole, Gideon la Nona è quello che state cercando.
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