Due fiocchi di neve uguali, Laura Calosso

Ladies and Gentlemen, era da un bel po’ che non mi capitava di prendere in mano un libro e riuscire a finirlo in meno di ventiquattr’ore. Per l’esattezza, quando ho preso in mano Due fiocchi di neve uguali era mattina, quando l’ho riposto, giunta all’ultima pagina, era pomeriggio. Insomma: divorato. E se sono riuscita, appunto, a divorarlo, è grazie alla scrittura e allo stile di Laura Calosso, di cui vi parlerò, come al solito, in chiusura.

In Due fiocchi di neve uguali entriamo nel mondo di Margherita e Carlo, due ragazzi da poco maggiorenni.
Margherita è la figlia perfetta: educata, diligente, ottima media scolastica, tanto da uscire dalla maturità con un bel cento e lode.

Carlo alla maturità non ci è mai arrivato perché, da quasi un anno, ha deciso di recludersi nella sua stanza e non uscirne più, diventando un hikikomori, termine con cui si designano coloro che scelgono di chiudere il mondo fuori dalla loro camera, preferendo, in particolare, il mondo virtuale a quello reale. I genitori di Carlo non lo vedono da quasi un anno: nemmeno a loro permette di entrare nella sua stanza. La madre gli passa il cibo attraverso un piccolo buco che Carlo stesso ha ricavato dalla porta e nulla più. Non parla con loro, zero interazioni. E le interazioni sono pari a zero anche con i suoi vecchi compagni di classe, fatta eccezione per Margherita.

Margherita ha sempre avuto un posto speciale nel cuore di Carlo, potremmo quasi definirla una sua cotta, anche se, di fatto, nel libro non si parla mai di amore o di innamoramento.

Carlo e Margherita si conoscono dai tempi dell’asilo e ciò che li accomuna maggiormente è la timidezza. Altra cosa che li porta ad essere simili è l’intelligenza. Anche Carlo, come la sua compagna di scuola, è un ragazzo estremamente dotato e sveglio, tanto da lasciare senza parole perfino il padre scettico.
Viene quindi naturale chiedersi cosa mai possa essere successo nella vita di Carlo. Perché ha deciso di tagliare i ponti con tutti?

A sconvolgere quella che ormai era diventata la routine di Carlo è la notizia di un incidente stradale. Da quell’incidente, Margherita si ritrova in coma, mentre il guidatore ne rimane vittima.
Mentre Margherita si ritrova in uno stato non ben precisato - è vigile? Sente ciò che le viene detto? Si riprenderà mai? - la madre tenta di ricostruire gli ultimi giorni e mesi della vita di sua figlia. Una figlia che credeva di conoscere bene ma che, come rivela questo incidente, porta alla luce un’immagine diversa della sua Margherita. La Margherita che conosceva lei non si sarebbe mai ritrovata in una macchina con uno sconosciuto, non avrebbe mai mentito ai suoi genitori e nemmeno ai suoi amici. Eppure, la Margherita che adesso si ritrova in quel letto di ospedale queste cose le ha fatte dando vita a innumerevoli dubbi e domande nella mente della madre. Quest’ultima scopre, attraverso degli appunti lasciati a bordo pagina nei libri di testo di scuola della figlia, che il rapporto tra Carlo e Margherita non è morto come si credeva: c’è ancora un qualcosa tra loro, anche se di ben poco chiaro.

Due fiocchi di neve uguali presenta uno stile narrativo a cui non sono tendenzialmente abituata: è estremamente diretto, la Calosso non si perde con giri di parole e i fatti vengono esposti con una chiarezza quasi giornalistica.
La presenza dei flashback non appesantisce il testo, anche se forse avrei apprezzato, all’inizio dei capitoli che narravano fatti avvenuti nel passato, una semplice scritta che riportasse dei “3 mesi fa”, “2 giorni fa”, “12 ore prima”…In modo da eliminare del tutto quella minima possibilità di confusione spazio-temporale.

Due fiocchi di neve uguali è, sì, un libro che racconta di ragazzi, ma anche un romanzo che parla ai genitori, a quegli adulti che si perdono e perdono i loro figli a causa del lavoro, a causa del loro egoismo e della cecità che li colpisce quando la crisi e l’orgoglio entrano in casa.
Due fiocchi di neve uguali è un libro che assolutamente mi ha colpita positivamente: è giovane, fresco ed attuale, adatto tanto a chi il liceo lo sta frequentando ora, quanto a chi gli anni del liceo li ricorda con nostalgia, come ormai appartenenti ad un passato lontano…

Elle

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