L'ultimo libro che ho letto, “Se il nostro amore non basta”, mi ha ispirato questo post. Anche se noi non abbiamo percorso la Route 66, siamo stati in America e abbiamo fatto un tour on the road. Di tempo da quel viaggio ne è passato molto, direi una vita… erano le vacanze di Natale del 2004! Eravamo appena sposati, non avevamo figli e, anche se ai tempi il camper non era ancora nei nostri pensieri, la nostra vena avventurosa era già venuta alla luce.
Il giorno di Natale abbiamo visitato China Town e noleggiato un tandem per arrivare al Golden Gate. San Francisco mi è piaciuta molto, forse perché è una città molto simile alle nostre capitali europee o forse perché non è troppo caotica, come lo sono invece altre città americane.
Il pomeriggio dopo aver ritirato l’auto, una Ford Taurus marroncina, abbiamo iniziato la lunga marcia verso sud. La sera ci siamo fermati a dormire a Groveland, un piccolissimo paesino dove tutto si concentra attorno all’unica via che attraversa il centro, e il giorno dopo siamo andati a visitare lo Yosemite National Park. Questo parco nazionale è molto famoso per le scogliere di granito e le Bridal Veil Fall ma, sinceramente, noi che siamo abituati alla splendida vista delle Dolomiti non ne siamo
rimasti particolarmente colpiti.
Ripresa la strada nel pomeriggio, abbiamo macinato chilometri per arrivare in prossimità del Sequoia National Park. La sera ci siamo ritrovati a dormire in uno squallido motel da film horror, incontrato lungo la strada e, a distanza di tutti questi anni, non ricordo il nome o il luogo preciso, ma ricordo, con un sorriso sulle labbra, che abbiamo dormito completamente vestiti. Il letto aveva uno strato di peli di gatto sulle coperte e, anche se le lenzuola sembravano pulite, non ci siamo fidati ad indossare il pigiama! Purtroppo era l’unico motel nel raggio di centinaia di chilometri e ci siamo dovuti rassegnare a dormire lì!
Il giorno successivo ci siamo svegliati con un leggera spruzzata di neve sulla strada e, sigillati in una borsina gli abiti utilizzati per la notte, ci siamo diretti ad ammirare lo spettacolo naturale che sono questi alberi giganteschi: le sequoie. Stare sotto il “Generale Sherman”, alto ben più di 80 metri, e
non riuscire con un’unica occhiata ad abbracciarlo tutto… è un’emozione indescrivibile, ti fa capire quanto l’uomo è piccolo nei confronti della natura. Dopo aver gironzolato per il parco e fatto le foto di rito abbiamo ripreso la strada.
Passando per paesi e cittadine caratteristiche e bruciando altri chilometri ci siamo diretti verso Las Vegas passando per la Death Valley. In realtà alla Death Valley non siamo mai arrivati in quanto abbiamo trovato una bufera di neve. Ebbene sì! Avete letto bene! Una vera e propria bufera! Era da tantissimi anni che non nevicava da quelle parti e le strade erano davvero in condizioni pessime. Abbiamo comprato le catene da neve ma è stata un’odissea montarle e, fatti pochi chilometri, abbiamo deciso di non rischiare e siamo tornati sui nostri passi. Abbiamo cambiato strada allungandola di un bel po’, ma alla fine siamo riusciti ad arrivare in quella stranissima città che è Las Vegas!
Las Vegas è una città particolarissima: costruita in mezzo al deserto, tutto è finto e artefatto eppure è un’attrazione che non si può non visitare. La notte abbiamo pernottato al New York - New York, in una suite gigantesca con la vasca idromassaggio in camera e la vista sulla Strip e il giorno successivo abbiamo girovagato per i vari hotel: il Bellagio, l’MGM Grand e il Venetian con i gondolieri che cantavano canzoni napoletane come “ ‘O sole mio”. Purtroppo, causa troppo vento, non siamo riusciti a vedere le fontane danzanti del Bellagio, ma abbiamo provato l’ebbrezza del gioco facendo un salto al casinò per giocare con le slot machine e vincendo qualche spicciolo.
Con la visita di Las Vegas siamo arrivati, più o meno, a metà viaggio e, se vi è piaciuto quanto letto finora… non perdetevi la prossima puntata!
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