Mare o montagna?

Da quanto è che non faccio un post sui viaggi? Mi sembra sia passata più di una vita. Forse due o tre... eppure, anche se le vacanze sono ormai alle porte, questi giorni che ci separano so già che saranno i più difficili da affrontare. Casa da pulire, vestiti da lavare, cose da preparare e lavoro da chiudere in pochi giorni. Noi, anche quest'anno, come lo scorso, rimarremo in Italia. La meta è ormai decisa e l'itinerario quasi definito ma, tutti gli anni, quando c'è da decidere la destinazione, la discussione è ormai sempre la stessa: mare o montagna?


Marito e maschietto propongono la montagna, io e le femminucce, ovviamente, vogliamo il mare. Quindi che fare? Abbiamo risolto la questione andando in montagna in inverno e, se possibile, durante qualche weekend. Fortunatamente le montagne non sono troppo distanti da dove abitiamo e ci si può permettere anche solo una "toccata e fuga". E il mare? Quello ce lo godiamo appieno durante le vacanze di agosto. 


Quella di cui vi parlo oggi è la passeggiata che abbiamo fatto sabato scorso. Una camminata decisamente impegnativa per noi che non siamo allenati, ma sicuramente ricca di storia: La strada delle 52 gallerie del Pasubio.

Questa strada è stata praticamente scavata nella roccia durante la prima guerra mondiale e serviva per portare i rifornimenti al fronte. Si parte dal parcheggio di Bocchetta Campiglia a circa 1200 mt s.l.m. e si arriva al Rifugio Papa a 1928 mt s.l.m. 

La pendenza media è di circa il 12% e solo le ultime due gallerie sono in discesa, le altre cinquanta sono tutte, costantemente, in salita. La cosa difficoltosa non è la salita in sé, è che il fondo è sdrucciolevole e spesso bagnato e quindi è molto facile scivolare. Bisogna stare molto attenti a dove si cammina e, soprattutto, intraprendere il sentiero con delle scarpe adeguate ai piedi. Altra cosa che non si può assolutamente non portare è una bella torcia elettrica. Alcune gallerie sono davvero molto lunghe e, non essendo illuminate, senza una torcia non è davvero possibile attraversarle. 

Noi siamo stati sfortunati perché abbiamo trovato una giornata nuvolosa e quindi non abbiamo potuto godere a pieno dei fantastici panorami tanto decantati ma, quando il sole è riuscito a fendere le nuvole... beh, che dire, un panorama da mozzare il fiato.


Spesso durante questa lunga camminata, mentre i miei figli si lamentavano della stanchezza, della fame, della sete, della noia e della voglia di vivere, mi sono domandata qual è stato lo sforzo umano fatto da questi uomini per costruire questa strada. Quanti ragazzi sono morti per costruirla, quanti per vincere la guerra, per la nostra nazione, per un ideale. 





Noi, con tutta la calma siamo riusciti a fare la salita verso il rifugio in circa tre ore e quaranta minuti. Ce la siamo presa comoda. Abbiamo fatto alcune soste per bere e per far riposare i ragazzi. Abbiamo fatto foto e video in ricordo di questa fatica. 

Da questa passeggiata ho imparato due cose: la prima è godermi il meritato riposo e il lauto pranzo (buonissimo!) al rifugio. La seconda è che la montagna ti insegna a non mollare mai. Ti insegna che, per arrivare alla cima, devi faticare, devi sudare e dare il meglio di te. Perché una volta che sei arrivata lassù, sopra le nuvole, il sapere di avercela fatta ti ripaga di tutte le fatiche. 






Che voi siate team mare o team montagna davvero non importa, l'importante è viaggiare. A volte basta anche solo poterlo fare con la fantasia, poter evadere in qualche modo alla routine quotidiana e lavorativa. 

Il blog con oggi va quasi in vacanza (ci sarà una recensione a sorpresa lunedì prossimo ;) ), ma non vi preoccupate perché a settembre tornerò più carica che mai. 

Elle

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