Mio padre serial killer, Barry Lyga

Prima recensione dell'anno! Mi do il bentornata da sola e ovviamente a voi!
Inizio l'anno con un libro un po' particolare, sicuramente non di tendenza, ma che vi assicuro essere una vera chicca.

Non riesco proprio a ricordarmi come sono riuscita a trovare questo libro. Non so se mi è uscito da una qualche ricerca o se, invece, mi ha chiamata. Probabilmente la seconda ipotesi! Comunque quando mi sono trovata in mano il libro con questa copertina molto vintage e una trama così interessante ho dovuto leggerlo, ho dovuto cedere…

Jazz è il figlio adolescente del famosissimo Bill Dent, il serial killer per eccellenza. Nella sua carriera di killer ha ucciso più di 100 persone e solo lo sceriffo G. William è riuscito a trovarlo e arrestarlo. Bill ora è in carcere con una serie infinita di ergastoli da scontare mentre Jazz sta cercando di condurre una vita normale.
Per Jazz non è facile essere un comune ragazzo di diciassette anni principalmente perché la madre è scomparsa quando lui era ancora piccolo ed è stato cresciuto solo ed esclusivamente dal padre. Un padre che la sera, come fiaba della buonanotte, gli raccontava come aveva ucciso l’ultima vittima. Un padre che gli faceva lucidare i “trofei” sottratti alle vittime. Un padre che spera che il proprio figlio diventi un serial killer ancora più bravo di lui, che ha riversato sul figlio tutti i trucchi del mestiere.
Jazz non è mai andato in carcere a trovare il padre, ma nella sua testa sente costantemente la voce di Bill che lo mette in tentazione: come sarebbe facile uccidere quella persona? Come sarebbe facile attirare qualcuno nella propria trappola? Ma Jazz non vuole assolutamente essere come il padre, non vuole seguire le sue orme ma ha paura che, prima o poi, cederà alla voce e metterà in pratica gli insegnamenti ricevuti.
Fortunatamente non è solo. Ha un amico del cuore, Howie, che gli è sempre stato accanto e che gli permette di non superare mai il limite, di non andare oltre certi comportamenti e poi c’è Connie, la sua ragazza, che crede in lui e che lo supporta, che gli fa capire che non ha paura di lui e che sa che non gli farebbe mai del male. E poi c’è G. William, lo sceriffo che ha catturato Bill. Lui crede in Jazz, lo tiene costantemente d’occhio e sa che non è fatto della stessa pasta del padre. Ce la farà davvero? Davvero riuscirà a non cedere? A non cadere nella tentazione di ascoltare quella voce che gli dice che può uccidere? Quanto conta l’educazione ricevuta sui propri comportamenti?
Questo non è il classico libro giallo. I morti ci sono, il primo già nella prima pagina, ma non è questo l’importante del libro, le uccisioni sono solo il contorno. Il tema principale è la relazione tra padre e figlio, la manipolazione che Bill impone a Jazz e, soprattutto, il modo di pensare di Bill e le sue fragilità.

Visto il finale aperto ho cercato subito su internet per vedere se era già uscito un eventuale secondo capitolo, ma non ho trovato nulla di pubblicato in Italia. Spero che l’editore decida di mettere sul mercato il sequel quanto prima per permettere a chi, come me, ha apprezzato il libro, di venire a conoscenza di come proseguirà questa storia.

Elle

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