! RP ! Thunderhead, Neal Shusterman

COSA NON È QUESTO LIBRO.

Forse, per correttezza, per lasciare quel minimo di suspense, non dovrei iniziare subito così una recensione. Dovrei essere più ambigua, misteriosa, ma, mi spiace ragazzi, con questa saga io sono senza filtri. 
Di che libro vi parlo oggi? Del secondo libro della Trilogia della falce. 

La recensione del primo capitolo della saga la potete trovare qui. Questa recensione, essendo relativa al suo seguito, conterrà inevitabilmente SPOILER grandi come una casa sul contenuto della prima pubblicazione.

Lettore avvisato, mezzo salvato.


Perché la vita abbia un senso, deve esistere la morte.


Ci eravamo lasciati in Falce con una Citra Terranova diventata falce, spigolatrice ufficiale, ragazza che, insieme alle altri falci, ha il compito di porre fine alle vite umane. Vite che, in questo mondo, sono immortali. Non esistono più malattie, niente più guerre, la fame nel mondo è soltanto un vago ricordo dell’era mortale. Però bisogna in qualche modo sopperire ad una sempre più vicina sovrappopolazione terrestre. Compito quindi delle falci è quello di uccidere gli esseri umani, non per mero divertimento, ma per mantenere il pianeta in equilibrio.

Tutto il benessere in cui vivono gli esseri umani nasce dal lavoro del Thunderhead, un cloud che sovrasta il mondo, contenitore infinito di tutte le conoscenze, attento osservatore di quanto accade in ogni angolo (quasi) del globo.

Se ben vi ricordate, in Falce seguivamo l’addestramento di due personaggi: Citra da una parte e Rowan dall’altra.

Che ne è stato di Rowan? Lo scopriamo fin dalle prime pagine. Ciò che più disgusta questo ragazzo è il marciume che si nasconde all’interno del mondo delle falci. Gli dà fastidio la corruzione, la lussuria mal celata. Come sappiamo, una falce non dovrebbe mai provare piacere da una spigolatura, ma esiste una parte della congrega che non fa segreto di quanto uccidere gli piaccia. E quello che vuole fare Rowan è portare giustizia in questo mondo che si sta facendo via via più sporco. Tutto bene, non fosse che ciò che sta facendo è illegale e che le falci non vedono l’ora di vedere la sua testa lontana dal suo corpo.


La giustizia è nelle mani dell’universo. E al suono risponde sempre l’eco.


Ad intrecciarsi alle vite di Rowan e Citra ci sono altre due storie altrettanto intriganti. La prima riguarda tale Grayson, un ragazzo giovane, solitario, che ha trovato nel Thunderhead quel genitore premuroso e rassicurante che non ha mai avuto in vita sua. Quando si sentiva solo, il cloud era lì con lui e il Thunderhead, non scordiamocelo, ha a cuore la vita di tutti gli esseri umani, così, quando quest’ultima metterà alla prova Grayson, dire che il ragazzo rimarrà spiazzato è dir poco. Si vedrà la vita completamente capovolta: ciò che riteneva sbagliato dovrà ingoiarlo come corretto, dovrà dimenticare ciò che è giusto a favore di una giusta, seppur subdola, causa.

L’altra storia che va ad accompagnare le altre è quella che prende vita grazie al ritorno del Maestro Faraday. Il Venerando Maestro, nonché primo insegnante di Citra e Rowan, è alla ricerca di un qualcosa di leggendario, un luogo di cui nemmeno il Thunderhead è a conoscenza e di cui probabilmente non dovrebbe sapere nulla. Gli studi ad opera di Faraday sono silenziosi, si insinuano nel libro di tanto in tanto e, sì, ne sono rimasta davvero affascinata.


Io li conosco nell’intimo, eppure loro non potranno mai conoscermi completamente.


La particolarità di questo libro sta nella chiusura di quasi ogni capitolo. Se in Falce ogni capitolo si chiudeva con una pagina dei diari delle falci, qui si concludono con i pensieri del Thunderhead. Il Thunderhead si sta evolvendo, a tratti si dimostra compassionevole, altre volte deluso, altre ancora soddisfatto. Si sta umanizzando man mano che il mondo va avanti… Ma sarà una cosa buona?

Lo ammetto: non c’è mai stato un momento, durante la lettura, in cui mi sono detta “Il primo era migliore”. Sono stupita, davvero stupita. Siamo così abituati ad avere dei seguiti di livello inferiore rispetto a chi li ha preceduti che quando ho iniziato Thunderhead avevo quel minimo di timore.
Ma alla fine dovevo saperlo: dovevo sapere che Neal Shusterman non poteva deludermi. Mi ero troppo innamorata di Falce per non poterlo adorare anche con questo secondo libro. 

Mi sono persa in ogni sua pagina, in ogni sua parola più incantatrice dell’altra. I temi che affronta sono così lontani dal nostro mondo da essere, in maniera quasi raccapricciante, assolutamente attuali e perfettamente calzanti con la realtà che ci circonda.

Una volta terminata la lettura di Thunderhead ho provato la stessa necessità di cui sentivo l’esigenza dopo aver finito Falce: tempo, ho sentito il bisogno di avere tempo per metabolizzare, per digerire quanto letto, farlo mio, sentirlo mio. 
E poi ne provo un’altra, di necessità: ho bisogno di sapere quando uscirà il terzo capitolo della serie, che poi sarà pure il conclusivo. Al momento non sono pronta per chiudere questo mondo ma la curiosità vince sulla paura e nel frattempo mi siedo qui, aspettando con ansia.


In un mondo perfetto, non abbiamo tutti il diritto di amare ciò che facciamo?

Questa recensione fa parte del review party a cui hanno partecipato anche:



Elle

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