Ho letto tutti i libri di questa autrice e, molto sinceramente, se Uno splendido disastro mi è piaciuto tantissimo, gli altri mi sono sembrati tutti scritti con lo “stampino”. Tutti uguali, tutti con una prova difficile da superare, tutti scritti con lo stesso ritmo, con lo stesso metodo. Se vi state chiedendo perché li legga nonostante tutto quanto appena detto, sappiate che lo faccio perché ho la speranza che, prima o poi, possa riuscire a riprovare le stesse emozioni che ho provato leggendo il suo libro d’esordio.

L’unica possibilità è lasciarsi travolgere dal dolore, permettergli di strangolarti, masticarti e poi sputarti, e solo a quel punto si può continuare a vivere.

Naomi è la collega di Trexler che abbiamo già incontrato nel libro Sei il mio inganno, di cui trovate la recensione qui. È una donna alle soglie dei trent’anni che la vita ha già segnato abbondantemente. È una specie di Rambo al femminile, che non ha paura di affrontare a viso aperto alcun tipo di criminale. È una tosta, una dura, ma questa parola non dà l’idea di quanto lo possa effettivamente essere. È cresciuta in mezzo al deserto con il padre che ha fondato la nuova milizia, si è sposata con Matt, un Marines morto poi in missione e, successivamente, ha deciso di prendere il posto del marito nella sua stessa squadra. Adesso che Trex l’ha chiamata a Colorado Springs per seguire un nuovo lavoro, ha l’opportunità di ricominciare da capo, riprendere le fila della sua vita, cercare di superare il lutto che, nonostante siano passati anni dall’accaduto, ancora si porta dietro le ferite.

… A volte diamo per scontato che gli altri sappiano quanto teniamo a loro, e scopriamo che così non è solo quando ormai è troppo tardi.

Anche Zeke lo conosciamo già. È un collega di Taylor e Tyler Maddox nella squadra degli Alpines. Zeke è quello gentile del gruppo. Quello dal fisico scolpito ma dal cuore tenero. Quello che si sente in famiglia quando è con la sua squadra al lavoro sul campo. Anche Zeke non ha un passato facile alle spalle: fin da piccolo ha dovuto contare solo su sé stesso perché la madre naturale era una tossicodipendente. Fortunatamente è stato dato in affido ad una famiglia che ha saputo prendersi cura di lui ed amarlo come meritava, ma le ferite inferte sono ancora aperte.

Io vorrei essere ciò che ti fa dire che ne vale la pena.

Zeke sa che Naomi è troppo per lui, troppo dura, troppo indipendente, troppo legata al ricordo di Matt, eppure non riesce a starle alla larga. Naomi, da parte sua, non riesce a staccarsi dal ricordo del marito defunto. Si ritiene ancora sposata con lui. Solo quando inizia a rendersi conto che a Zeke si è affezionata, che ci tiene davvero a lui, inizia a lasciarsi andare, a far vedere il suo lato più tenero. Ma a complicare le cose c’è il destino: prima nella persona di Peter e poi nella veste di una malattia.

È solo quando le cose si faranno davvero complicate che la tenacia e la vera forza di Naomi escono allo scoperto. Ma è anche il momento in cui Zeke mostrerà il suo “tallone d’Achille”, il suo punto debole, tutta la sua insicurezza.

… La cosa peggiore è anche la migliore: la vita va avanti.

Zeke e Naomi sono i personaggi che, dopo Travis e Abby, mi sono piaciuti di più. Lei dura e spietata e lui tenero e indifeso. Lui che scappa alla prima occasione buona per paura di soffrire e lei che, per il sentimento che li lega, mette da parte l’orgoglio e lo insegue, lo cerca e cerca di sistemare la situazione, di trovare un giusto equilibrio.

A differenza di altri libri di questa autrice, dove ho trovato gli ostacoli da superare quasi inverosimili, in Sei il mio inganno l’ho trovato davvero reale. Una cosa che a chiunque potrebbe succedere e che, davanti a quella specifica difficoltà, non sai come reagire, come poterla affrontare. Mi è piaciuta la forza dimostrata da Naomi, il suo riuscire a guardare al futuro nonostante il dolore affrontato nel passato. Mi è piaciuto meno il comportamento da vigliacco di Zeke. Invece di reagire, di farsi coraggio, di trovare quella forza in sé e appoggiarsi alle persone che più gli vogliono bene, ha preferito la via più semplice. Ha preferito mettere la testa sotto la sabbia.

No. Ma è così quando ci si ama. Ci si prende cura l’uno dell’altra, Zeke…

Anche se avrei voluto un po’ più di pathos, di cuore in gola, devo dire che Jamie McGuire si è dimostrata all’altezza delle mie aspettative, riviste un pochino al ribasso ma comunque di un certo livello. Mi è piaciuto ritrovare personaggi che ho già incontrato in altri suoi libri e vedere anche alcuni loro lati nascosti.

Visto che questo è il secondo libro di una trilogia, non vedo l’ora di scoprire a che personaggi verrà dedicato il capitolo conclusivo della serie, con la speranza di non dover aspettare troppo a lungo.