A volte mi capita, dopo aver concluso un libro che mi ha preso molto, di dover assolutamente
cambiare genere. Qualsiasi libro per quanto bello e scritto bene, messo al suo confronto, non è
assolutamente all’altezza. Mi è capitato anche in questo caso. Dopo aver letto un bellissimo
romanzo rosa che mi ha tenuto attaccata alle sue pagine fino alle quattro di notte (o di mattina?)
ho dovuto dirottare la scelta su un giallo (Sì, stavo parlando dell'ultimo della Marconero - recensione qui). Un libro che è da tanto che ho sul fatidico comodino e
che, finalmente, ha trovato il suo momento.
Si tende erroneamente ad associare visi deturpati al male, ma per attrarre la vittima è
necessario avere un bell’aspetto.
Kyle è un uomo che ha fatto della sua passione per la fotografia, un lavoro. È un fotografo
professionista che ama ritrarre edifici abbandonati. Ci si intrufola più o meno legalmente e, in
queste avventure, viene accompagnato da Alec, ragazzo giovane preso sotto la sua ala protettrice
e anch’egli fotografo promettente. La loro ossessione, ultimamente, è il vecchio manicomio
Willard, a New York. La leggenda vuole che qui di pazienti ne siano entrati tanti ma nessuno ne è
mai uscito sulle proprie gambe. Alec ha una vera e propria attrazione per questo strano posto e
non riesce a restarne lontano. Tutto precipita il giorno in cui nel vecchio manicomio viene
trovato il cadavere di una giovane donna. Tutti gli indizi raccolti dalla polizia virano proprio sul giovane
Alec che viene prontamente arrestato. Kyle non può credere che il suo aiutante, a cui è molto
affezionato, possa essere l’assassino e, tantomeno, accetta le accuse di essere suo complice. Visto
che la polizia pensa di avere già in mano l’assassino non si premura di effettuare indagini più
approfondite: queste spettano a Kyle.
Kyle è in un momento particolare della sua vita, la moglie Amber lo ha lasciato e lui si ritrova
confuso e amareggiato a dover gestire le emozioni contrastanti che prova. A questo si aggiunge il
fatto che ormai vive da mesi in un hotel abbastanza squallido, l’accusa di omicidio di Alec e
l'insinuazione di esserne complice. Se l’infido agente Bowman non ha alcun dubbio sulla loro
colpevolezza, Kyle è certo del contrario e, dopo uno smarrimento iniziale, si trova a cercare indizi
che possano scagionare il suo giovane amico. In questo viene affiancato da una bellissima donna che entrerà prepotentemente nella sua vita. Fianco a fianco inizieranno a conoscersi e a trovare il
bandolo della famosa matassa.
Strana razza, noi, esseri umani. Comodamente seduti sulle nostre poltrone, non esitiamo a
donare due dollari tramite sms soltanto perché una trasmissione in tv ci esorta a farlo. Poi,
ignoriamo un nostro simile, sporco e sfinito, a un palmo dal nostro naso. Credo che mettersi nei
panni di quelle persone, provare le loro sofferenze, aiuterebbe ad avere un mondo migliore.
Trovo che recensire un libro giallo sia sempre molto difficile. Più che fare l’analisi dei protagonisti e
dare il proprio parere sulla storia non si può fare molto di più, altrimenti si rischia lo spoiler e non
è questo il mio obiettivo. Mi sono approcciata a questo libro con un po’ di riserve. La prima tra
tutte è dovuta al fatto che mio marito ha letto il libro prima di me e me lo ha consigliato e
difficilmente riusciamo ad avere lo stesso parere su un testo, ma si sa, c’è sempre
l’eccezione che conferma la regola.
Il libro è scritto bene e la lettura è davvero piacevole e scorrevole. Ho trovato che nella parte
centrale la narrazione rallenti un attimo il ritmo, ma si riprende in maniera ottimale sul finale, chiudendo
col botto, lasciando a bocca aperta il lettore, con un’espressione stupita sul viso e con la voglia di
leggerne ancora.
Devo fare i complimenti all’autore per questo suo libro d’esordio e non mi resta altro che augurare a lui di
seguire questa sua vena creativa e augurare a me di trovare presto in libreria altri suoi testi.
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