Caged, Naike Ror

Siamo quasi in dirittura d’arrivo con la Red Oak Manor Collection e, in tutta sincerità, mi spiace tantissimo. Mi sono affezionata a questa serie e ai suoi personaggi e al suo modo di scandire il mio tempo e sapere che a breve tutto finirà mi lascia con un po’ di tristezza.

 

«Non sei né sfigata né sola, Sofia. Sei una donna che ha degli obiettivi e questo a volte ti porta a sembrare matta agli occhi degli altri, ma chi se ne frega! Tu sai quello che vuoi e quello che è giusto per te, e non necessariamente deve coincidere con quello che vogliono gli altri.»

 

Sofia Mercalli è alla soglia dei trent’anni ed è a capo della gestione dei Magazzini Serafini, una delle aziende più importanti per il commercio di stoffe di New York. Già suo nonno e suo padre lavoravano per la famiglia Serafini e Sofia è praticamente cresciuta in mezzo alle stoffe. Ha studiato marketing proprio per poter entrare nella gestione dell’azienda e ora che ne è diventata il capo, si dedica anima e corpo al suo lavoro. Non ha problemi a fermarsi in ufficio al di fuori del suo orario e non si fa problemi a dormire in ufficio se ci sono delle call da fare ad orari improponibili. Per lei il suo lavoro è talmente importante che la vita sentimentale viene messa in secondo piano. Ovvio che vuole trovare un uomo che le possa stare a fianco ma il tempo che ha a disposizione per dedicarsi alla ricerca non è molto e, per questo motivo, si appoggia alla Never Alone, una società di ricerca dell’anima gemella.

Gli incontri con questi uomini devono essere effettuati presso un ristorante accreditato, il GoodIsFood, dove avvengono praticamente tutti gli incontri delle persone iscritte alla Never Alone. Peccato che quando Sofia si presenta agli appuntamenti e, per coincidenza, è presente anche l’Innominabile, i suoi incontri vanno tutti a rotoli. Per quanto possa portare pazienza e dare un’altra chance all’uomo che deve incontrare, se Lui è presente, non c’è niente da fare. La possibile relazione muore sul nascere. Le cose si complicano ulteriormente quando Sofia partecipa al matrimonio di una sua amica e il pastore che celebra la messa è proprio lui. L’innominabile. Come è possibile che sia solo una semplice coincidenza? E come resistere alla tentazione di lanciargli una clutch in segno di protesta?

 

«La vita è una maratona, ma io non voglio camminare per poi perdere. Corriamo perché tutti attorno a noi corrono e non voglio vederci arrivare ultimi quando possiamo vincere.»

 

Adoro leggere i libri della Ror e ho amato Amos e Sofia (più Amos che Sofia). Lei l’ho trovata troppo precisina, troppo perfetta, quasi surreale. Sempre vestita alla perfezione, bella, intelligente, in carriera. Il suo tallone d’Achille è proprio la vita amorosa che è praticamente inesistente. Si è fossilizzata sulla ricerca dell’uomo che incarnasse tutti i suoi desideri quando, in realtà, l’uomo perfetto ce l’aveva sotto il naso da mesi e non l’aveva mai nemmeno preso in considerazione. Una caratteristica che la accomuna a noi “comuni mortali” è l’amore per la famiglia, in particolare per il nonno. Sofia è una donna molto coccolata (a volte forse anche troppo) dalla madre e, ancor più, dal nonno. Lei lo adora e questa adorazione è ricambiata. Ho adorato anche le sue due sorelle che, con le loro caratteristiche così marcate, così diverse da lei, le ho apprezzate maggiormente. La caratteristica che, secondo me, fa scendere Sofia dal piedistallo è il suo essere un po’ capricciosa. Tutto deve essere come intende lei. Tutto deve filare alla perfezione. E se qualcosa va storto punta i piedi. Fa un po’ di “capriccetti”.

E poi c’è Amos. Amos è bellissimo, carismatico, intelligente e intraprendente. È un pastore che ama aiutare il prossimo. Ama la sua comunità e cerca di fare il possibile per aiutare i più bisognosi. È cresciuto al Red Oak Manor e fa parte della famosa NASA. Il fatto di aver vissuto questa esperienza così traumatizzante, lo ha segnato profondamente. Per fortuna ha avuto un “Papà Gambalunga” che lo ha sempre aiutato nei momenti più difficili e che gli è stato accanto il più possibile. Amos è riuscito ad entrare nella vita di Sofia in punta di piedi. Passettino dopo passettino. Ha saputo prenderla per il verso giusto. Ha riso della sua superstizione e ne ha fatto un punto di forza. Ha rigirato la frittata a suo favore e ha creato abitudini a cui è stato facile abituarsi. Amos è stato scaltro eppure è stato bravissimo a far affezionare Sofia a sé. Sono riusciti a incastrare, come un puzzle, i due caratteri forti e sono riusciti a smussare quegli angoli del loro carattere che erano troppo appuntiti. Sono riusciti a trovare una quadratura che compensasse i difetti e che esaltasse i loro punti in comune. E che li facesse legare indissolubilmente.

 

Perché alla fine tutto quello che la gente col mio passato cercava, oltre la speranza, era la normalità.

 

Da qualche giorno anche Jaded è online... Inutile dirvi che è arrivato subito nel mio kindle e, sì, l'ebook è già stato aperto ;)

Elle

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