Il giro di boa è stato fatto. Siamo ormai alla sesta uscita della Red Oak Manor Collection e stavolta parliamo di un’autrice di cui ho letto poco e che mi aveva lasciato un po’ così, indecisa tra la promozione e la bocciatura. Questa volta avrà raggiunto la sufficienza?
Io le regole non le infrango.
Io le ignoro categoricamente.
Le regole non esistono nel mio
piccolo e sporco mondo, a meno che non sia io a dettarle.
Caleb è il figlio di una coppia “leggermente” squilibrata
e lui ha sempre sentito quello squilibrio dentro di sé. È finito a Red Oak
Manor consapevole di ciò che erano i suoi genitori e con l’intenzione di non
farsi adottare. Non ha mai provato sentimenti particolari per i suoi compagni
di vita. Ha un debole per June e Dylan, con cui ha legato particolarmente, e
un’attenzione di convenienza per Kimberly ma nessuna ragazza gli interessa dal
punto di vista sentimentale e nessuna ha scalfito il suo cuore di ghiaccio.
L’unico sentimento che prova è l’invidia. Invidia verso i ricchi della
cittadina. Verso coloro che hanno tutto e che snobbano un poveraccio come lui.
Verso ciò che possiedono e che lui non può avere. Caleb è a tutti gli effetti
un adolescente problematico. Beve alcolici, fuma, si fa le canne, fa sesso per
il solo gusto di farlo e ruba. E la sua più grande aspirazione è quella di
diventare un rapinatore. Fare soldi facili.
Per questo crea la sua banda. Lui è il capo, Kristian è
il suo braccio destro, Jonah quello che non si tira mai indietro se c’è da
sparare ed Ezra è il mago dei computer. E poi c’è lei, la mina vagante. Il
piccolo mostriciattolo che gli si è appiccicato addosso quando Caleb aveva
diciassette anni e lei solo nove. Violet.
Donna non è sinonimo di debolezza
e incapacità di difendersi.
Donna è coraggio, forza, determinazione.
Non mi sono mai sentita inferiore
agli altri, mi sono sempre fatta valere, e ho sempre raggiunto il mio
obiettivo.
Violet all’orfanotrofio ha scelto di andarci. Era stufa
di vivere con una madre che si portava a casa i clienti e che questi avessero
iniziato ad avere mire su di lei. Violet è scaltra, furba, intelligente e non
ha paura di niente. Non ha paura di affrontare i ragazzi più grandi di lei. Non
ha paura di arrampicarsi sugli alberi più alti della foresta. E non ha paura ad
avvicinare quel ragazzino che non la degna di uno sguardo, ma a cui non sa
stare lontano. Diciamocelo sinceramente, Violet per Caleb è una vera piattola
attaccata al sedere. Gli è sempre tra i piedi. E più lui la respinge, più lei ci
prova gusto a scalfire il suo guscio.
Insieme saremo più forti.
Insieme saremo tutto ciò che la
vita ci ha tolto, senza un briciolo di pietà.
Sono passati anni. Anni in cui Caleb si è preso cura
della sua banda, dei suoi fratelli. Anni in cui hanno fatto colpi che hanno
fruttato soldi. Anni in cui vivono nascosti nella foresta come se fossero una
grande famiglia. Ora Caleb ha ventisette anni e Violet diciannove. Lui è sempre
senza cuore, apparentemente senza sentimenti. Lei è sbocciata. È diventata una
ragazza un po’ dark. E i suoi sentimenti per Caleb non sono mai cambiati. Anzi,
si sono rafforzati. E più lei cerca di avvicinarsi, più Caleb la respinge. E
Violet, di questo tira e molla, è letteralmente stufa. Non ce la fa più a
sopportare la sua indifferenza, a vedere il suo cuore andare in pezzi tutte le
volte che lui la allontana.
Quanto potrà andare avanti questa situazione? Chi dei due
crollerà per primo? Caleb scoprirà di avere un cuore o Violet si farà andare in
mille pezzi il suo?
Anche le guerriere prima o poi si
arrendono, gettano le armi lucenti, si liberano dell’armatura d’oro e si concedono di annegare
nel pianto.
Ho fatto davvero tanta tanta fatica a leggere Cruel. Fatica perché non sono riuscita ad amare i
personaggi. Fatica perché ho odiato Caleb dal primo momento. Fatica perché in
lui non ci ho visto assolutamente nulla di bello, solo distruzione.
Lui è l’antagonista per eccellenza. Lui è il cattivo.
Quello da odiare. Quello da cui guardarsi le spalle. Lui è quello che non
vorresti mai avere come nemico. È vendicativo, è territoriale, è spietato. A
lui interessa la vita facile, i soldi facili, le ragazze facili. Per soffocare
la sua indole più pura deve sballarsi. Che sia di adrenalina, whisky, cocaina o
tutte e tre le cose insieme poco cambia. Non rispetta le regole, le persone, il
bene altrui. Lui vuole qualcosa? Se lo prende. Indipendentemente che possa
farlo o meno.
E con Violet? Vogliamo discutere di come si comporta? Lui
non la vuole ma nessuno può averla. Nessuno si può avvicinare a lei. Nessuno
può avere ciò che lui non vuole. La tratta male e quando lei si allontana
(oserei anche dire “finalmente”) lui non ci sta. Fa i capricci come un bambino.
La tratta non come se fosse una persona, ma come se fosse un oggetto da prendere
e lasciare, come se fosse una sua proprietà. E mi spiace, ma questo non è
amore, è possesso.
E Violet? Lei si è immolata per uno stronzo. Per uno che
non la rispetta. Invece di piantarla di stargli addosso e prendere una strada
diversa, magari una che le porti un po’ di tranquillità e serenità, si aggrappa
con tutte le sue forze a quel filo sottilissimo che lui le tende. Quel filo che
è talmente sottile che non può esserle d’aiuto, figuriamoci se può sostenerla.
Con quel filo può, al massimo, rattoppare uno dei millemila strappi che Caleb
ha inferto a quel cuore che ancora, non si sa come, palpita per lui.
Tirando le somme. Il libro mi è piaciuto? Mh. Mi spiace ma la risposta è no. Ci ho messo un sacco a leggerlo e non sono riuscita a empatizzare coi protagonisti. L'ho trovato farcito di parolacce e imprecazioni che si sarebbero potute evitare. L'ho trovato troppo violento e troppo "facile". Facile le scappatoie che trova Caleb per vivere. Facile il modo in cui l'autrice risolve la questione dei minori che lasciano un orfanotrofio. Facile la giustificazione che si dà a questi ragazzi che fondamentalmente sono degli sbandati.
Quando si ama una persona,
bisogna anche avere il coraggio di lasciarla andare.
Ora che Candy è online non mi resta altro da fare che andare a scaricarlo e iniziare a leggerlo...
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