Una delle cose che mi sono ripromessa per questo 2022 è quella di sfoltire la pila di cartacei che ho in casa... Se la sfoltisco ho una scusa in più per acquistare nuovi libri, no?
Quindi, tra i primi libri che ho preso in mano c'è proprio Il gatto che voleva salvare i libri, un romanzo arrivato per Natale, dono di una cara amica che, con un testo unico, ha raccolto due delle mie passioni: i libri e i gatti ♥
L'arma migliore per sopravvivere in un mondo pieno di sofferenze non è la razionalità né il vigore fisico, ma il senso dell'umorismo.
Prima di parlarvi della trama del libro, vorrei soffermarmi sulla sua "provenienza". È un romanzo giapponese e prima di addentrarvi in un autore giapponese dovete prepararvi. Il loro modo di scrivere è molto diverso da quello occidentale. All'interno dei loro testi è presente un mondo fatto di sottotesti, di piccole sfumature che, molte volte, al lettore occidentale, sfuggono ma, quando vengono scoperte aprono gli occhi, danno vita ad una visione diversa su ciò che li circonda. A mio parere, i romanzi orientali sono magici proprio per questa loro capacità di far vedere le cose in maniera diversa, quasi ultraterrena. C'è più spirito che materialismo e per me è wow.
"Leggere non è soltanto piacevole o emozionante. Ogni tanto bisogna esaminare riga dopo riga, rileggere più volte a ritroso la stessa frase, e procedere con lentezza sforzandosi di capire. Come risultato di tale impegno gravoso, di colpo ci si apre la mente. Proprio come la vista che ci appare improvvisamente dopo aver completato un lunghissimo percorso in salita."
Rintaro è soltanto un ragazzino quando il nonno muore e gli lascia in eredità la libreria in cui Rintaro è cresciuto. Orfano di entrambi i genitori, al funerale del nonno conosce una zia, la quale diventa sua tutrice. Lei però abita lontano, quindi per Rintaro non rimane altro che chiudere l'attività del nonno, fare i bagagli e trasferirsi.
Di Rintaro sappiamo che è un hikikomori, dal funerale del nonno non si presenta più a scuola, il suo mondo inizia e finisce nelle quattro mura della piccola libreria del nonno. L'idea di abbandonare il suo porto sicuro non lo spaventa più di tanto, o almeno il lettore non lo percepisce, così come non sembra disturbarlo particolarmente l'idea di ritrovarsi in una città a lui sconosciuta.
Un giorno, però, dalla porta entra un cliente particolare: ha quattro zampe, una lunga coda e miagola. Ma non solo!
"Molte persone vivono la loro quotidianità senza accorgersi di cose ovvie. "Non si vede che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi." "
"Be', questa è una vera sorpresa... [...] Non avrei mai pensato di sentire un gatto citare Il piccolo principe"
Tora sa tutto di Rintaro, conosceva suo nonno e conosce le abitudini del ragazzino e, proprio a lui, vuole affidare un compito tanto speciale quanto arduo: quello di salvare i libri. I libri in questione si trovano in labirinti presenti in una sorta di mondo parallelo - che però nel nostro mondo sono ben presenti.
Ed è così che Rintaro, Tora e successivamente anche Yuzuki - compagna di classe e futura amica di tizio - conosceranno personaggi particolari: l'uomo che teneva nascosti i libri, l'uomo che li ritagliava, l'uomo che pensava solo a venderli.
"Non bisogna prendersela con la montagna perché la via per salire è scoscesa. Anche procedere con il fiatone passo dopo passo è uno dei piaceri dell'arrampicata."
Non starò qui a parlarvi della metafora del labirinto, di preconcetti e pregiudizi, così come di metafisica. Ma vi dirò invece che Il gatto che voleva salvare i libri è un libro dal significato profondo, che va oltre a ciò che il titolo vuole presentare. Piccola chicca, nel titolo originale il gatto non voleva salvare i libri, bensì proteggerli...
È un libro adatto a qualsiasi fascia d'età: occhi giovani e meno giovani ci troveranno ciò di cui loro, in quel momento, hanno bisogno...
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