Ho deciso che è arrivata l’ora di leggere qualcosa di diverso dal solito romanzo rosa. Ebbene sì, ho deciso di cambiare genere. E mi sono buttata a capofitto su un libro che avevo acquistato da tanto e che non ho mai avuto il coraggio di prendere in mano. Sapevo che trattava un argomento non proprio semplice da affrontare e quindi, col timore di rimanerci male, ho pensato bene di tenerlo lì, in un angolino del mio Kindle. Ma il suo momento è arrivato. E ora ve ne parlo.
Il suo corpo è una prigione. Ed è un posto terribile dove essere confinati.
Sara era una bambina prodigio. È sempre stata molto brava a suonare il pianoforte e ha seguito questa sua passione studiando approfonditamente questo strumento per anni e diventando così una pianista molto affermata. Quando era bambina i genitori la elogiavano continuamente per questa sua abilità. Non era solo una bambina prodigio, era una bambina modello. Sempre gentile, sempre attenta a seguire gli ordini dei genitori. Mai un capriccio. Il suo esatto opposto è la sorella Denise. Anche lei ha la musica nel sangue ma lei non è una pianista. Lei crea canzoni. Denise, al suo contrario, è quella che faceva un sacco di capricci. Quella che si sentiva trascurata e faceva di tutto pur di attirare l’attenzione. Ancora oggi, da adulta, è quella “trasgressiva”. Convive con un uomo che i genitori non approvano e dal quale ha avuto una figlia all’età di sedici anni. Ma pur di infastidirli, Denise si tinge spesso i capelli con colori vivaci e molto forti. Sara e Denise sono state cresciute in una famiglia benestante e altezzosa. Il padre è un famoso avvocato e la madre è succube del marito.
Le cose con gli anni non sono cambiate più di tanto. Sara è ancora quella bambina diligente e obbediente che ha deciso di mettere in stand-by la propria carriera per aiutare la sorella con la gestione della figlia, Anna. Al momento insegna in conservatorio, studia all’università e convive con la sua migliore amica, Jennifer.
“Se c’è una cosa che sai fare è aiutare le persone. Che lo vogliano o no. Le persone hanno l’istinto di fidarsi di te. E io credo che sia tuo dovere sfruttare questa qualità.”
Gabriele è appena rientrato dagli Stati Uniti, dove studiava all’università, per seguire il padre che ha avuto un infarto. Ha ripreso gli studi di psicologia alla sua vecchia università e aiuta il genitore nella gestione dello studio. Gabriele ha un talento notevole nell’entrare in empatia con le persone con cui ha a che fare. Per questo è stato sponsorizzato per aiutare una psicologa in una scuola superiore, ed è proprio lì che farà lo stage.
Quando Gabriele e Sara si incontrano la prima volta, lui ne rimane affascinato. La sua bravura al pianoforte, il suo modo di essere così controllata, l’aurea di mistero che la circonda sono solo alcuni dei fattori che lo attirano. Eppure Gabriele la sensazione che qualcosa in Sara non vada come dovrebbe, ce l’ha fin da subito. Ma il sesto senso è affidabile o qualche volta inganna? Eh, in questo caso il sesto senso di Gabriele ha fatto centro. Qualcosa di stonato, in quella melodia perfetta, c’era. Ma come fare ad affrontare apertamente il problema quando la persona interessata è praticamente chiusa ermeticamente e nega l’evidenza?
C’era qualcosa nel suo sguardo… come se dentro avesse un mondo tutto suo. E avevo voglia di vederlo. Di capirlo.
Premetto che mi aspettavo grandi cose da questo libro. E, mi spiace dirlo, ma sono rimasta in parte delusa. Il libro in sé è scritto molto bene. La scrittura è fluida, scorrevole, anche abbastanza coinvolgente. Quello che mi ha lasciato un po’ perplessa è il modo in cui è stato affrontato l’argomento spinoso della violenza su minori. Capisco la scelta di non parlarne direttamente ed esplicitamente (scelta che peraltro condivido) ma, alla fine, Sara non parla mai di quanto accaduto durante la sua infanzia. Non ne parla con Gabriele, la persona che la ama per ciò che è e che l’accetta per ciò che è realmente. Non ne parla con Jennifer e nemmeno con la sorella (che non si capisce bene se fosse a conoscenza o meno di quanto le succedeva quando vivevano sotto lo stesso tetto). A svelare il segreto sono dei ricordi, abbastanza da pugno nello stomaco. Ciò che mi ha lasciata maggiormente con l’amaro in bocca è stato il motivo per il quale le molestie sono iniziate. Quando l’ho letto non volevo crederci! Il motivo è davvero così futile?!? Mi sarei davvero messa a piangere. Ma il massimo della delusione l’ho provata sul finale. Speravo finalmente in una spiegazione di Sara, speravo in un chiarimento. Una dichiarazione. Qualsiasi cosa. Puntavo anche sull’epilogo. E invece… niente. Troncato tutto sul più bello. Solo la parola fine. Non una parola di più, né una di meno. Nada de nada. Punto.
Ecco care follower. Sappiate che io lontano dal rosa non ci so stare. Almeno non a lungo. E quindi vedo di ributtarmici a capofitto. Adiossss
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