Esiste un solo motivo per sposarsi? Penso di no. C’è chi si sposa per amore. C’è chi si sposa per convenienza economica. C’è chi poi si sposa per avere un documento valido per vivere in una nuova nazione. Ma c’è anche chi si sposa con l’uomo che non ama perché, nel caso in cui lui dovesse andarsene, lei non ci starebbe poi così male. È per questo ultimo motivo che Holly decide di sposare Victor Van Hacker.
«La vista del cielo è capace di
rimettere ogni cosa nella giusta prospettiva. Basta solo rendersi conto di
quella tale vastità, vederla o immaginarla al di là di un soffitto, e la paura
svanisce all’improvviso, perché non può esisterne una più grande del cielo.»
Holly è una logopedista molto attiva anche nel sociale.
Lavora al New York Hospital, ha uno studio e fa volontariato alla clinica St. Orson.
È molto affezionata ai suoi pazienti e preferisce stare con loro piuttosto che
a cene di gala dove riceve premi per il suo impegno nel lavoro. Holly è una
ragazza molto riservata, senza grilli per la testa. Il suo obiettivo è il
lavoro e chiudere il prima possibile il mega prestito studentesco contratto per
studiare al college. Da qualche anno soffre di attacchi di panico che sconfigge
a suon di It’s Time degli Imagine Dragons e orsetti gommosi. La sua vita
gira attorno al lavoro, alle sue due più care amiche nonché coinquiline, Pam e
Ashley e al fidanzato. Oserei dire esattamente in quest’ordine. Ma come fare
per organizzare un matrimonio in sole dodici settimane quando non si ha nemmeno
il tempo per respirare? Rivolgendosi alla migliore agenzia della città: la
Velvet Box della efficientissima Matilda Clark.
«Il tempo non ti
aspetta, il tempo ti frega. Preferisco pentirmi di qualcosa che ho fatto
piuttosto che di qualcosa che non ho fatto.»
Matilda si è fatta un nome nel settore delle wedding planner
lavorando duramente e cercando di accontentare sempre tutte le sue clienti. La
società è stata “ereditata” dai genitori che l’hanno passata a lei e al
fratello Jason. Jason, però, non ha mai voluto lavorare per l’azienda di
famiglia. Non ha mai preso l’impegno. O meglio, non ha mai preso UN impegno.
Perché dovete sapere che Jason è uno scapestrato. Lui ama fare festa, e le sue
feste sono davvero molto famose. Vive in una villa multicolore con piscina. Ha
delle palme in giardino a cui ha fatto installare delle finte liane per potersi
lanciare direttamente in acqua. E ha anche un parco auto di tutto rispetto. Lui
è della corrente di pensiero del “bisogna divertirsi SEMPRE” e segue questa
filosofia alla lettera. È per questo motivo che la sorella, non potendone più
del suo stile di vita, gli dà il compito di portare a termine un matrimonio. Il
matrimonio di Holly e Victor.
«Non capiamo mai chi siamo tutto in
una volta, Hols. Succede pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno, finché a un
tratto abbiamo abbastanza pezzi da sentirci completi.»
Io adoro Kat Sherman. Tutti i suoi libri che ho letto li ho
amati e devo dire che anche Wedding Disaster non è da meno. Ho trovato
Jason davvero irriverente. Divertente. Sopra le righe. Eppure con una
sensibilità non indifferente. Una sensibilità che, da uno come lui, non ti
aspetteresti mai. È riuscito a guardare oltre la corazza che Holly si è
costruita attorno. Una corazza che pensava fosse a prova di bomba e che,
invece, la “granata” Jason è riuscita a scalfire. Forse proprio grazie al suo
carattere così solare, menefreghista, anticonformista, così diverso da Holly al
punto da risultare il suo contrario. Perché tanto la vita di Jason è
movimentata, tanto quella di Holly è un piattume totale. Solo una volta che Jason
entra nella sua vita questa prende una piega diversa. Una piega che nemmeno
Holly avrebbe mai pensato di poter prendere.
Leggere questo romanzo è un su e giù di emozioni. Si passa
dal sorriso alla serietà in tempo zero. Per poi commuoverti e leggere una
dichiarazione d’amore con le lacrime agli occhi. Ci sono scene imbarazzanti,
alcune incredibili, altre improbabili. Alcune mi hanno fatto proprio ridere,
altre invece mi hanno fatto riflettere, altre ancora mi hanno riempito il cuore.
Eppure in questo susseguirsi di alti e bassi, pagina dopo pagina, si arriva
alla fine di questo libro che non vorresti mai lasciare andare.
«Certe cose non
rientrano nella categoria giusto o sbagliato. Certe cose vanno semplicemente fatte
perché è un ordine che parte da ogni singola molecola che ti compone, e
diamine, non puoi farne a meno. Io non le sento le voci dei perbenisti ipocriti,
io sento solo il mio sangue. Nessuno che abita fuori dalla tua testa può sapere
meglio di te cosa è giusto per la tua felicità.»
Di nuovo ho pensato che il modo di scrivere di questa autrice
è davvero molto fluido e coinvolgente. Anche questa volta, pagina dopo pagina,
in un batter d’occhi si arriva alla fine. Per quanto i suoi libri siano molto
corposi in quanto a numero di pagine, la lettura è talmente veloce che, in men
che non si dica si è già arrivati alla fine e, anche se non sei pronto a
lasciar andare i protagonisti, ti ritrovi a doverlo fare. Ti ritrovi però a pensarli
e a portarli con te durante la tua giornata e la tua routine.
Ma, in fondo, è proprio vero: la
normalità è sopravvalutata, la vita è tutto fuorché prevedibile e lineare.
Trova sempre il modo di essere straordinaria e di lasciarci a bocca aperta.
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