Luna di miele per principianti, Kat Sherman

Quanto adoro i libri di Kat Sherman? Tantissimo. E voi lo sapete molto bene. Piano piano sto cercando di recuperare quelli che ho lasciato indietro ma, appena ho visto che era uscita con un nuovo romanzo, beh, non sono riuscita a trattenermi. Scaricato, iniziato e di-vo-ra-to.

 

«Vedi, Murphy, quando ti trovi davanti qualcuno, questa persona può essere alta e muscolosa, oppure incredibilmente bella, o può indossare una giacca da dirigente senza scrupoli, ma la verità è che siamo fatti tutti della stessa materia, sotto la scorza. Sanguiniamo tutti rosso. E condividiamo la medesima paura: quella di non essere capiti e di non essere amati abbastanza.»

 

Ariel è una ragazza che si è appiccicata addosso un sacco di spine, modello cactus. L’ha fatto per sopravvivere ad un dolore che la consuma giorno dopo giorno, da troppo tempo. Per provare ancora un briciolo di voglia di vivere ha fatto una promessa: per un anno dirà sempre di sì a tutto ciò che non sia fare un’azione pericolosa, sessualmente inopportuna o moralmente sbagliata. E Ariel è dannatamente brava a mantenere le promesse. Per questo motivo ora si trova alle Bahamas a recensire hotel extralusso con attività per neosposi. Il suo compagno di viaggio, però non è Emma, la sua migliore amica, ma Bradley Kerr.

 

Se ci provi non hai la certezza di riuscire, ma se non ci provi hai la certezza di aver già fallito.

 

Bradley è il famoso scrittore della serie di libri di auto-aiuto. È un uomo sempre vestito di tutto punto, capelli perfetti e occhi fantastici. Bradley è un adone, è uno che dispensa consigli a tutti ma non è in grado di seguirne neanche uno. È uno con la risposta sempre pronta, in grado di affrontare tutte le situazioni senza perdere il suo modo di fare accattivante e sfrontato. Adora nascondersi dietro occhiali da sole Cartier e affogare i cattivi pensieri in bicchieri di Gold Rush, divenuto suo compagno di vita.

 

La vita vera non è solo pagare le bollette, mettere su una serie infinita di lavatrici e fare i conti per vedere se riesci a permetterti di riparare il tetto. La vita vera è bere un drink da un bicchiere di plastica mentre senti che il tuo cuore si espande come lo spazio. La vita vera è aprire gli occhi la mattina e trovare lo specchio di te stesso che ti guarda e ti sorride, e ti ha anche preparato il caffè. La vita vera è quella che ti attraversa ma si trattiene un po’ più a lungo prima di andarsene. Tutto il resto sono commissioni, corse, ostacoli e la distaccata freddezza della quotidianità.

 

Ma cosa accomuna Ariel e Bradley? All’apparenza assolutamente niente. Ariel vive nel suo mondo di musica sparata dentro le orecchie, di risposte al vetriolo, di nostalgia di un passato che non tornerà mai e, in questo suo percorso, si porta sempre appresso un salvadanaio di latta in cui cerca di seppellire i suoi dispiaceri. Bradley ama la vita comoda, gli abiti firmati, viaggiare in prima classe. Lui ha una missione da portare avanti, una missione che si porta dietro come un fardello ma che nasconde al mondo, quel mondo che lo osanna e lo adora. Eppure entrambi hanno degli scheletri nell’armadio davvero ingombranti. Degli scheletri che non gli permettono di vivere con serenità. Dei dolori che li accompagnano giorno dopo giorno.

 

Se il cuore si ferma puoi restare in vita. Ma se la vita si ferma, il cuore diventa un sasso inutile.

 

Leggere un libro come Luna di miele per principianti è stato un piacere. Kat Sherman ha la capacità di farti provare le emozioni dei suoi personaggi. Io gli aculei appuntiti di Ariel li ho sentiti, hanno punzecchiato la mia pelle e ne hanno lasciato il segno. Le sue battute sarcastiche, i suoi silenzi coperti dalla musica che ascolta, li ho sentiti. Li ho percepiti talmente forti che più volte avrei voluto abbracciarla stretta stretta. Avrei voluto toglierle dalle spalle quel carico di dolore così pesante da farla boccheggiare costantemente. Avrei voluto portarlo io per lei, per permetterle di respirare, di riprendere fiato. Avrei voluto farle capire che il dolore, se lo si condivide, può essere più leggero da portare. Avrei voluto dirle che non si può vivere guardando sempre indietro, guardando il passato, guardando quello che non si ha più, perché quello non è vivere. È sopravvivere. È non voler provare più emozioni, non voler più provare sentimenti.
A Bradley, invece, avrei voluto tirare le orecchie. Avrei voluto dirgli di non predicare bene per poi razzolare male. Avrei voluto fargli capire che, a volte, non ci si può sentire in colpa per cose che non sono dipese solo da noi. Avrei voluto dirgli che nascondersi in un bicchiere di Gold Rush non serve a niente, se non a rovinarsi il fegato.
Avrei voluto essere con loro, poterli consolare, abbracciare, ridere e scherzare con loro. Vivere l’avventura alle Bahamas, conoscere JJ, Emma e Nick. Fare il bagno al chiaro di luna, nascondermi dietro l’unica casetta sbilenca, assaggiare il conch e fare mille altre cose con loro. E, anche se con la fantasia, io queste cose le ho fatte. Le ho fatte grazie a questa autrice che, per me, è ormai diventata sinonimo di garanzia.

 

«A volte l’amore ti fa a pezzi. Mille piccole schegge. Ma è giusto, è un bene che succeda, perché poi, in un giorno all’apparenza qualunque, ti accorgi che quei pezzi combaciano con quelli di un’altra persona.»

Elle

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