Quando Vera Demes esce con un suo nuovo libro io non so resistere. Devo assolutamente leggerlo. Autrice scoperta per caso, è diventata fin da subito una delle mie preferite. Ma quando ci si affeziona ad una scrittrice, quando le tue aspettative diventano sempre più alte, c’è il rischio che queste vengano disattese. Sarà questo il caso?

La gentilezza non costava niente.
Ne aveva da vendere.
E s’illudeva ogni volta.
Che un sorriso sincero potesse rendere il mondo più bello.
E la vita più facile.

Clorinda Bentivoglio ha ventiquattro anni ed è una ricercatrice antropologa forense dell’Università di Roma. Attualmente sta lavorando agli scavi di Pompei dove stanno venendo alla luce preziosi e antichi tesori. Clori è una bella ragazza anche se passa inosservata. Lunghi capelli biondi, corpo minuto e profondi occhi azzurri. Caratterialmente è una ragazza molto particolare. È sentimentale ma non ama le etichette, è impulsiva, a volte deve mordersi la lingua per non rispondere a tono. Sa cosa vuole diventare ma non vuole sgomitare per arrivarci. Vuole farcela con le sue sole forze senza pestare i piedi a nessuno. La sua caratteristica principale è quella di entrare in connessione con il passato che sta studiando. Sembra quasi che questo le parli. Che le suggerisca cosa è avvenuto.

«Nella vita ci sono occasioni che vanno prese al volo».

Oliver Walton è un uomo tutto d’un pezzo. Ha trentotto anni ed ha sempre lavorato duro per arrivare agli scavi di Pompei. È il suo sogno di una vita. È andato contro il volere dei genitori pur di studiare archeologia. Si è impegnato a fondo e ora ha programmato il suo viaggio a Pompei fin nei minimi particolari. Il suo è l’unico team non europeo a partecipare agli scavi e sa che avrà gli occhi di tutti puntati addosso. Oliver è un uomo che non si lascia andare al momento, non si lascia trasportare dai sentimenti. È sempre molto controllato, molto attento. È un bell’uomo. Nella sua vita ha avuto molte donne ma nessuna di queste lo ha veramente coinvolto. La relazione con Hillary, la sua fidanzata, è arrivata al capolinea. Lei vuole una famiglia, dei figli, ma lui si sente ingabbiato. Ha bisogno di aria, di respirare e questo lungo viaggio in Italia gli permette anche di prendere le distanze da questa relazione che ormai non lo coinvolge più.

Il primo incontro tra Oliver e Clori non è proprio idilliaco. Lui la considera una mezza inetta e lei lo vede come un uomo saccente e arrogante. Eppure, lavorando fianco a fianco, vedendosi giorno dopo giorno, le loro opinioni iniziano a cambiare. Il loro coinvolgimento emotivo inizia a farsi pressante. E nonostante la testa dica una cosa, il cuore ne comanda un’altra. Quale delle due seguire?

«Non m’interessano le relazioni canoniche, la routine senza slancio, i fidanzamenti o i matrimoni. Io voglio l’amore narrato da Properzio, voglio lo struggimento e l’estasi, perché in un istante può concentrarsi una vita intera».

Leggere Amor fugit mi ha fatto tornare alla mente tutte le sensazioni che ho provato visitando il Parco Archeologico di Pompei. Sapere che in quel luogo più di duemila anni fa c’era una cittadina, che gli abitanti erano affaccendati nella loro quotidianità e che, di punto in bianco, tutto è stato sommerso da polvere lavica e lapilli fa una certa impressione. E pensare che queste vite siano rimaste sospese fino ad oggi, fino al momento del loro ritrovamento, è sorprendente. In quel luogo si respira la storia, la vita passata, le loro abitudini. E questo “profumo” del passato lo hanno respirato anche i protagonisti di questo libro. Si sono fatti coinvolgere, si sono lasciati trasportare dalle sensazioni, dagli oggetti ritrovati, dai dipinti e dai mosaici tornati alla luce. E io l’ho vissuto anche insieme a loro, tra le pagine di questo romanzo. La loro vita si è indissolubilmente intrecciata a quella degli abitanti della domus di Valerio Livio Secondo. In particolare a quella di Claudia Lavilla e Ottavio Attilio Secutor. Anche loro, come Clori e Oliver, hanno avuto vita difficile. Clori ha provato a vivere la loro relazione alla giornata ma i sentimenti che prova non glielo hanno permesso. Oliver che si è sempre considerato anaffettivo, ha invece voluto rincorrere questo sentimento. Lo ha rincorso, lo ha inseguito, lo ha fatto suo e lo ha voluto etichettare con un nome che lo identificasse.

C’erano scelte che valevano più della carriera, dell’ambizione e del successo personale. Erano gli affetti, le consonanze emotive, il rispetto e anche l’amore.

Avere la possibilità di leggere un romanzo di questa autrice è sempre un immenso piacere per me. I suoi testi sono sempre molto delicati, molto poetici. Ti entrano dentro. Ti raccontano di avversità, di amore, ti fanno provare emozioni. Te le fanno vivere. Ti fanno battere il cuore. Ti danno la possibilità di vivere numerose vite e di farle tue...

«Perché l’universo sa creare magie, riconnettere gli strati del tempo, disegnare connessioni dove non ci sono, incrociare destini di persone che altrimenti non potrebbero mai incontrarsi».