Voi già sapete quanto io ami il modo di scrivere di questa autrice. I suoi romanzi non sono mai solo romanzi erotici ma sono molto di più. Classificarli è davvero molto difficile ma la cosa certa è che donano emozioni fortissime.
«Spogliati, Jolene. Togli quello che ti senti di togliere, ma non nasconderti da me. E nemmeno da te stessa.»
Jolene ha ventisei anni, vive a Woodstock ed è già vedova. Si è sposata quando aveva solo diciotto anni e, ciò che pensava potesse essere un matrimonio felice, si è presto trasformato nel peggiore degli incubi. Incubi che si sono protratti per anni. Per quel matrimonio Jolene ha sacrificato tutto. L’innocenza, la spensieratezza, i sogni nel cassetto. Quel matrimonio l’ha cambiata profondamente. Si è trasformata in una donna che ha paura del prossimo, che non si fida di nessuno, che si nasconde in felpe enormi e informi. Ha nascosto la sua femminilità in modo da passare inosservata, invisibile, soprattutto agli occhi di chi è sempre pronto a fare illazioni o a dire cattiverie. Ora lavora all’emporio del paese, un piccolo negozio gestito da sole donne dove si occupa di fare anche le consegne a domicilio. È un lavoro che le piace, che la fa sentire utile e che le dà la possibilità di incontrare Rhys, il bel fotografo newyorkese che ha una casa nel bosco poco fuori Woodstock.
«Ti devi fidare di me e del mio presente, perché il passato non posso modificarlo.»
Rhys è un fotografo famoso e alquanto discusso. Discusso per i suoi lavori poco convenzionali. Sì, avete capito bene, Rhys fa foto un po’ osé. Dalle sue fotografie traspare sensualità allo stato puro e non solo quella. Lui è di sangue misto: madre Tlingit e padre irlandese. È molto bello, seducente, affascinante. Magnetici occhi neri senza tempo, pelle scura, lunghi capelli lisci. E parecchie ferite nascoste sotto uno strato di muscoli. È un malandrino, un furbetto. È uno di quegli uomini che ti spinge a dire sempre di sì, di cedere alle sue tentazioni.
«Continua a fare attenzione, a vedere segnali dove non ci sono. Ma quando senti che puoi fidarti, provaci. Le persone potrebbero sorprenderti.»
Rhys vede Jolene, la capisce, la riconosce per quello che è veramente: una sopravvissuta. Le ferite che Jolene porta sul viso e sul corpo sono ormai parte integrante di lei, una parte che non dovrebbe nascondere ma che dovrebbe portare con fierezza. E Rhys la sprona a liberarsi di quelle catene che le hanno messo addosso e a cui lei si aggrappa con ostinazione. E Jolene cosa vede in Rhys? In lui vede la libertà, una libertà che non è ancora pronta a vivere. Una libertà non solo mentale ma anche fisica. Rhys è stato bravo a stanare Jolene, a farla uscire allo scoperto, a farla diventare consapevole del proprio corpo, a farle fare scelte che diversamene non avrebbe preso. È stato bravo a metterla davanti al precipizio e a farle fare il salto. Ed è stato ancora più bravo quando lui quel salto si è limitato a guardarlo dall’alto, ha capito che lei necessitava di farlo da sola e se n’è rimasto in disparte.
Anche Rhys porta delle profonde ferite. Ferite che nasconde a suon di alcol, droga e sesso selvaggio. Ferite che non è ancora pronto a far guarire. Jolene in questo percorso lo aiuta. Lo sprona. Lei, quella che si pensava più debole tra i due, è quella che lo mette davanti ad un ultimatum. È quella disposta a soffrire ancora una volta mettendo l’altro davanti a tutto. È quella disposta a tirarsi indietro pur di sapere l’altro felice, al sicuro.
Playing love è un romanzo che parla di amore e di sofferenza. Un amore sofferto, un amore che cresce man mano che crescono i protagonisti. Parla di quelle attrazioni forti a cui non puoi sottrarti, parla di amicizia, parla di dipendenza. Playing love parla di un viaggio. Un viaggio fisico attraverso gli Stati Uniti a bordo di un camper rosso ciliegia ma anche di un viaggio verso la libertà. Un viaggio dentro sé stessi dove la meta è riuscire a far uscire i sentimenti negativi che albergano dentro la propria anima e dentro il proprio cuore. Un viaggio attraverso le proprie sofferenze passate per riuscire a guardare con occhi nuovi il futuro. Un viaggio attraverso la consapevolezza di ciò che si è, di ciò che si è passato per riuscire a vivere con serenità ciò che ti riserva il futuro. Per accettare ciò che di positivo ti può succedere senza doversi minare da soli. Playing love è anche un viaggio attraverso il sesso. Il sesso visto come un mezzo per conoscere l’altro. Un mezzo per far cadere le barriere, le maschere, i limiti che ci autoimponiamo.
«L’amore è il gioco più difficile che esista, Jolene. A volte può essere anche un gioco al massacro.»
Leggere un libro di Moloko Blaze è sempre un piacere perché i protagonisti diventano parte di te. Se poi questi personaggi sono in grado di toccare quelle corde nascoste che ti fanno vibrare il cuore ecco che diventa difficile anche lasciarli andare. E vi posso assicurare che Jolene e quel malandrino di Rhys resteranno a lungo con me.
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