Ci sono libri che ti entrano subito nelle vene. Ti catturano, ti portano via con loro, ti regalano emozioni e, ti lasciano all’ultima pagina, palpitante. Le ombre del cigno mi ha fatto proprio questo. Mi ha lasciato palpitante e con il cuore traboccante di emozioni.
“Se fossi un cigno, avrei cura delle tue piume. Te lo
prometto. Non dovrai avere mai paura con me al tuo fianco.”
Da che
ha memoria, Maya ha avuto accanto a sè Akim. Akim è il suo vicino di casa e
sono praticamente cresciuti insieme. Lui cercava di esaudire tutti i suoi
desideri di bambina capricciosa e viziata. Quando voleva diventare una
ballerina? Lui stava ore nella sua cameretta a vederla danzare con la grazia di
un elefante. Quando voleva diventare una violinista? Lui le ha fatto trovare un
violino sul letto. E quando ha deciso di imparare a riconoscere le stelle? Ecco
un telescopio pronto all’uso. Akim c’è sempre stato per lei. Anche quando gli
anni sono aumentati e sono diventati adolescenti. Anche quando Akim avrebbe
voluto uscire con una ragazza e invece Maya lo voleva accanto a sé a guardare
film strappalacrime. Anche quando, all’età di sedici anni l’hanno rapita, Akim
si è fatto rapire insieme a lei. É stato lui a liberarle i polsi legati da una
corda e, sempre lui, l’ha invitata a scappare, a salvarsi, a correre a chiedere
aiuto. E lei é scappata da quel magazzino, ha corso per cercare aiuto ma non ha
fatto in tempo a trovarlo perché una colonna di fumo si è alzata da quel
capannone e Maya ha capito di aver perso Akim per sempre.
«Soltanto vivendo secondo i propri istinti, sfamando i
propri bisogni, si può dire di vivere davvero. Inutile seguire una strada che
porta lontano da se stessi. Io ho imparato a convivere con le mie anomalie, le
mie stranezze e non ho rimpianti»
Sono
passati sette anni da quel giorno. Anni in cui non è passato giorno senza che
Maya non rivedesse Akim da qualche parte. In una nuvola, negli occhi di un
passante, nella forma di un oggetto. Anni passati a scappare dal passato, dai
ricordi di una vita che non è più quella attuale. Anni in cui ha cercato in
tutti i modi di essere libera, senza legami. E quando, nel bar in cui lavora,
entra questo ragazzo tutto tatuato e con la barba lunga. Questo sconosciuto la
attira. È enigmatico, scontroso, di poche parole. È pericoloso al punto che
tutto di lui lo urla. Eppure quegli occhi le parlano, le ricordano sentimenti
passati, sepolti sotto il peso del dolore. Soprattutto le ricordano Akim.
Cosa me ne faccio del mondo quando ho già abbracciato
le stelle e i pianeti?
Solitamente
non leggo questo genere ma Le ombre del cigno
mi ha stregata. Questo dark romance è un pugno allo stomaco e,
contemporaneamente, una pomata lenitiva per le ferite che ti lascia sul cuore.
Ci sono alcune scene talmente dure, violente, che non te ne capaciti. Eppure
dopo, con molta calma, arriva la dolcezza, i sentimenti positivi. E a segnare
una specie di linea di demarcazione nei sentimenti ci sono le tre parti in cui
viene suddiviso il libro. Se all’inizio della prima troviamo la Maya
capricciosa, che punta i piedi, immatura, pian piano la vediamo crescere,
diventare la ragazza indipendente che è ora. Poi arriva lo sconosciuto con il
pericolo che porta con sè. Un pericolo che diventa violenza, odio. E nella
terza parte vediamo questi sentimenti negativi trasformarsi. Vediamo i
protagonisti lottare, sforzarsi, per cercare di trasformare questa negativitÃ
in amore. E anche io, come loro, quei sentimenti li ho provati, li ho fatti
miei, li ho elaborati e, arrivata alla fine, ho sentito anche io il peso di
quelle cicatrici.
Casa è il posto in cui braccia ti riscaldano nei
giorni innevati e baci ti accendono il cuore. Casa è dove un sorriso cancella
il passato e parole sussurrate cullano le notti. Casa è il posto in cui due
anime formano assieme un unico cielo stellato. Casa sono i miei occhi in quelli
di Akim.
Questa non è casa.
Penso
che per leggere questo libro non ci voglia un cuore duro, di pietra. Penso che
ci voglia un cuore aperto ai sentimenti, alle emozioni. Serve una mente libera
di provare a entrare nella complessità dei protagonisti. Personaggi con un
vissuto pesante, che provengono da un mondo completamente diverso dal mio ma
che sono riusciti a rapirmi, a farmi vedere quel tipo di vita, a farti sentire
protetti in un mondo malato.
E poi,
quanto avrei voluto scuotere Maya per farla crescere un pochino? Tanto, davvero
tantissimo.
Quanto
ho apprezzato il protagonista maschile nonostante il suo vivere in un mondo
fatto di violenza? Tanto, oserei dire tantissimo.
Quanto
ho odiato Mikael? Oddio, non saprei dire quanto. Ma davvero oltre il
tantissimo.
E
quanto mi piacerebbe leggere di Gabriel? Voi non potete nemmeno immaginare
quanto.
Ecco,
se con la dilogia Colors ho pensato di apprezzare questa autrice, ora ne ho la
certezza. Io la A-DO-RO. Il suo modo di scrivere ti trascina, ti risucchia
nelle pagine del libro e non ti lascia più. È come passare in mezzo ad una
tempesta. Ti scuote, ti bagna, ti strapazza, ti lascia senza fiato ma, una
volta che tutto passa ti lascia a bocca aperta, incredula, per quanto hai
provato nel mentre.
Io non
ricordo se l’avevo già avvertita ma mi rendo conto che sono diventata una sua
fan sfegatata, la sua stalker numero uno.
«Mi hai sempre regalato tutto, hai sempre soddisfatto
ogni mio capriccio, ti sei tolto il cuore dal petto per consentire al mio corpo
di vivere. Adesso lascia che sia io a regalarti le stelle.»
[…]
«Tocca a me donarti il mondo, perché io ho già tutto ciò che desidero.»
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