Condannato a combattere, Miss Black

Avete presente quel post che avevo letto prima di andare in vacanza? Ecco in quel famoso post, oltre che di Anna Chillon, si parlava anche di Miss Black. Io, ignorante proprio, sono andata subito su Amazon a vedere cosa avesse pubblicato e tra i libri in Unlimited ho trovato Condannato a combattere. Ovviamente la tentazione fa l’uomo ladro, e chi sono io per resistere alla tentazione? Va da sé che l’ho scaricato, iniziato, divorato e finito. Miss Black ti avverto, hai una stalker alle calcagna delle tue pubblicazioni.

 

«Non ho più dignità, non ho più pudore, non ho più vergogna. Sono un animale, ormai».

 

Van Renan è un terrorista originario di Orione. È stato condannato all’ergastolo ma ha deciso di cambiare la sua pena in quattro anni nel Ludo. Il Ludo viene gestito dalla Trident, una società privata che utilizza i condannati come gladiatori per intrattenere il pubblico pagante. Le gare che si svolgono nel Ludo vengono trasmesse anche sul Flusso in modo che tutto l’universo le possa vedere. Quello che si vede sul Flusso, però, è solo ciò che la Trident vuol far vedere. È solo la punta dell’iceberg. Quello che non si vede è l’alienazione che queste persone subiscono durante i quattro anni di detenzione. Vivono in una piccola cella con solo un letto e un lenzuolo che li possa coprire. Il bagno consiste in un buco nel pavimento e il cibo è sbobba proteica. La giornata passa tra allenamenti e simulazioni e solo un’ora d’aria. Van però, per sopravvivere, non dà confidenza a nessun altro detenuto. Rischierebbe di fare amicizia con qualcuno che poi potrebbe dover affrontare nel Ludo.

Van è da un anno che resiste e, con le sue ventidue vittorie, sta diventando famoso. Lui resiste perché vuole tornare dalla sua fidanzata, Canthy. È l’unica cosa che lo sta tenendo in vita, l’unica cosa che gli dà la forza di combattere, di tenere duro e di non perdere quella poca sanità mentale che gli rimane. Van sa benissimo che solo pochi riescono a sopravvivere quattro anni nel Ludo e, ancora meno, resistono sani di mente. Soccombere ai soprusi e alle violenze che subiscono durante quei lunghi anni è davvero molto difficile.

 

«La parte difficile è non cedere alla tentazione di farla finita.»

 

Isenly Tinesa è una rappresentante dellOrganizzazione Interplanetaria per i Diritti Umani. Lei e l’organizzazione per la quale lavora hanno capito cosa si nasconde dietro alla facciata del Ludo e stanno facendo il possibile per portare a galla la verità e far conoscere a tutti quanto avviene in modo che l’opinione pubblica obblighi la Trident a chiudere i battenti. Ovviamente questo comporta trovare una persona all’interno del Ludo che li aiuti ad indagare e che sia disposta a collaborare con loro. Per questo verrà coinvolto Van, il quale dovrà trovare la forza per combattere una battaglia diversa da quelle a cui è abituato ma non meno pericolosa. Dovrà fare il doppio gioco e non soccombere alle attenzioni che Isenly gli dedicherà.

 

«Perché io? Lunica risposta che ho trovato è: per portare la mia testimonianza, per sensibilizzare le persone, per lottare perché non ci siano più carcerati-gladiatori».

 

Ho letto questo libro tutto d’un fiato. Non c’è stato verso di staccarmene. Mi sono sentita letteralmente trascinata nella storia e, solo una volta arrivata alla fine, sono riuscita a prenderne le distanze, a guardare la storia dall’esterno. Il modo di scrivere di Miss Black è travolgente. Per quanto ci siano scene abbastanza crude che ti lasciano con l’amaro in bocca e un po’ sottosopra, non sono riuscita in nessun modo a fermarmi per prendere respiro. Ero curiosa di sapere come andava a finire la storia di Van Renan e di Isenly Tinesa. Una storia difficile, che per sopravvivere ha bisogno di un valido motivo per mantenere in vita il giovane Van. Più volte mi sono trovata stupita dalla piega della storia. E ogni volta mi sono trovata a sorridere della scelta dell’autrice. L’ho trovata geniale.

Quello che mi è piaciuto maggiormente è la riflessione che l’autrice fa in merito alla detenzione di persone come Van, che hanno un ergastolo da scontare. È giusto che lo Stato usi su queste persone la stessa violenza che loro hanno usato? O è più giusto riabilitarli? Sicuramente i pareri possono essere discordanti e potrebbe nascerne una discussione infinita. La cosa certa è che io ho trovato la spiegazione che Isenly dà a Zack intelligente e geniale e sono pienamente d’accordo con lei.

 

«Mi hai aspettato».

 

Leggere Condannato a combattere, mi ha dato l’opportunità di conoscere questa autrice, di apprezzare il suo modo di scrivere e di voler leggere altro. Ora che l’ho scoperta e ho visto quanto ha pubblicato, sicuramente non smetterò di seguirla. Magari riuscirò anche a recuperare qualche sua lettura. La cosa certa è che si è trovata una nuova fan, di quelle che non mollano facilmente.

Elle

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