Cosa vi fa scegliere un libro piuttosto di un altro? Io questo l’ho scelto guardando la foto di un post sui social. Soprattutto l’ho scelto perché si sottolineava il fatto che, per leggerlo, erano necessari i fazzoletti. Io personalmente non li ho usati ma il magone che mi si è incastrato in gola lo sento ancora adesso, a distanza di giorni.
La vita è fatta di attimi, di decisioni che ne delineano la via.
Vinnie e Violet non possono che essere più diversi tra loro. Lui, un ragazzo di colore cresciuto nel ghetto e lei bianca, cresciuta in una famiglia convenzionale. Vinnie cresciuto praticamente da solo, mentre bada alla madre alcolizzata, Violet che ha due genitori splendidi che le stanno vicino e che la appoggiano in qualsiasi sua scelta. Ma quello che più li differenzia e, in qualche modo, li accomuna, è il loro passato. Un passato che lui non vuole dimenticare e che lei non può dimenticare.
L’unico a dover essere salvato sarei io. Da me stesso.
Vinnie ha passato quattro anni in carcere senza essere colpevole. Tra il riformatorio prima e il carcere poi, ha dovuto subire soprusi inimmaginabili. Qui ha imparato a stare in silenzio, a subire, a nascondere le proprie emozioni in modo che non potessero essere usate contro di lui. In quei quattro anni, però, non è riuscito a dimenticare e tantomeno a superare, quanto accaduto ai suoi amici. Si erano ripromessi “o tutti o nessuno” e lui quella promessa non è riuscito a mantenerla. Tutto quel tempo dietro le sbarre gli ha insegnato due cose: a studiare a memoria i vocaboli del dizionario e a covare quella rabbia che lo ha sorretto nei momenti più difficili. Lui vuole vendicarsi. Non gli interessa niente di rimanere nuovamente ferito, o peggio. Lui vuole vendetta.
Vivere non è aspettare che la tempesta passi, ma imparare a ballare sotto la pioggia.
Violet aveva un desiderio. Voleva diventare una campionessa di ginnastica ritmica. Purtroppo le cose non sono andate come avrebbe voluto. Di punto in bianco la sua carriera si è conclusa. Una rara malattia cardiaca l’ha costretta a lasciare la ginnastica e a dedicarsi a sé stessa, a stare attenta al proprio corpo e ai piccoli segnali che le lancia. Se questo repentino cambio di rotta l’ha fatta sentire impotente col tempo, piano piano, è riuscita a superarlo, a farsene una ragione e a pensare seriamente ad un piano B. Tutta la rabbia, l’impotenza che ha provato l’ha riversata nel cercare di superare quel momento difficile della sua vita senza farsi travolgere dai sentimenti negativi.
«Lasciati alle spalle il passato. L’importante è dove sei ora. La vita ti conduce nei posti in cui devi essere in quell’esatto momento.»
Vinnie si trincera dietro lunghi silenzi, dietro muri e porte chiuse a doppia mandata. Nessuno, oltre i suoi tre cari amici, è riuscito a scalfirne la superficie. Quando parte per la tangente, quando la rabbia lo acceca, solo il rumore della pallina di ferro che sbatte tra le pareti della bomboletta spray, riesce a calmarlo. Quello che lui non dice a parole, riesce a metterlo in un disegno, un murales che lo rappresenti, che rispecchi i suoi sentimenti. Eppure, quella ragazza che tanto gli stava antipatica, che mal sopportava, è riuscita ad andare oltre le apparenze, oltre i pregiudizi, oltre il muro che tanto faticosamente ha costruito.
Leggere libri come questo mi spiazzano sempre tantissimo. Mi fanno abbassare le difese e mi lasciano con un nodo allo stomaco non indifferente. Come vi ho detto all'inizio, non ho avuto bisogno di fazzoletti, ma confesso che un maalox l’ho dovuto prendere. I ricordi descritti da Vinnie sono letteralmente da pelle d’oca, ti fanno salire quella rabbia cieca che non ti fa ragionare. E quando leggo cose simili mi domando sempre se l’autrice abbia voluto esagerare per il bene del romanzo o se, davvero, esistono casi simili. Quello che mi spaventa maggiormente è la solitudine con la quale crescono certi ragazzi. Bambini costretti a crescere prima del tempo e in tutta fretta per sopperire alle mancanze dei genitori. Bambini costretti a fare da genitori ad adulti che del genitore non hanno nulla, se non il nome. Bambini cresciuti per strada, con i rischi e i pericoli che si possono incontrare in grandi città. E se penso che questi episodi possano essere la normalità per qualcuno, la rabbia mi assale. La stessa rabbia che ha assalito Vinnie, io la provo per queste persone. Una rabbia che ti lascia senza forze, impotente.
Testa o croce non è solo un romanzo rosa. È un libro sulle seconde possibilità, sul riuscire a lasciarsi il passato alle spalle senza sentirne il peso costantemente addosso. È un libro sulla capacità di superare le difficoltà, sul riuscire a tenere alta la testa anche se la tristezza e la rabbia cercano di fartela abbassare. È un monito sul non fermarsi alle apparenze, ai silenzi, ai falsi sorrisi ma cercare di andare oltre, di guardare più in là della facciata che le persone mostrano. Perché se qualche volta oltre alla facciata non c’è nulla di interessante, ogni tanto si può celare un piccolo tesoro.
Solo se si crede in se stessi si ha la capacità di affrontare ogni sfida che ti si pone davanti.
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