Vi avviso. In questo post ci saranno spoiler.
Sound of silence, doveva avere come protagonista il silenzio che avvolge la sua protagonista, Emma Sue, diciannovenne sorda dalla nascita.
In Sound of silence, invece, il silenzio è quello più vergognoso. È quello che nasce a causa di una mancata denuncia. A cui poi ne segue un'altra. E un'altra ancora.
Siamo nel 2021 e nel 2021 non riesco a tollerare libri in cui una persona subisce violenza e questa non viene giustamente punita.
Ma partiamo per punti, perché se critica dev'essere, critica oggettiva sarà .
L'aguzzino prende il nome di Joshua, ragazzo di due anni più grande di lei, leader della sua banda di amichetti, intelligenti quanto un tavolino (con rispetto portando per il tavolino).
Il primo atto di violenza avviene al primo anno di liceo. Emma Sue si ritrova sola nel bagno degli spogliatoi della palestra, la luce viene spenta, scende il buio più totale.
La sua mano era salda attorno al mio collo.
[...] La mano con cui mi stringeva la vita allentò la presa e scivolò sul ventre, spostandosi sullo stomaco.
Abbassai le palpebre prevedendo il peggio. Una lacrima viaggiò pigra lungo la mia guancia e uno stupido singhiozzo mi scosse il petto.
Questa, signore e signori e tutto quel che c'è nel mezzo, si chiama violenza. Ma no, l'autrice decide che non si chiama violenza, bensì scherzo.
Gli anni passano, nel frattempo Emma Sue cambia scuola (perché giustamente, invece che denunciare, si scappa), ma quando arriva il momento di frequentare l'università , a causa di un lutto in famiglia, ritorna in città e frequenta il college della zona. E chi ritrova qui se non il suo aguzzino e la sue piccola banda di mobili d'arredamento?
Lo sai perché facevo lo stronzo con te al liceo? Perché mi piacevi e mi rifiutavo di ammetterlo.
No, scusa, cosa? Io ti piaccio e tu mi imbratti la testa di pittura, mi affibbi nomignoli cattivi e mi violenti in un bagno? Tutto nella norma, mi dicono dalla regia.
Ma Emma Sue è buona e vede il bene nelle persone. Capisce, grazie ad una confessione di Joshua, che lui si comportava così perché doveva vestire i panni del cattivo, per farsi forte e non deludere i suoi amici. Povero piccolo cucciolo di lama.
Assimilai il significato di quella confessione e mi ritrovai a rivedere tutto con i suoi occhi. E allora i dispetti subiti persero importanza, mentre ne assunse il malessere che abitava in lui. Tutto il dolore patito in quel tempo lontano venne sotterrato da quello con cui lui conviveva da sempre.
Agli amici di lui la nuova coppia Emma Sue - Joshua non piace e allora pensano bene di far rivivere la fantastica esperienza della violenza alla nostra protagonista.
Ma non fanno niente di che, sia chiaro. Semplicemente, con l'inganno, la portano nel bosco, non prima di averla bendata, la mettono spalle ad un tronco, la minacciano con un coltello, usano il medesimo per strapparla la maglietta e poi, simpaticamente, la abbandonano lì, in mezzo al bosco, senza mezzi né di trasporto e tantomeno di comunicazione.
E pure questo è uno scherzo, sapete?
Non c'entravo nulla con quello stupido scherzo.
Scherzo.
Le hanno fatto credere che le avrebbero usato violenza.
No, tesoro. Questa è violenza.
Poi, un barlume di speranza. Arriva la madre:
"Li denunceremo tutti. Stavolta non la passeranno liscia".
Ma ritorna sul campo Emma Sue, dando voce alle peggio parole:
"Non denuncerò nessuno [...] E non lo faccio per loro, lo faccio per me. Non verrò additata come la stupida che si è fatta abbindolare [...]".
Ma stiamo bene?
Però, ancora una volta è uno scherzo! Sciocca io!
Dal giorno dello scherzo, non facevo che sognare tutte le notti quei terrificanti minuti, mi svegliavo di soprassalto e piangevo.
A me Candid Camera non ha mai dato problemi di insonnia. Quelli erano scherzi, questa, mi ripeto e lo mi ripeterò fino alla nausea, è violenza.
Poi c'è pure il furbo di turno che si mette a filmare una prestazione sessuale avvenuta con un'amica di Emma Sue e che, molto saggiamente, condivide con i suoi amici mobili.
Non gli era stato facile perdonarlo, per convincerlo a provarci avevo giocato la carta della seconda possibilità : quella che io avevo concesso a lui nonostante i trascorsi per nulla positivi e quella che lui avevo dato a me dopo che avevo mancato di fiducia nei suoi confronti.
Tutto viene messo sullo stesso piano. La violenza, una mancanza (lecita) di fiducia.
Quello che non capirò mai è questa voglia di romanticizzare il bullo.
Quello che non tollererò mai è la violenza gratuita non denunciata.
Nel 2021 un libro, soprattutto dedicato ad un mondo prevalentemente femminile, lo considero un mezzo di comunicazione estremamente potente. Deve essere portatore di messaggi, di speranza, di forza. Già nella vita reale troppo persone non denunciano per paura. In un libro invece questo dev'essere fatto. Devi dire QUESTO SI FA.
Qui abbiamo una ragazza violentata più volte e che dice "Io non denuncio perché non voglio essere additata".
Ma stiamo scherzando? Tu denunci, perché questo persone vanno denunciate.
E, mia cara autrice, mi ripeto, la violenza si chiama violenza, non scherzo. Gli scherzi sono altro.
"Mi piacevi e allora ti trattavo di merda", non è una scusante. È il preludio a "Ti uccido perché ti amo troppo".
Se siete vittime o siete stati vittime, denunciate. D E N U N C I A T E.
E nei libri infondete speranza.
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