Last day - L’ultimo giorno di noi, Vera Demes

Sapete cosa succede quando hai l’Unlimited in scadenza ma tu hai ancora un sacco di libri da recuperare? Che rifai l’abbonamento! E poi, con la scusa che lo stai pagando, leggi come se non ci fosse un domani. Beh, in qualche modo il costo bisogna pur ammortizzarlo! La cosa positiva è che sto leggendo un sacco di autrici italiane che non avevo mai considerato, che non avevo mai letto. E, alcune, sono davvero una piacevolissima sorpresa. Vera Demes è proprio una di queste.


«Conosco le persone come te».
«Le persone come me?».
«Quelle che attaccano per non essere attaccate, che detestano il mondo circostante per timore di esserne escluse e che fingono di non avere emozioni per paura di perdersi».


Anais ha ventidue anni e si è trasferita a New York dove il padre l’ha letteralmente spedita per studiare all’università. La sua famiglia vive a Bologna e lei, a New York, non ci voleva proprio andare. Anais può contare sull’amore incondizionato dello zio ma prova un odio profondo verso il padre. Lui è un uomo che le vuole bene, a suo modo, ma non riesce a dimostrarglielo. Pur di proteggerla le ha taciuto alcuni fatti importanti della sua vita, preferendo la sua rabbia al farla soffrire. In questo modo Anais è cresciuta portando dentro di sé tantissima rabbia. Rabbia e rammarico che ha esternato prendendo decisioni lesioniste e troppo avventate. Anais è di una bellezza sconvolgente, corpo minuto e proporzionato, bellissimi occhi blu che, quando è arrabbiata, tendono al viola. Eppure in quegli occhi così particolari si legge tutto il dolore che si porta dentro. Anche a New York, che era la sua via di fuga da un pasticcio combinato in Italia, si ritrova nei guai. Ha preso nuovamente una decisione avventata e il rettore l’ha letteralmente sbattuta fuori. Come sempre, Anais, si rivolge al suo angelo salvatore ma stavolta, lo zio Michele, è stufo di venire in suo soccorso. Ora Anais è grande e deve imparare ad arrangiarsi da sola.


«Se impari a surfare impari ad affrontare la vita proprio come si affronta un’onda, scivolando sulla sua superficie senza aggredirla di petto ma permettendole di portarti con lei. Il surf è una scuola di vita prima che uno sport».


Josh è medico al pronto soccorso del Samaritan Hospital. Ha ventinove anni e ama fare il suo lavoro. Non gli pesa fare il turno di dodici ore consecutive, la sferzata di adrenalina che prova quando deve affrontare un’emergenza, lo ripaga di tutti gli sforzi fatti. Josh è originario di San Diego, città da cui è scappato non appena ne ha avuto l’occasione. Lui è figlio di madre coreana e padre americano. Essere un “mezzo sangue” senza soldi lo ha sempre fatto soffrire. Fin dall’età di sei anni lo hanno preso di mira. Prima gli scherzi, poi l’emarginazione, e poi lo scherno. La sua via d’uscita è stata impegnarsi allo stremo in qualcosa che gli permettesse di andarsene via da quella città. Questa via d’uscita è stato il football, sport che gli ha concesso di entrare ad Harvard con una borsa di studio per meriti sportivi e di uscirne con una laurea in medicina. Anche Josh è un uomo molto segnato dal suo passato. Anche lui, per anni, si è portato dentro una rabbia feroce. Sentimento che lo ha portato a situazioni pericolose, al limite della legalità. Josh è un bellissimo uomo. Fisico spettacolare e occhi dal taglio esotico. Le donne non gli sono mai mancate ma lui ha sempre messo le cose in chiaro: sesso sì, sentimenti assolutamente no.

L’incontro tra Josh e Anais è fortuito eppure, nei pochi minuti che hanno passato insieme, sul pianerottolo di casa, qualcosa nell’espressione di lei lo ha attirato. Josh si ritrova in alcuni dei sentimenti che Anais prova e tende a nascondere al mondo. E Anais è attratta dall’uomo che vive sul suo stesso piano. Ma come fare a conciliare due caratteri così segnati dal loro passato? Cosa nascondono sotto le maschere che indossano quotidianamente?


Non finisce mai lo splendore dell’alba, il miracolo di un nuovo giorno, la voce dentro di te che ti regala i sogni.
Non smettere di sognare, bambina.
Perché è l’unica ricchezza che hai.


Leggere questo libro mi ha permesso di aprire una porta su un’autrice che non avevo mai approcciato. Il modo che ha di narrare la storia, di delineare i personaggi mi è piaciuto molto. Le frasi brevi, quasi fossero poesia, in capitoli molto lunghi, mi ha dato l’impressione che, in ciascun capitolo, ci fosse un mondo. Mondi collegati l’uno all’altro ma decisamente distinti. Anche la narrazione in prima persona ma alternata più volte in ciascun capitolo, è davvero molto particolare.

Ho letteralmente adorato Josh. Un uomo molto affascinante, che attira lo sguardo delle donne ma che è soprattutto un uomo intelligente, che ha una sua morale, che non ha paura di fare ciò che è giusto, ciò in cui crede. Non ha paura di rischiare tutto pur di fare ciò per cui ha giurato. E poi ha la capacità di leggere in quella testolina difficile di Anais, una giovane donna che ha sofferto, che è molto orgogliosa e anche un po’ ribelle. Lei non si conforma all’idea degli altri. Non si adatta a ciò che vogliono gli altri per lei. Quando crede in qualcosa lotta fino in fondo. Piuttosto soccombe ma non si arrende. Ha solo un “piccolissimo” difetto. Quando si sente messa all’angolo, scappa. Quando la sua idea, ciò che vuole, viene messa in discussione, alza la sua corazza e se la dà a gambe levate. Nella sua vita non si è mai sentita amata eppure, quando incontra la gentilezza, quando si sente capita, apre il suo cuore, fa vedere parti di sé che normalmente tende a nascondere. Con Josh avviene un continuo apri e chiudi sul suo mondo, come un riccio che, appena lo tocchi, si richiude a palla ed estrae gli aculei, la sua unica arma di difesa, ma che appena si sente a suo agio si lascia avvicinare, toccare, coccolare.


L’amore non si poteva programmare. L’amore era incurante. Nasceva tra le erbacce o tra vecchi ricordi, si ricomponeva al di là della logica, senza essere interpellato. Era un ospite inatteso, un convitato di pietra, un giullare capace di sparigliare le carte e incasinare la vita.


Ora che sono arrivata alla fine di questo romanzo e mi vedo costretta a lasciare i protagonisti posso dire che non sono pronta. Josh e Anais hanno scavato dei piccoli solchi nel mio cuoricino, hanno preteso la mia attenzione e mi hanno fatto vedere parti di me attraverso alcuni loro atteggiamenti. Mi hanno fatto comprendere quel disagio che anche io, quando ero più giovane, ho avvertito ma che, grazie all’affetto delle persone che mi erano vicine, sono riuscita a superare. E so che, in un piccolo angolino della mia mente e del mio cuore, rimarranno sempre con me...


L’amore era una ferita aperta.
L’amore era una macchia d’inchiostro, un’ombra su una parete, un angolo buio in una notte di pioggia.
L’amore era il vento e la sete.
La fame e la vendetta.
Era la voglia di riscatto.
Era un bacio, un morso, una carezza.
L’amore era il suo cuore spezzato, erano le sue speranze perdute, la sua gioia spenta nel silenzio.
...



Elle

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