Dopo aver letto Maledetto Margarita (di cui trovate la recensione qui) non vedevo l’ora di leggere un altro libro scritto da Sara S. Volevo vedere se le tutte sensazioni provate col primo, le avrei provate anche con il se
condo. Ebbene sì! Posso solo confermare che Sara è un’autrice che in grado di farmi emozionare tantissimo.
«Ti hanno mai detto che sei bella, Amanda?»
[...]
«Ti hanno mai detto che sei una rottura di scatole, ma pur sempre bellissima?»
Amanda Johnson è una ragazza che ha bisogno di trovare un lavoro che le permetta di guadagnare quei soldi che le permetteranno di coronare il suo sogno: andare al college per diventare avvocato. Quando ha fatto il colloquio per il lavoro come barista all’Havana Cuba, tutto si sarebbe aspettata, meno di sentirsi dire che era vestita come una suora e che loro cercavano una ragazza di bella presenza. Tirarsi fuori da una situazione del genere non è stato facile, ma le ha permesso di ottenere il lavoro.
Amanda ha ventitré anni, è una ragazza carina, un po’ goffa, con la risposta sempre pronta, sorridente e disponibile. Ha gli occhi verdi talmente espressivi che spesso le viene detto che con quegli occhi riesce a parlare, riesce a comunicare le sue emozioni, le sue sensazioni. Riesce a vedere sempre il lato positivo delle cose, ha la capacità di non farsi mai abbattere dalle cose negative che le capitano, di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.
A volte il dolore ti scava nell'anima e ti cambia. È come un parassita. Alloggia dentro di te e divora tutte le cose belle che ti rimangono.
Tyler Morrison è uno dei soci dell’Havana Cuba, uno dei migliori resort di Miami. Si occupa del settore degli eventi e sta cercando una barista per la stagione estiva. Tyler è un bel ragazzo. Ha ventisei anni, è prestante, occhi scuri e mascella squadrata. I suoi occhi nascondo alla perfezione ciò che pensa. È un ragazzo di pochissime parole e spesso risponde a monosillabi. È un po’ scorbutico e occasionalmente si comporta da emerito stronzo. Non è uno che ama parlare di sé e del suo oscuro passato.
Tyler e Amanda non potrebbero essere più agli antipodi di così, lei così solare e sorridente e lui così tetro e musone. Eppure qualcosa del carattere di Amanda scuote fin dalle fondamenta il tormento che Tyler si porta dentro. Non riesce a starle lontano, anche se dovrebbe. Non riesce a tenerla a distanza. L’attrazione è così forte che non può e non vuole resisterle.
«Sei tu l'autrice del tuo libro, puoi strappare le pagine e riscriverle quando ti pare», sorride e il mio cuore batte più veloce, «e poi sei tu il colpo di scena».
Avete presente quando si è un po’ brilli e si vede il mondo attraverso delle lenti colorate che permettono di vedere tutto sotto una luce divertente? Qualsiasi cosa ti fa sorridere, ti fa divertire. Ma appena passa il momento, un po’ di malinconia ti assale? Ecco, a me è successo la stessa cosa leggendo Fammi un cocktail. Ma il passaggio dal livello divertimento al livello malinconia è stato costante. Un ciclo continuo. Sono passata dal sorriso dovuto ai pensieri divertenti di Amanda, alla malinconia del comportamento di Tyler. Dal riso dovuto alla goffaggine di Amanda, al nervosismo dovuto all’aplomb snob di Tyler.
Diciamo che qualche volta mi sarei volentieri sostituita ad Amanda per cercare di tirar fuori le emozioni e i sentimenti nascosti di Tyler, magari usando metodi un po’ meno gentili di quelli usati da lei. Più volte mi è venuto il prurito alle mani e più volte avrei voluto prendere a schiaffi il suo bel viso pur di vedergli esternare le sue sensazioni. E quando finalmente lo ha fatto... Wow! Mi si è aperto il suo mondo. Un mondo fatto di sentimenti negativi, di voler fare la cosa giusta a scapito della propria felicità . Un mondo fatto di cupezza, di buio e di tenebra. Ma quando ha permesso alla luce del suo sole di entrare, tutto si è acceso di colori vividi e accesi.
Vi posso assicurare che, se avevo paura di vedere le mie aspettative disattese, fin dalle prime pagine queste paure sono state spazzate via. Nonostante il libro sia abbastanza corposo, l’ho letto velocissimamente. La narrazione è talmente coinvolgente che, una volta arrivata alla fine, mi è spiaciuto non avere davanti a me altre cinquecento pagine da leggere. Non mi sarei mai staccata dai protagonisti, da nonna Berta (come non menzionarla!), da Omar e dalla svampita Michelle. Avrei voluto leggere all’infinto dei loro battibecchi, dei quasi monologhi di Amanda, delle sue gaffe e della sua dolcezza. Perché, diciamocelo chiaramente, Amanda è una di noi. Una normale ragazza con il sole dentro di sé.
Quindi ora non mi rimane altro da fare se non chiedere a Sara (perdona la confidenza) quando uscirà il suo prossimo romanzo. Sappi che io sono in trepidante attesa.
Forse dovremmo farlo tutti. Abbracciare forte chi amiamo. Con le braccia, il cuore, le mani, le ossa. Dobbiamo farci sentire forte, quando abbracciamo. Tremare forte. E far tremare.
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