Chi di voi, come me, ha adorato la serie tv Sons of anarchy? E chi, come me, ne ha sofferto immensamente una volta arrivata alla fine? Mi è piaciuta talmente tanto che ora mi leggo qualsiasi libro viaggi sullo stesso filone. Ed è così che mi sono imbattuta in questa serie di Silvia Carbone...
Quella donna era fuoco. Attraente come il peccato. Fragile come una farfalla, ma forte come un leone.
Kendall ha lasciato San Francisco per trasferirsi a Charlotte. Ha deciso di seguire la propria libertà e non sottostare più alle regole ferree imposte dalla madre, una donna avara nei sentimenti che non dà risposte alle innumerevoli domande che le pone la figlia.
Da quando è arrivata a Charlotte lavora al pub del suo amico Jack, l’unica amicizia che è riuscita farsi in città. Con lui si sente libera di essere sé stessa, di aprirsi, di dire ciò che pensa veramente. Kendall sembra una piccola fatina dei tempi moderni: capelli lunghi verdi, tatuaggi disegnati da lei ovunque e, nonostante l’aria da ragazza ingenua, sotto sotto è una dura, una con le palle. La sua passione è disegnare e guidare la sua Camaro. Nessuno può toccare la sua auto. E l’adrenalina e l’emozione che sente quando è al volante la fa sentire viva, più di qualsiasi altra cosa al mondo. Per questo partecipa alle gare clandestine e, nel giro, è conosciuta per essere la vincitrice.
Quello era il mio posto, la mia famiglia. Il mio club.
Ero un biker, e mi piaceva.
Thomas è il vicepresidente degli Skulls of Hell. Ha perso entrambi i genitori quando aveva solo quattordici anni e, da quel momento, è stato cresciuto dal club e dai genitori di Shallow, di cui è diventato “fratello”. Lui ha mille Mama ma nessuna donna gli ha rapito il cuore. La sua fama lo precede: donne tante ma nessun legame. Oltre la sua Dyna, la sua passione sono i motori. Lui gestisce una delle poche attività legali del club, l’officina meccanica. È bravo con i motori e gli piace sporcarsi le mani di olio. Bullet è il suo nome all’interno del club e rispecchia fedelmente ciò che è.
Quando Thomas e Kendall si incontrano, la tensione tra loro è palpabile e, anche se hanno provato a contrastarla, quanto fatto non è stato sufficiente a tenere lontano l’uno dall’altra. Ma come può una Fatina come Ken, sopravvivere in un motor club come quello degli Skulls?
«Non ti dirò cazzate. Non ti farò credere di essere un uomo diverso da quello che sono. Sono un biker, faccio parte di una gang. Amo quello che faccio, e questa è la mia famiglia,» battei una mano sul cuore. «Loro sono tutto per me, la mia fede, il mio onore, la mia unica ragione di vita. Tu vedi solo oscurità, malvagità. Ma gli Skulls sono anche amore.»
Leggere Bullet mi ha fatto rivivere le emozioni che ho provato guardando Sons. I giri loschi dovuti ai traffici illeciti, i segreti tenuti nascosti e venuti allo scoperto solo dopo anni, le ragazze che frequentano il club sperando di riuscire a far innamorare un uomo del club e l’amore che lega un uomo ai suoi fratelli, alla sua famiglia, al suo club. Questi uomini hanno scelto di vivere secondo le regole del club, hanno deciso di vivere in questa “comune” che chiamano famiglia e rispettano le regole neanche fosse la più preziosa delle religioni. E trovare una donna disposta a vivere a quelle condizioni per loro è davvero molto importante. È un ulteriore atto di fedeltà. Non solo verso l’uomo che amano, ma anche verso il loro stile di vita.
Sarò brutalmente sincera. Per me è davvero impensabile vivere a quelle condizioni. Crescere dei figli che vivano di quelle e per quelle convinzioni. Io personalmente non sarei disposta a vivere in una famiglia così allargata. A correre il rischio di vivere sulla lama di un rasoio troppo affilato che basta niente e ti trovi con tagli davvero profondi, a volte anche impossibili da far rimarginare. Eppure capisco cosa possa spingere una donna a seguire l’uomo che ama, a rischiare la vita per lui, a seguire uno stile di vita poco “normale”. Posso capire perché una ragazza come Kendall decida di seguire uno come Bullet. Il sentirsi parte di una famiglia, di un gruppo di persone che ti accettano per ciò che sei, senza volerti per forza cambiare. La sensazione di sentirsi amata e protetta. Tutti sentimenti che ogni donna dovrebbe provare accanto all’uomo che ama o all’interno della propria famiglia ma che spesso, purtroppo, non è così.
Perché questo sarai tu, la mia patch cucita sul cuore, per sempre.
Solo una postilla per l’autrice: dimmi che prima o poi scriverai anche la storia di Rebel e FBI, please. Non vedo l’ora di leggere le scintille che scateneranno quei due...
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