Voi non potete immaginare quanto aspettavo l’uscita di questo nuovo libro della serie Il mostro nei suoi occhi. Il primo libro (che trovate la recensione qui) mi era piaciuto molto e, anche questo secondo volume non è stato da meno.
Come sempre, per le recensioni di libri che fanno parte di una serie, informo in merito all’allerta SPOILER riguardanti il libro precedente.
“Tre persone possono tenere un segreto, solo se due di loro sono morte”.
Con la fine de Il mostro nei tuoi occhi avevamo lasciato una Karissa innamorata di un Naz che aveva svelato il suo buio, il mostro nascosto dentro di sé. Karissa aveva solo intravisto quanta notte ci fosse dentro di lui ma, alla fine, ha dovuto accettare il suo vero essere. Non approva ciò che fa per vivere, non approva il suo modo di risolvere i problemi, ma Naz è stato chiaro fin da subito sulla persona che è veramente e Karissa deve imparare a farsene una ragione. Dopo che Naz ha ucciso Johnny, Karissa decide di accettare il suo compromesso: tornare a casa con lui pur di lasciar vivere Carmela. Ma in casa Vitale non tira un’aria serena. Come fare a perdonare l’uomo che ha ucciso il padre appena ritrovato? La tensione tra Karissa e Ignazio si taglia col coltello. Uno di quelli con la lama bella affilata. Non si parlano, se non poche parole striminzite, e quando Naz le pone qualche domanda, Karissa risponde giusto a monosillabi. La tentazione di scappare da quella casa è sempre molto forte ma Naz le ha promesso (o minacciato) di cercarla sempre. Per quante volte lei possa provare a scappare, lui la cercherà e la riporterà a casa. SEMPRE. Lei è e sarà sempre sua. Medioevo scansate, insomma.
Quando dentro di te non resta altro che buio, diventa molto più semplice spegnere le luci degli altri.
Karissa ormai passa le sue giornate guardando programmi di cucina, prendendo appunti su appunti e poi prova a mettere in pratica le ricette che si è segnata (oserei dire con scarsissimi risultati). L’altro suo passatempo è quello di portare rancore a Naz. Lei era innamorata di lui, dell’uomo che si è mostrato, del suo lato umano che fa vedere solo e soltanto a lei, ma deve entrare nell’ottica che dietro quella facciata si cela un uomo senz’anima, un uomo vuoto, che non prova alcun rimorso per quello che fa. Un uomo che ha deciso di abbracciare il buio e che non ha intenzione di tornare alla luce del sole. Un uomo che le dichiara amore ma di cui lei non si fida.
E Naz? Lui è consapevole di come la pensa Karissa. Sa che, nel momento in cui ha ucciso Johnny, lei ha iniziato ad odiarlo. Odia lui e il mondo che rappresenta. Eppure lui non può lasciarla andare. Sa che dovrebbe farlo, ma non vuole. Non può. Se Ignazio dovesse perderla, lui ne morirebbe. Già una volta è sopravvissuto alla perdita dell’amore e sa che non riuscirebbe a sopportarlo un’altra volta. Dovesse succedere sa che per lui sarebbe la fine.
Eppure, la loro relazione, ad un certo punto si evolve. Fa un microbissimo passettino avanti. E poi questo passettino diventa un passo, e poi uno dopo l’altro, inizia a prendere il largo. Eppure le difficoltà che trovano sulla loro strada sono davvero tantissime. Ma da qualche parte, lungo quella strada, Naz ritrova una parte di sé. Ritrova il suo lato umano. Lui, l’uomo di ghiaccio, che non prova altro che una scarica di adrenalina dall’uccisione di una persona, inizia a provare rimorso. Un sentimento a lui sconosciuto ma che, solo grazie a Karissa, inizia a sentire.
«Quando ami qualcuno, vuoi il meglio per quella persona, e a volte il meglio non sei tu.»
Parlare e raccontare di questo libro non è affatto semplice. Ho sempre paura di dire quella parola di più che svelerebbe un segreto, un fatto narrato che dovrebbe rimanere celato. In questo secondo volume, come è stato anche per il primo, il cambio di registro è notevole. Quando meno te l’aspetti, succede qualcosa di imprevisto. Qualcosa che ti fa dire “non ci posso credere”, qualcosa di inaspettato che ti lascia col fiato sospeso. Se ne Il mostro nei suoi occhi avevamo la narrazione con il punto di vista di Karissa, con Il tormento della sua anima si passa al punto di vista di Ignazio. Per questo motivo iniziamo a conoscerlo più in profondità . Riusciamo a vedere l'oscurità che alberga nella sua anima e poi, a vedere una piccola luce che da lontano la rischiara. Karissa è questo per lui: la sua luce. Colei che riesce a tirar fuori dal nero più intenso, un colore. Colei che riesce a fargli provare un sentimento che non sia rabbia o rancore. Che gli provoca sentimenti positivi. Che lo fa sentire vivo.
Mi sembra ormai superfluo dire che, per l’ennesima volta, mi sono trovata tra le mani un romanzo che ho divorato. Un romanzo che mi ha tenuta incatenata alla narrazione dalla prima all’ultima pagina. Che mi ha lasciata col fiato sospeso e che mi ha sorpresa pagina dopo pagina.
A questo punto non mi resta altro da fare se non ringraziare la Hope Edizioni per avermi dato la possibilità di leggere questo secondo volume con la speranza di avere tra le mie mani l’ultimo capitolo della trilogia quanto prima...
«Non si può tornare indietro, non puoi cambiare le cose quando ormai sono successe. Non puoi riscrivere la storia. Rimuginarci sopra, chiederti cosa sarebbe potuto andare diversamente, chiederti come sarebbero le cose in un mondo perfetto è uno spreco di tempo. Perché il mondo non è perfetto, la vita non è perfetta, e non lo sarà mai.»
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