Ho fatto una pazzia. Ho usato tutte le opzioni di prenotazione possibili e immaginabili della biblioteca. E, se per alcuni libri, sono in una lunghisssssima lista d’attesa, altri me ne sono già arrivati. Non so bene per quale strana coincidenza astrale tutti questi libri sono thriller. E se vi dicessi che io, in questo periodo, sono in fase rosa?
“È come se la mia vita fosse finita quando lei è scomparsa”, disse Varg, “mi sembra di essere un morto vivente.”
Lelle è il padre di Lina, una ragazza diciasettenne scomparsa da casa ormai da tre estati. Lelle è un insegnante di matematica alla scuola superiore locale che non si è ancora dato per vinto. Il suo obiettivo è trovare la figlia. Per questo, ha percorso in lungo e in largo gli oltre cinquecento chilometri della Via dell’Argento, la strada che si snoda tra le foreste del nord della Svezia fin quasi al confine con la Norvegia. Ma, al momento, senza nessun risultato. Lelle vive in funzione di questo ritrovamento. Tutto gira intorno alla ricerca di Lina. Ormai tutti in paese lo guardano con occhi compassionevoli, ma lui non vuole cedere. La DEVE trovare. A tutti i costi.
Non importava a quale distanza si trasferissero lei e sua madre: i rumori la raggiungevano sempre.
Meja ha solo diciassette anni e ha, alle spalle, una vita fatta di traslochi dell’ultimo minuto. La sua
vita è racchiusa nello zaino che porta sulle spalle. Alla madre non importa che Meja sia a metà
anno scolastico o che si sia appena fatta degli amici, quando decide che è ora di partire, si parte.
Meja è nata a Stoccolma ma in diciassette anni ha cambiato più di trenta indirizzi, per approdare in
quel paesino sperduto lungo la Via dell’Argento che è Glimmersträsk. Qui vive isolata dal mondo
insieme alla madre sempre ubriaca e mezza psicotica, e al suo nuovo compagno.
Meja si sente
sola. Non ha amici, non conosce nessuno e la disperazione di una vita passata al fianco della madre
che non le dà le attenzioni che merita, inizia a farsi sentire. Tutto cambia quando incontra un
ragazzo che le può dare tutto ciò che ha sempre sognato: affetto.
“Lelle, tu meglio di chiunque altro dovresti sapere che facciamo di tutto per i nostri figli. La loro sofferenza diventa subito la nostra. È nell’ordine delle cose, che i genitori proteggano i figli, che lottino per loro, fino all’ultima goccia di sangue se necessario, perché in fin dei conti sono tutto quello che abbiamo.”
Stina Jackson, con Ghiaccio e argento, ci racconta della disperazione di un padre che vede scomparire, di punto in bianco, la propria figlia diciassettenne. Il mondo gli crolla addosso. La sua unica ragione di vita è la disperata ricerca di Lina. Una figlia sicuramente non perfetta, ma che lui ama profondamente, con cui dialoga quando vaga in solitaria per le strade illuminate dal sole di mezzanotte, che vede al suo fianco nelle situazioni più difficili, che lo rimprovera quando si accende una sigaretta dietro l’altra o quando lascia la casa in estremo disordine. Per lui il fatto che tutti abbiano smesso di credere nel suo ritrovamento, è devastante. Lo riempie di rabbia. Il fatto che anche la moglie, ormai ex, si sia rassegnata, si sia rifatta una vita, è un duro colpo al cuore. Eppure non perde mai la speranza. Una speranza flebile, esile, ma che lo spinge ad andare avanti.
“Per avere successo nella vita bisogna avere accanto una persona così. Qualcuno con cui condividere tutto. Solo così si può realizzare qualunque sogno.”
A fare da contrappunto a Lelle troviamo Meja. Lei vive una vita solitaria. Il continuo cambio di indirizzo, il dover vivere con una madre nudista e alcolizzata è penalizzante. Il non poter parlare con nessuno di questa sua situazione è ancora più pesante. Spesso sono intervenuti i servizi sociali ma ormai è arrivata al punto da non credere più in una soluzione a questo problema. Nessuno la vede, nessuno la considera, nessuno la apprezza. Durante le lunghe serate estive, pur di non sentire gli imbarazzanti rumori della madre insieme al suo nuovo compagno, inizia a girovagare per il bosco che circonda la fattoria. Qui si imbatte in un ragazzo, qualcuno che, per la prima volta nella sua vita, le dona le attenzioni di cui sente la necessità e, finalmente, riesce a trovare il suo spazio in una famiglia “normale”.
Forse era per quello che l’amore era pericoloso. Non perché si diventava ciechi, ma perché si decideva di ignorare i segnali di pericolo.
Ultimamente finito un romanzo mi riesce molto difficile iniziarne un altro. Eppure, con Ghiaccio e
argento, una volta passato lo scoglio dell’entrare nell’ottica di un nuovo libro, mi sono fatta
travolgere dalla storia e, fino alla fine, sono rimasta incollata alle sue pagine.
Trovo che l’intreccio
della storia tra Lelle e Meje sia davvero ben orchestrato. Due mondi completamente diversi che si
sfiorano e poi si fondono sapientemente. Due anime sole, disperate, desolate che, in uno scenario
spettacolare come può essere il Nord della Svezia, si incontrano e si aiutano.
Io amo i thriller nordici e, dopo Åsa Larsson, ho fatto davvero fatica a trovare qualcosa che mi
appassionasse così. Ecco, con Stina Jackson, ho sicuramente trovato una valida alternativa.
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