La storia di questo libro è un po’ particolare. Quando è uscito ho letto mille commenti ed ero consapevole che non sarebbe stato un libro semplice da leggere. Ero davvero molto indecisa se prenderlo o meno ma, la mia amica del cuore ha pensato bene di regalarmelo e io non ho certamente potuto esimermi dal prenderlo in mano.
“Credo nel perdono, non nella vendetta. Il Signore in cui credo è buono e compassionevole. E non vedo niente di tutto questo nel Profeta o nei discepoli…”
Il mondo in cui vive Salomè è molto ristretto. Lei è nata e cresciuta in una comune religiosa e non è mai potuta uscire oltre i suoi confini. Segue alla lettera le regole del Profeta David, il capo di questa setta. Le hanno insegnato che il “mondo di fuori” è pericoloso e pieno di insidie e non ha mai pensato di voler vedere al di là di quella recinzione che la divide fisicamente dai peccatori che vivono al di là della rete. Non ha mai avuto contatti con esterni se non un fugace incontro con un bambino quando aveva solo otto anni. Tutte le sue intenzioni cambiano quando, il giorno del suo ventitreesimo compleanno, avviene un evento che la sconvolge nel profondo. Dopo aver visto quanto è successo a sua sorella, decide di scappare. Decide di trovare un varco in quella recinzione e allontanarsi quanto più possibile da quel posto che, fino a quel momento, ha chiamato casa. La fuga da quella “prigione” è tutt’altro che semplice. Ferita e ormai sfinita riesce a raggiungere una strada dove un’automobilista la raccoglie e la lascia davanti ad un cancello. È “approdata”, quasi in fin di vita, davanti alla sede degli Hangmen.
La morte è un cerchio. Presto o tardi tutti incontreremo il traghettatore e pagheremo per ogni cazzata commessa in questa vita.
Styx è il presidente del motor club degli Hades Hangmen. Ha solo ventisei anni ed è molto giovane per quel ruolo che era stato ricoperto dal padre e, prima di lui, dal nonno. È un Prex temuto sia dai suoi “fratelli” che dai suoi nemici. È famoso per la sua capacità di affrontare le situazioni di petto a suon di pugni e tagli incisi con il suo coltello preferito che tiene sempre con sé. Lui è letteralmente cresciuto in quel mondo fatto di sesso, alcool e Harley e non conosce altro mondo al di fuori di quello. Mantenere un equilibrio nel club non è affatto semplice, soprattutto ora che sono in guerra con una banda rivale e il senatore Collins gli sta addosso. Tutto si complica ulteriormente quando Salomè giunge alla loro porta quasi in fin di vita e, se all’inizio Styx cerca di starle alla larga, ben presto si rende conto che non riesce a stare lontano da lei.
Niente era pari alla sensazione di quella sua piccola mano nella mia; neanche lontanamente.
Se da una parte troviamo una Salomè bellissima con lunghi capelli neri, occhi azzurri da lupo e fisico da urlo, dall’altra troviamo un uomo altrettanto bello ma molto rude. Tanto lei è delicata e gentile, tanto lui è un uomo spigoloso e aspro. Anche i mondi in cui vivono non possono essere più diversi: da una parte regole ferree, riti religiosi, indottrinamento all’ennesima potenza e dall’altra violenza e peccato. Le differenze tra Salomè e Styx non possono essere più evidenti eppure qualcosa inspiegabilmente li attrae, li porta a fidarsi l’uno dell’altro.
“Non si può vincere contro il fato, Cain. Adesso lo so. L’universo ha i suoi mezzi per portarti nel luogo a cui appartieni. Da colui a cui dovresti appartenere.”
Mi spiace dovermi ripetere ancora una volta, ma ho divorato anche questo libro (ma che ve lo dico a fare?!). Poco più di ventiquattro ore per prenderlo in mano e farlo mio. Ho trovato alcuni passaggi davvero difficili da digerire, alcuni molto crudi e altri davvero cruenti eppure non sono riuscita a staccarmi dalle sue pagine. Questa autrice ha un modo di scrivere talmente scorrevole, fluido e coinvolgente che anche le descrizioni che più mi hanno colpito come un pugno nello stomaco, quelle che mi hanno lasciato boccheggiante, non mi hanno fermata. Eppure la narrazione non nasconde i fatti, li espone chiaramente e senza tanti giri di parole, senza metafore dietro cui nascondersi.
Ho letto gran parte del libro trattenendo il fiato, alternando dei lunghissimi respiri per recuperare ossigeno per poi rituffarmi sott’acqua. È stato un continuo su e giù di emozioni, di sensazioni positive e negative, di disappunto e sdegno contrapposto alla dolcezza di Salomè. Ho apprezzato molto il suo carattere dolce e tenero opposto alla rudezza di Styx, il suo saper vedere in lui i lati positivi e non solo quelli negativi che sono agli occhi di tutti. Non avevo mai letto nulla di questo genere. Nulla che trattasse di congreghe religiose o di club di motociclisti con affari non proprio legali. Non sono una fanatica di nessun genere eppure penso che il fanatismo, di qualsiasi tipo sia, nasconde un disagio bello grosso. Il sapere che questo libro è ispirato a fatti realmente accaduti in congreghe religiose, mi fa accapponare la pelle. Al pensiero che alcuni uomini possono aver davvero sfruttato il proprio potere sfruttando la vulnerabilità delle donne, mi fa arrabbiare. E il fatto che l’autrice abbia voluto dare la possibilità a queste donne di dire la loro, di essere ascoltate, è stato fantastico.
Chiudo ora la mia recensione con un appello alla casa editrice: ti prego fai uscire presto anche i capitoli successivi di questa serie. Pleaseeeee
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