Save us, Mona Kasten

Era dalla trilogia delle 50 sfumature che non divoravo tre libri in tre giorni. So che posso sembrare una pazza, ma leggere mi aiuta a superare queste giornate difficili e, quando tra le mani ti ritrovi libri tanto intensi e bellissimi, come fare a staccarsene? 

Come sempre, per le serie, avviso che potreste trovare SPOILER relativi ai capitoli precedenti. 


“Ogni persona si merita un mondo pieno di possibilità, ricordi? E se questo è ciò che vorresti fare a tutti i costi, allora dovresti provarci.” 


Save you si è concluso con Ruby sospesa da scuola per delle foto compromettenti. Ora che la sua storia con James era finalmente arrivata ad un punto stabile, il fronte scolastico è in subbuglio. Tutti i suoi sogni di entrare a Oxford sono sul punto di essere infranti. James si sente in colpa per questa situazione e le promette solennemente di aiutarla per uscirne. A complicare le cose, però, c’è la situazione famigliare di James. Ha litigato nuovamente con il padre e, rifiutando il suo incarico alla Beufort, si ritrova praticamente in mezzo ad una strada.

Lydia, nel frattempo, è stata “allontanata” da casa e portata dalla zia materna. Probabilmente il padre pensava potesse essere una punizione ma per lei è sicuramente l’unica nota positiva in una serie di cose negative. La cosa certa è che vivere con Ophelia, che per certi versi le ricorda così tanto la madre, la fa vivere più serenamente.

E sul fronte degli amici di James? Anche Cyril sta passando un brutto momento. Il comportamento del tutto discutibile che ha tenuto nei confronti di Ruby e del professor Sutton è stato decisamente deplorevole e, se pensava di riuscire ad ottenere qualcosa dalle sue azioni, ben presto gli si sono ritorte contro. Alistair e Kesh sono ad un punto morto della loro amicizia e Wren è in piena fase di cambiamenti. Insomma, le cose non vanno benissimo nemmeno a loro. Riusciranno ad uscirne? E, soprattutto, riusciranno a mantenere quel legame speciale che li unisce? 


“Scusa. È solo che non credo che l’amore aspetti paziente il momento giusto. Ti assale alle spalle, proprio quando meno te lo aspetti.”


Arrivata alla fine di questa trilogia ne sento già la mancanza. Spesso mi è capitato in passato, di divorare un libro per sapere come andava a finire la storia e, una volta arrivata alla fine, rimpiangere di non essermelo goduto con più calma. Di non essermelo gustato a pieno.
Anche con questa serie di Mona Kasten è successa la stessa cosa. Se da una parte c’è la voglia di scoprire come si evolve la storia, dall’altra c’è il rimpianto di essere arrivata alla fine e di non poter più leggere di questi ragazzi. Mi ci sono davvero affezionata. E non solo a Ruby e James, che di peripezie ne devono superare tantissime, ma anche a tutta la banda di ragazzi che sono i loro amici.
Voi non potete immaginare quanto mi piacerebbe che questi libri diventassero un film per dar loro un volto, per vederli in carne ed ossa. Durante la lettura mi è capitato di chiudere gli occhi e immaginarmi la scena narrata. Che fosse il ballo di primavera alla Maxton Hall, la festa in onore di Lydia a casa di Ophelia o la partita di lacrosse. Mi sarebbe piaciuto poter entrare nel libro e conoscere personalmente i genitori di Ruby e Ember. Potergli dire quanto li ho ammirati, quanto mi sono piaciuti, quanto mi piacerebbe essere come loro. Mi sarebbe piaciuto anche poter guardare Mortimer Beaufort negli occhi per sputargli in faccia le peggior cose che mi sono venute in mente leggendo di lui e magari tirargli un bel calcio nelle parti basse. Mi sarebbe piaciuto dare la mano a Ruby e dirle quanto l’ho moralmente sostenuta nelle sue scelte, persino quelle più difficili, anche quelle che sai che devi prendere anche se ti faranno soffrire. Avrei voluto conoscere Lydia per poterle dare quell’abbraccio di cui ha tanto bisogno. Avrei guardato James negli occhi e mi sarei complimentata con lui. Gli avrei detto che, nonostante i mille errori che ha fatto e che io personalmente non gli avrei perdonato così facilmente, finalmente è diventato grande, è cresciuto, ha capito cosa vuol dire lottare per qualcuno e qualcosa a cui tieni davvero tanto. E poi avrei guardato tutta la “banda” e gli avrei detto quanto mi sono sentita fiera di loro. 


“Tutti abbiamo qualcosa da raccontare, James.”

Elle

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