! RP ! Tenebre e Ossa, Leigh Bardugo

La sentite quest'aria di novità? Bene, è data da due fattori: il primo è l'uscita di questo libro (ma in quanti lo stavano aspettando?), e il secondo è la presenza su questo blog di una cara amica, autrice di cui divorerei pure la lista della lista: Anna Nicoletto.
Sapevo già che Anna era un'amante della Bardugo e quando mi è stato proposto di leggere questo libro una lampadina mi si è subito accesa: le ho fatto una proposta che non poteva rifiutare! La recensione rientra in un review party, quindi, alla fine di questa, troverete il bannerino con tutti i blog che vi partecipano ;)

Ora non mi resta che lasciarvi alla recensione di Anna... e mi sa che questo libro le è piaciuto...


Avete presente quando aspettate un libro da così tanto tempo, al punto che quando arriva il fatidico momento siete spaccate in due tra cominciarlo e divorarlo subito, oppure tenerlo lì prolungando la possibilità di non bruciarlo in una manciata di ore? Per non parlare dell’entusiasmo folle da una parte e il terrore assoluto che non vi prenda come speravate, dall’altra…

Ecco, Tenebre e Ossa di Leigh Bardugo rientra in entrambi i casi, per un motivo: avevo già letto e amato la duologia di Sei di corvi e Il regno corrotto, le prime uscite italiane di questa talentuosa autrice, che però non sono il punto di partenza del Grishaverse, l’universo narrativo da lei creato (che, appunto, comincia con Tenebre e Ossa, quindi se non avete letto gli altri libri questo è il momento perfetto per salire a bordo). Vi confesso che l’hype per la storia della tanto nominata Alina Starkov, seppur precedente agli avvenimenti di Sei di corvi, era altissimo. Sarà stato ben riposto?


“Ti aspettavo da molto tempo, Alina. Io e te cambieremo il mondo.”
Risi nervosamente. “Non sono il genere di persona che cambia il mondo.”
“Aspetta e vedrai” mormorò lui e quando mi guardò con quegli occhi grigio quarzo, il mio cuore ebbe un sussulto.


Alina Starkov è un’orfana. Apprendista cartografa dell’esercito, non ha nessuna ambizione particolare se non quella di sopravvivere alla guerra che la sua nazione, Ravka, sta affrontando, e magari anche tentare di farsi passare l’innamoramento per Mal, il suo migliore amico, orfano con il quale è cresciuta e che sembra non considerarla proprio in quel senso. A Ravka, una sorta di Russia settecentesca, un tempo potente e ora in rovina, esistono due eserciti: il Primo Esercito, quello “ufficiale” del Re, dove Alina e Mal sono arruolati, e il Secondo Esercito, composto da Grisha, fondamentalmente delle persone con abilità soprannaturali dalla nascita, legate agli elementi fisici, atmosferici e fisiologici. I Grisha sono ammirati da un lato e temuti dall’altro, e ogni abitante di Ravka in giovane età viene sottoposto al “test” per capire se possiede o meno abilità magiche. Ovviamente sia Mal sia Alina non hanno passato il test: loro sono dei semplici orfani che stanno crescendo e stanno compiendo ora i primi passi nel mondo “adulto”. È nel momento in cui Alina e Mal devono attraversare la Faglia d’Ombra, una porzione di Ravka colpita dalla magia, molto pericolosa e infestata da creature soprannaturali, che cambia tutto. Per la prima volta nella sua vita, Alina Starkov si sente dire da qualcuno che non è affatto insignificante come credeva: lei è una Grisha che nasconde un presunto potere enorme. Piccolo e non trascurabile dettaglio: glielo dice l’essere più potente di Ravka e di tutte le altre nazioni, l’Oscuro, un Grisha dall’aspetto seducente e una personalità che è tutta un enigma. L’Oscuro sembra avere una particolare predilezione per Alina, e non solo perché i loro poteri sono squisitamente complementari…


“Se ti dicessi che sto cercando di salvare il mondo, mi crederesti?”


Come avrete intuito, Tenebre e Ossa è un fantasy sul filone del “chosen one”, l’eroe, il prescelto di turno che deve intraprendere un cammino di scoperta di sé e crescita per sconfiggere il “male” e salvare tutti (ricordo che il libro è stato pubblicato nel 2012, inserendosi nel folto filone di fantasy Young adult del periodo). Ma quindi si tratta davvero dell’ennesimo fantasy con la protagonista “non sapevo di essere super potente”, che si trova all’improvviso divisa tra il bravo ragazzo che conosce da una vita e una controparte maschile oscura (qui di nome e di fatto) ma molto, molto affascinante? Assolutamente no.

Se da un lato la struttura della storia è tradizionale, con pochi personaggi in scena, un’unica voce narrante che ci parla al presente (per cui per forza di cose la narrazione resta perennemente incentrata sulla protagonista) e un susseguirsi molto lineare delle vicende, dall’altro Leigh Bardugo già con questo suo libro, il primo che ha scritto, riesce a distinguersi. E lo fa prendendo delle scelte di trama, e nella costruzione dei personaggi principali, che la allontanano dai cliché a cui la narrativa fantasy YA del 2010piùomenoqualcosa ci aveva abituato, piazzando pochi colpi di scena, ma molto efficaci, che ribaltano la situazione e costringono chi legge a interrogarsi sulla propria capacità di giudizio e a spasimare per sapere cosa accadrà dopo. Ho apprezzato davvero molto la trama che la Bardugo ha intessuto sotto il naso della protagonista, e anche il mio. L’ho trovata una perfetta base per i prossimi due volumi della trilogia.

Avendo già letto altro della Bardugo, scritto in seguito, mi sento in dovere di dire che nei libri successivi è palese la crescita dell’autrice sia stilisticamente, sia nella strutturazione dei personaggi e nella complessità della trama. Sei di corvi è un libro più “studiato”, ha personaggi più complessi e anche lo stile è maturato. Ma a Tenebre e Ossa riconosco una qualità preziosissima: si sente tutta la passione, genuina e potente, che l’autrice ha riversato nella storia. È un libro che arriva al lettore di pancia, meno filtrato da un sacco di cose fighissime, ma più cervellotiche, che sono presenti nella duologia di Sei di corvi. Oltretutto già da Tenebre e Ossa traspare tutto il potenziale del mondo narrativo, dato da una pluralità di nazioni che pescano da culture esistenti diverse e vengono arricchite con particolarità fantastiche. Chapeau alla Bardugo per l’inventiva.

Essendo il primo romanzo di una trilogia, ovviamente finisce con un cliffhanger e – serve specificarlo? – spero davvero che la Mondadori porti prestissimo anche gli altri due titoli in Italia. 

Anche perché, insomma, è in cantiere una serie per Netflix tratta da questi libri, non possiamo mica arrivarci impreparati, no?

Elle

YOU MIGHT ALSO LIKE

Nessun commento:

Posta un commento