Ottobre si è aperto con l'uscita di un romanzo moooolto atteso non solo da me, ma anche dalle tante lettrici che seguono (nel mio caso, perseguitano) Patrisha Mar.
Della Mar ho letto quasi tutti i suoi titoli, quindi potevo mica farmi mancare l'ultimo?
E infatti eccomi qui a presentarvi Un’inguaribile pasticciona.

Protagonista di questo romanzo è Patrizia. Già nel leggere il nome scelto un sorriso nasce spontaneo. Protagonista e autrice condividono lo stesso nome e chissà quanto della Mar c’è in Patrizia. Autobiografia? Conoscendo un pochino l’autrice, tante volte e con estrema facilità, riuscivo ad immaginarmi la protagonista con la sua stessa voce e con lo stesso modo di fare. Quindi mi sa che sì, c’è molto dell’autrice in questo personaggio… 

Dicevamo, la protagonista è Patrizia, donna che pian pianino si avvicina ai trenta, dal carattere spiritoso e dalla battuta pronta in tasca. Ha un bel corpo morbido, un viso che, ahimè, non valorizza, ma non si fa, in realtà, troppi problemi per il modo in cui si presenta. 

Vivo e mi gusto ogni istante, perché questa vita è la mia e la adoro.

Alla fine della fiera, ciò che mi ha trasmesso la sua maniera di porsi mi ha fatto capire che lei il suo corpo lo accetta così com’è, tant’è che se provate a portarle via un dolce, ecco, state attenti alla vostra vita - e io la capisco.
Non ha un lavoro fisso, al momento fa la babysitter ad una bimba di quasi due anni che adora e questo lavoretto le permette di guadagnare quel minimo indispensabile per sopravvivere.

Mentre un giorno è al parco con la piccola incontra lui, l’Adone, l’uomo della sua vita. Lo vede e, nella sua testa, lui è già il padre dei suoi figli (a me è successa una cosa del genere con Chris Pratt). A rovinare questa bellissima scena (quella che di solito al cinema si vede al rallenty) è proprio la piccola bambina, che decide di vomitare addosso alla nostra povera Patty. 

Ho collezionato così tante brutte figure che potrei scriverci un saggio: Come sopravvivere alle proprie gaffe senza la necessità di sotterrarsi. 

Dovete sapere che Patrizia è particolarmente dedita alle brutte figure.
Vomiti addosso, lampioni presi in testa, sedute rovesciate: dove Patrizia va, lì, di sicuro, succede qualche casino. Ma è proprio grazie a questi piccoli incidenti che l’Adone, che da ora in poi chiameremo Paolo (perché così di fatto si chiama), la noterà e comincerà a provare una naturale simpatia per quell’essere goffo e autorironico. 

Paolo… Paolo è un gran pezzo d’uomo. Paolo è l’uomo che ci voltiamo a guardare mentre siamo per strada. Quello dal fascino indiscusso e dalla vita apparentemente perfetta e facile. Ma si sa che non è tutto oro ciò che luccica e quindi tutta questa parvenza paradisiaca nasconde in realtà una vita privata in crisi. Si trova ad un bivio: continuare con una relazione stabile in cui non è felice ma ci si può, eventualmente, adattare, oppure svoltare, cambiare completamente, lasciare il passato alle spalle e via con una nuova esistenza, un nuovo Paolo, aria fresca. 

Quando una relazione si disintegra genera dei mostri, i mostri del dubbio e dell’incertezza.

Prendere una decisione richiede coraggio, tanto coraggio, ma la vita, molte volte, ti offre le risposte nella maniera più semplice possibile. Le risposte possono celarsi in persone che fanno parte della nostra vita da sempre, oppure, al contrario, in persone che arrivano all’improvviso, inaspettate, e portano quella ventata di imprevedibilità che davvero non ci aspettavamo.

Patrizia è così. Patrizia arriva al momento giusto nella vita di Paolo. Accorgersi però del bene che abbiamo attorno non è per niente facile, quindi, quando Paolo si accorgerà di come potrebbe rivoluzionare la sua vita, ecco che il momento, quell’occasione fugace, se ne va.
Ma esistono le seconde possibilità? É possibile rimediare agli sbagli commessi?

Quando un romanzo tocca qualche corda nascosta, vuol dire che merita di essere letto. 

Ammetto che all’inizio ho avuto molta difficoltà nel leggere questo libro. Purtroppo, a noi blogger l’autrice ha mandato una copia ancora un po’ sporca del romanzo. Quindi presentava diversi refusi e imperfezioni che, ad un occhio clinico come il mio, potete capire… (Ma non preoccupatevi, quella che trovate negli store è la versione ripulita e riordinata ;) ) Ho avuto difficoltà anche perché inizialmente il libro, come si suol dire, “non mi prendeva”. Non ci potevo far niente. Lo leggevo e, invece che sorridere, cadevo in depressione. Ma ho perseverato perché, figuriamoci, la conosco la Mar, so di cosa è capace la Mar, non ritengo possibile l’idea che ci sia un libro brutto della Mar!
E allora ho continuato e continuato e ho capito cosa, per me, ha funzionato e cosa non ha funzionato.

Ciò che nel romanzo regge benissimo è la parte dialogata. I discorsi tra i protagonisti (tanto i principali quanto i secondari) sono accattivanti: trovo lì la parte divertente del libro. Nei dialoghi ho ritrovato la Mar a cui sono abituata. C’è però il rovescio della medaglia: se la parte dialogata è quella che funziona, tutto il resto l’ho trovato carente. La parte descrittiva prevedeva molte ripetizioni, il continuo rimarcare la taglia indossata da Patrizia, quel chiamare costantemente Paolo l’Adone. 

Una volta realizzata questa cosa ho capito perché all’inizio ho avuto difficoltà: la parte iniziale è molto descrittiva ma, una volta arrivati i primi scambi di battute tra Paolo e Patrizia posso assicurarvi che Un’inguaribile pasticciona ingrana la marcia. 

Quando una relazione è una trappola, non è più amore ma sconfitta. 

Questo sarà il mio libro preferito di Patrisha Mar? No, mi spiace, Il tempo delle seconde possibilità mantiene la sua prima posizione. Un’inguaribile pasticciona è un libro molto diverso da quelli a cui la Mar mi ha generalmente abituata. È molto più (passatemi il termine) leggero, spensierato, senza troppe pretese. Rientra perfettamente nella categoria rosa e se siete amanti del genere questo romanzo è proprio quello che fa per voi.