Questo mese è abbastanza impegnativo per me. Sia dal punto di vista personale che per il blog. Un sacco di nuove uscite e, soprattutto, un sacco di Review Party. Mi ero ripromessa di non prendere ulteriori impegni ma, quando ho letto la trama di questo libro non ho saputo tirarmi indietro. Non ce l’ho proprio fatta. Mi sono fatta incuriosire e posso solo dire una cosa: ho fatto un gran bene a cedere.

“Ho paura perché, ogni volta che è nei paraggi, non ho più paura. Mi sento al sicuro. Essere vicino a lui è come se fosse la cosa più naturale del mondo.”

Kamilla ha solo ventitré anni e duecentocinquantatré stelline in un barattolo. Queste stelline sono le sue più grandi paure. Paure con cui convive fin da quando ha memoria. La sua vita è fatta di fughe e di terrore. Addirittura non ricorda un momento della sua vita senza aver provato paura per qualcosa. O di qualcuno. A sostenerla in questo difficile percorso ha due meravigliosi angeli custodi: Angel e Dom, i suoi migliori amici. Anche loro stanno scappando da una vita che gli ha messo più e più volte i bastoni tra le ruote, una vita che invece di donare amore ha regalato traumi. Traumi diversi dai suoi, ma pur sempre di traumi si parla.

Kami è una ragazza molto bella, non di quelle bellezze appariscenti, ma delicata ed esotica. È intelligente, sveglia e non vuole legami di sorta. Non vuole permettere alle persone di avvicinarsi troppo, di riuscire a vedere ciò che si nasconde dietro quel muro eretto a suon di schiaffi (morali e non). Non appena le cose si fanno più serie, ecco che scappa a gambe levate. Le uniche persone che riesce a tollerare nella sua vita e che la vedono per ciò che è veramente sono giusto Angel e Dom.

Potrei dire che Kami vive con una gamba ben oltre quel famoso baratro. Basta davvero un soffio di vento per farla cadere nel vuoto. E lei non ha più né la voglia e nemmeno la forza per contrastare questo vento. Ma, quando incontra Blaine, è come se questo vento iniziasse a tirare verso la terra, verso qualcosa a cui può davvero aggrapparsi.

“Non devi avere paura di cadere. Chiudi gli occhi, lasciati andare, e sappi che sarò sempre qui con le braccia aperte, pronto ad afferrarti.”

Blaine è bellissimo, pieno di piercing e tatuaggi. È giovane, eppure ha una sensibilità esagerata. È il proprietario del Dive, il bar dove Kami ha trovato lavoro come barista. Anche lui, nel suo passato, ha avuto tante cadute, tanta sofferenza e tante difficoltà da superare ma non sono sicuramente paragonabili a quelle di Kamilla. La vita gli ha insegnato a guardare oltre i muri che le persone si costruiscono attorno e, soprattutto, a dire sempre ciò che pensa. Il suo essere sempre così diretto è destabilizzante non solo per Kam, ma anche per me.

Quando Blaine vede Kamilla per la prima volta ne rimane folgorato, non riesce a staccarle gli occhi di dosso e lo stesso succede a Kam. L’attrazione tra loro è palpabile. E, per quanto Kamilla cerchi di tenere Blaine a debita distanza, qualcosa in lui la attira inesorabilmente. Per lui prova dei sentimenti contrastanti: se da una parte vorrebbe tenerlo a distanza, dall’altra l’interesse che suscita in lei non glielo permette. Kami sa che proprio per questo motivo deve avere paura di lui.

“Credo sia giusto ricordare le cose importanti, per quanto possano sembrare brutte. Se una volta ti hanno fatto provare qualcosa, se il loro ricordo ti causa una qualche sorta di emozione, allora meritano di essere riconosciute.”

Ho fatto bene a trovare un piccolo spiraglio tra i mille impegni quotidiani per riuscire a leggere questo bellissimo romanzo. Mi ha letteralmente devastata, eppure non sono riuscita a smettere di leggerlo. Il tema trattato, come avrete capito, è la violenza in tutte le sue forme. Ed è davvero un grosso boccone amaro da mandar giù, eppure non ho mai sentito l’esigenza di dover prendere le distanze. L’argomento è affrontato davvero in maniera superba. Con tatto e sensibilità. Non so se è l’autrice stessa ad aver provato sulla propria pelle l’esperienza di quanto raccontato o se è qualcuno a lei caro, ma i sentimenti provati da Kam sono descritti in modo eccezionale. Si percepisce che si ispira a fatti realmente accaduti. Le sue paure, il modo in cui affronta la vita, come reagisce a certi stimoli sono talmente realistici che sembra di poterli vedere.

“Blaine, la parte più spaventosa dell’amore non è l’amore stesso. È il lasciarsi andare e buttarsi nell’ignoto, affidare a qualcuno la parte più importante del tuo cuore. È permettere a te stesso di sentire qualcosa di strano e inesplorato, nonostante ti terrorizzi. La parte spaventosa non è amarti, Blaine. Quella è la parte semplice. È abbandonarsi all’amore.”

Come avrete dedotto, ho adorato questo libro. Anche se mi è sembrato di aver infilato il cuore in un tritacarne, una volta arrivata alla fine era di nuovo, magicamente, tutto intero e ancora più palpitante di prima. Quanto ho adorato il libro, tanto ho amato il protagonista maschile. Ditemi che Blaine esiste per davvero, ve ne prego. Ditemi che non esiste solo sulla carta. Io lo voglio conoscere un uomo come lui. E non ditemi che l’ho idealizzato troppo. Lui c’è sempre stato per Kami. Anche nei momenti più difficili non si è mai mosso da lì. È sempre stato presente per lei, al suo fianco, a sostenerla e a consolarla. A incitarla per farla reagire a certe situazioni piuttosto che ad asciugarle le lacrime nei momenti peggiori.

“Meriti di essere felice, Kam.”

So che Paura di cadere fa parte di una serie di autoconclusivi. Quindi vi prego, vi scongiuro, vi supplico: ditemi che il secondo volume avrà come protagonista Dom. Potrei diventare la donna più felice su questa terra!
Superfluo dire che non vedo l’ora di poter leggere ancora questa fantastica autrice...