Antica madre, Valerio Massimo Manfredi

Da quando hanno riaperto lo scambio interbibliotecario mi sono fatta prendere un po’ la mano. Ho esaurito tutte le prenotazioni possibili e ora che mi stanno arrivando i libri a frotte mi sento un po’ sotto pressione. Forse – e dico FORSE – anche stavolta mi sono fatta prendere dagli “acquisti” compulsivi.


La libertà non ha prezzo. Gli uomini degni di questo nome muoiono per la libertà: per la propria e per quella degli altri.


Siamo in Numidia nel 62 d.c. Il centurione Furio Voreno è a capo di un drappello di soldati che sta tornando verso Roma con al seguito animali feroci che finiranno nelle arene per i combattimenti. Il carico più prezioso, però, è una donna. Una selvaggia con la pelle scurissima e dei bellissimi occhi verdi. Una ragazza a cui nessuno si avvicina perché letale quanto la pantera nera che viaggia sul carro poco più avanti. Furio Voreno ne rimane affascinato. È letteralmente attratto da questa donna seminuda che porta con fierezza un medaglione al collo.

Arrivati a Roma, però, Varea attrae ben altri occhi. Quelli dell’imperatore Nerone che la vuole per sé. Le cose, però, non vanno come sperato e l’imperatore la manda a combattere nelle arene. Qui Varea deve combattere contro uomini possenti e animali feroci. Per sottrarla al suo destino Voreno ottiene il permesso di portarla con sé come guida in una spedizione ai confini del mondo da loro conosciuto. Devono andare a cercare la sorgente del Nilo. E sarà proprio durante questo viaggio che Varea spiegherà a Voreno qual è il suo destino. Un destino al quale non può sottrarsi.


“Io invece ti amo”

“E che significa?”

“Se lei è felice tu sei felice. Se lei è triste tu sei triste. Se lei è lontana il tuo cuore piange.”


Voreno è un uomo adulto, intelligente, che ha vissuto anni nel rigore dell’esercito. È abituato a eseguire qualsiasi ordine arrivi dall’alto. Per lui innamorarsi di Varea è una cosa inverosimile, incredibile. Finché un amico non gliel’ha fatto notare, non si era nemmeno reso conto di amarla. Varea, invece, è poco più di una ragazza. Ha un’aurea di magia attorno a sé. È selvaggia, indomita. È anche intelligente, tanto da imparare una lingua che non conosce in poco tempo. Anche lei si sta innamorando di Furio Voreno ma sa che il suo destino è un altro. Sa che non potrebbe mai tradire il suo popolo, la sua tradizione, il suo futuro, ,per l’uomo che ama.


“Mi chiedo dove sono cadute le gocce di pioggia che ora lambiscono i miei piedi; da quale nube sono cadute. E dove andranno, quando viaggeranno per giungere al mare.”


Io che sono cresciuta a pane, Harmony e Wilbur Smith, ho amato le parti avventuriere di Antica Madre. Vedere il mondo occidentale attraverso gli occhi di Varea è stato affascinante. Così come la descrizione attraverso gli occhi di Voreno della foresta, con i suoi colori vividi. Il racconto degli animali feroci, dei serpenti, delle scimmie. La narrazione dei Monti della Luna, delle cascate, del deserto. Un panorama che oggi è impensabile trovare ancora. Ho apprezzato anche il legame tra Voreno e Varea. Un legame che li unisce ma che li porta indissolubilmente a dividerli. Un enorme segreto che pesa sul loro possibile futuro. Tanto mi è piaciuta questa parte, tanto ho trovato noiosa la parte storica. Ho fatto davvero fatica a leggere del rapporto tra Voreno e Subrio Flavo. Del legame che li porta a fare una scelta difficile. Una scelta che una volta fatta sarà determinante per il futuro. Quel legame che hanno costruito insieme per anni e che, in nome di questa amicizia, si è disposti ad andare contro tutti i propri princìpi. Princìpi che da sempre si sono seguiti ciecamente.

E poi, a fare da sfondo a tutto ciò, una storia che si protrae da sempre. La storia di cosa si fa per il potere, per la gloria. Un potere che si rincorre lasciando dietro di sé terrore e ingiustizie. Che si insegue indifferenti alla morte e alla distruzione.


“Le donne sono la forza delle femmine ancestrali, creano la vita che amano, noi la morte di cui abbiamo terrore.”

Elle

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