Il maestro di Auschwitz, Otto B Kraus

Quando ho prenotato questo libro in biblioteca non era ancora arrivato il lockdown. Poi, tutto si รจ fermato e anche lo scambio interbibliotecario ha subรฌto uno stop. Ora che tutto si รจ sbloccato mi รจ arrivato il libro di cui vi parlo oggi. Un libro che non รจ proprio “da sotto l’ombrellone” ma che, nonostante tutto, mi ha tenuto compagnia durante questo weekend al lago (si legga: lo leggevo con una famiglia di tedeschi alle mie spalle, ma vabbรจ). 

Avevo gli incubi ma, quando mi svegliavo nel mio pagliericcio, i sogni impallidivano di fronte agli orrori della realtร  

Alex Ehren รจ un giovane ebreo che vive a Praga, dove รจ stato deportato nel ghetto insieme alla sua famiglia. Giร  vivere nel ghetto voleva dire seguire regole stringenti. Niente piรน scuola, nessun concerto, nessuna possibilitร  nemmeno di fare visita agli amici che vivono fuori dal ghetto. Ma una volta arrivato ad Auschwitz, le regole da seguire diventano ancora piรน ferree. Il lungo viaggio che da Praga lo ha portato al campo di concentramento รจ stato duro. Dover viaggiare in piedi in un carro bestiame, non avere da bere o da mangiare, non avere un bagno appartato, sono privazioni inimmaginabili. E dopo il viaggio dover sostenere la marcia verso il campo, passare la selezione, essere smistato in un blocco dove il lavoro ti sfianca giorno dopo giorno. Fortunatamente dopo poco tempo Alex viene spostato al Blocco 31, il blocco dei bambini. Qui la vita non รจ piรน semplice, ma garantisce dei privilegi che agli altri non spettano. Le porzioni di cibo sono leggermente piรน abbondanti, i pacchi che arrivano a destinatari defunti vengono “regalati” al blocco e quindi, anche se la fame รจ comunque una costante, non รจ piรน un chiodo fisso. 

Perchรฉ, nella schiavitรน del campo, gli internati possedevano una libertร  di cui nessuno avrebbe mai potuto derubarli: la libertร  dei sogni. 

Vivere al Blocco 31 ha un che di surreale. Principalmente perchรฉ Alex Ehren e i suoi colleghi non possono insegnare ai bambini. L’insegnamento รจ proibito. Insegnare delle materie quali la geografia, la storia o la matematica รจ severamente vietato e insegnarle รจ pericoloso. Eppure gli insegnanti sfidano giornalmente il sistema. Insegnano ai bambini a leggere, a scrivere poesie, a cantare o a disegnare su pezzi di carta da riciclo sottratti di nascosto. รˆ inverosimile che dei bambini che non ricordano come sia fatto un uccello, lo possano disegnare, lo possano imitare con dei passi di danza. Eppure la loro fantasia non ha limiti e si avvicinano quanto piรน possibile alla realtร . E, forse, proprio questo senso di irrealtร , questo essere al di fuori del sistema del campo, regala ad Alex e agli altri maestri, quella forza necessaria per non cadere nella depressione, per non lasciarsi andare, per combattere giorno dopo giorno contro un nemico che li vuole schiacciare. 

“Tutti sono esposti alla morte” … “ma alcuni si rifiutano di prenderne atto. La gente accumula denaro, dipinge quadri, scrive poesie o compone musica come fossero rimedi per non morire. Sono degli sciocchi, perchรฉ nulla ti protegge dalla morte. Anche il piรน miserabile dei giorni vale la pena di essere vissuto.” 

Leggere di Alex Ehren, di Dezo Kovac, di Lisa Pomnenka, di Fabian e di tutti i bambini che hanno vissuto per quei lunghi mesi nel Blocco 31 mi ha fatto stringere il cuore. Bambini di etร  diverse, dai piรน piccoli in etร  da asilo ai piรน grandi ormai adolescenti, che convivono giornalmente con la morte e che non ne hanno paura. Che la vedono sotto i loro occhi, che la vivono, e che la combattono con la loro spensieratezza. Che sanno mantenere un segreto anche se non sanno che lo รจ. Che seguono le regole senza porsi domande. Che riescono a vedere la bellezza nel guardare un fiore che cresce. Bambini di nazionalitร  diverse, che parlano lingue diverse, ma accomunati dal ritmo di una canzone. 

Forse, nella foga di scrivere questa recensione, ho dimenticato di dire che questo libro รจ tratto da una storia vera. I nomi sono stati modificati per non urtare la sensibilitร  delle persone o dei parenti di coloro che veramente hanno vissuto nel Blocco 31 insieme ad Alex. Alex Ehren che teneva un diario su fogli riciclati e che, prima di lasciare il campo ha avvolto nella tela cerata, in un pezzo di carta bitumata, per poi nasconderlo in un buco scavato sotto la sua cuccetta. 

Usavano armi diverse e lottavano su molti fronti, contro la paura, lo sporco, la fame e i parassiti. Non combattevano perchรฉ erano coraggiosi, ben addestrati o guidati da un condottiero. Combattevano perchรฉ era l’unica cosa che potevano fare. Il Blocco e la parete dipinta erano le loro El Alamein, Stalingrado e le pianure della Crimea. 

Leggere questo libro รจ stato come aggiungere un ulteriore ed ennesimo tassello ad un periodo storico davvero nefasto. Non รจ stato semplice arrivare alla fine, non perchรฉ si parli di fatti particolarmente crudi o duri, ma semplicemente perchรฉ si parla di bambini e della forza che hanno dato ai loro insegnanti. Una forza che deriva principalmente dal senso di responsabilitร . La responsabilitร  di rendere migliori i giorni della loro vita. Di renderli piรน vivibili. Piรน spensierati. Perchรฉ nonostante le brutture che li circondano possano vedere la vita con occhi innocenti. 

La vita รจ un dono immenso, un miracolo di miracoli, squisito e unico e concesso soltanto una volta. Il suo calvario, il degrado, e persino i piccoli condannati a morire prima del tempo, non erano lรฌ per nulla; i bambini non erano nati invano e avevano un’importanza incredibile, perchรฉ per il solo fatto di essere esistiti lasciavano un’impronta nell’universo. Perciรฒ era di estrema importanza il modo in cui essi usavano il dono della vita, perchรฉ ogni pensiero, ogni parola, ogni azione e persino il respiro che usciva dalle loro bocche sarebbero rimasti indelebilmente incastonati nell’abisso del tempo a venire. 
La sua vita, come quella di qualunque uomo, albero o roccia, era legata in una catena e di conseguenza aveva un’importanza tangibile, infinita e cosmica.

Elle

Nessun commento:

Posta un commento