
Io regalavo sorrisi, attimi di
spensieratezza e divertimento, una cura blanda per il malumore, per allontanare
dalla mente dei piccoli la sgradevole sensazione di trovarsi in un letto
d’ospedale puzzolente di antisettico anzichĂ© nelle loro camerette profumate di
casa e famiglia.
Virginia è alle soglie dei trenta e, dopo una cocente
delusione d’amore, ha deciso che dagli uomini non vuole altro se non incontri
senza sentimento. Prende quello che vuole e poi “grazie tante e arrivederci”.
Nessuno, al momento, è riuscito a far breccia nella sua corazza e la sua vita è
incentrata sul suo lavoro di clown in un ospedale pediatrico di Londra. La sua
missione è far sorridere i bambini meno fortunati, quelli piĂ¹ malati, quelli
che devono passare molto tempo in ospedale. Qui nasconde la sua vera identitĂ
dietro un naso di spugna rosso e i disegni colorati sul viso. In ospedale si fa
chiamare (S)Miley, proprio come quei sorrisi che nascono spontanei sui visi dei
bambini. Ginny è una bella ragazza ma
non di quelle appariscenti. Ăˆ introversa, timida, spesso passa inosservata. Ha
un gran cuore e, vivere insieme a tutti quei bambini, la fa stare bene.
Sorrisi di nuovo a tutta
quell’innocenza e desiderai avere i suoi occhi solo per un attimo, solo per un
poco, solo per tornare a guardare il mondo come se fossi un bambino la cui
realtà fa meno schifo rispetto a quando si è adulti.
Nick vive in funzione del figlio. Un figlio che è stato
abbandonato dalla madre quando era ancora molto piccolo e che Nick ha deciso di
crescere da solo. Per suo figlio ha deciso di lasciare il teatro, la sua piĂ¹
grande passione. Ăˆ riuscito a ricostruirsi una vita lontano dal palcoscenico,
una vita difficile per un ragazzo padre, una vita piena di responsabilitĂ .
Anche Nick ha subito una cocente delusione d’amore, proprio grazie alla mamma
di Nathan. Nick è un bell’uomo e le donne non gli mancano. Il suo socio, nonchĂ©
miglior amico, David, lo istiga a darsi da fare, a non tirarsi indietro davanti
ad una donna che gli si propone. Ma anche Nick porta una corazza dietro cui si
nasconde. Una corazza che nasconde il suo dolore di essere solo a crescere un
bambino di sei anni.
Solo un sorriso puĂ² abbattere un
broncio, solo un sorriso puĂ² cancellare la tristezza da un volto e sciogliere
il gelo nel cuore, solo un sorriso poteva guarire Nathan.
Nathan. Che dire di lui. Nathan mi ha fatto nascere un senso
di protezione. Nathan è un bambino sensibile ma che manifesta il suo disagio
con azioni spesso troppo eccessive. All’ennesima marachella a scuola Nick
decide di portare il figlio in ospedale dalla zia Summer. Lì passerà i
pomeriggi insieme ai bambini meno fortunati di lui. Il rapportarsi con questi
bambini apporta in lui un cambiamento repentino. Questo cambiamento non è
frutto solo dei bambini come Jonas, ma soprattutto di (S)Miley, che riesce a
coinvolgerlo nelle sue attivitĂ quotidiane al punto da strappargli un sorriso
sincero.
Tutti e tre i protagonisti di “Regalami un sorriso” hanno
subìto una delusione e, tutti e tre, si nascondono dietro ad una maschera, una
corazza. Ma, una volta tolta la maschera, cosa rimane? Un animo ferito che ha
bisogno di tornare a sorridere, di tornare a provare amore. Un amore che nasce
anche quando non si vuole, anche quando si è convinti di non meritarselo. Anche
quando si è sicuri che si puĂ² benissimo vivere senza.
Ricorda che una persona è felice solo
quando cerca di esserlo, solo quando
combatte per la sua felicitĂ , solo quando fa di tutto per continuare a
sorridere e tu continui a regalare sorrisi al prossimo ma non ne tieni mai uno
tutto per te.
I libri che avevo letto di Antonella Maggio erano molto piĂ¹
leggeri di questo. Qui l’ho trovata in una veste piĂ¹ adulta, piĂ¹ profonda. Sono
entrata subito in sintonia con Nick e Ginny e ho adorato il piccolo Nathan. Un
bambino che nasconde i suoi veri sentimenti dietro atteggiamenti da ribelle ma
che, non appena gli si rivolgono le giuste attenzioni, torna ad essere il
bambino spensierato che dev’essere a quell’etĂ . Un bambino che non ha paura di
mostrare i suoi sentimenti. E che li manifesta in modo semplice e spontaneo.
Gli adulti che lo circondano, invece, si nascondono dietro parole che non
pensano, dietro atteggiamenti che dicono una cosa mentre, in realtĂ , ne
avrebbero voluto dire un’altra completamente diversa. Ed è solo quando si
tolgono la maschera ed espongono i veri sentimenti che esce il loro vero essere.
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