Quando dicevo che avevo un libro che da tempo mi guardava con
occhi languidi non intendevo propriamente questo libro. Grip è quel
famoso romanzo ma, ho scoperto solo pochi giorni fa, che esiste un prequel. Ed
è proprio Flow.
“Di che colore sei?”
…
“Tu, Bristol, sei un dannato prisma”.
Bristol è la sorella gemella di Rhyson, un talentuoso
pianista. I due fratelli non si vedono da ben cinque anni, da quando Rhyson si
è emancipato dalla famiglia per trasferirsi a Los Angeles dallo zio. Bristol
non ha vissuto molto bene questo allontanamento. Si è sentita completamente
rifiutata dal fratello che non l’ha più cercata. Chi fa il primo passo è sempre
e solo Bristol. Lei che lo chiama, lei che gli manda messaggi e lei che decide
di lasciare New York durante le vacanze primaverili per andare a trovarlo
dall’altra parte dello stato. Bristol è cresciuta in una famiglia non
propriamente “normale” (in fondo quante si possono chiamare così?). È stata
cresciuta da babysitter e terapeuti. Per qualsiasi problema infantile, esisteva
la terapia. Ed è andata avanti così fintanto che è diventata grande e ha avuto
il coraggio di opporsi alla madre. È una bellissima ragazza ed è una molto
testarda. Sta studiando alla Columbia per poter diventare una manager, e chi lo
sa!, magari la manager di suo fratello. Cinque ore di aereo e cinque anni di
separazione e Rhyson non è potuto andare a prenderla in aeroporto. Ha mandato
il suo amico Grip.
Non mi importa di che colore sia la
ragazza. Mi piace il colore dell’intelligenza, la tonalità della simpatia, e
l’essere sexy è la mia sfumatura preferita.
Grip è un bel ragazzone di colore che la madre ha cercato di
tenere quanto più possibile lontano dai guai. Crescere nel suo quartiere e
avere la pelle nera non è stato assolutamente facile. E nemmeno andare in una
scuola dall’altra parte della città lo è stato. Ma la School of Arts gli ha
dato una possibilità di sopravvivere. Ha dovuto imparare a essere sé stesso in
mondi completamente diversi dal suo. Qui ha conosciuto nuovi amici, tra cui
Rhyson, che è diventato il suo migliore amico e, più propriamente, un fratello.
Grip da grande vorrebbe fare il cantante hip-hop ma le sue canzoni non sono
farcite di parolacce e luoghi comuni. Le sue canzoni sono come poesie ma con un
ritmo diverso. Al momento, pur di sopravvivere, fa lavori umili come fare le
pulizie, fare il deejay nei locali e qualsiasi lavoretto che gli permetta di
raggranellare qualche soldo per mantenersi da solo. È cresciuto solo con la
madre, e di lei non si sa molto, ma me la immagino come un sergente in
gonnella. Me la vedo con uno sguardo fiero e truce mentre cerca di tenere
in riga un ragazzo di quindici – sedici anni. A Grip è le ragazze non mancano di sicuro. Le
cambia come cambierebbe le mutande, e ho già detto tutto.
Noi ci conosciamo. Non in termini di
ore o giorni, ma di qualcosa di più profondo. Qualcosa di più elementare. Non
posso negarlo, ma non ho idea di cosa farci.
Quando Grip e Bristol si incontrano e iniziano a
conoscersi l’attrazione tra loro è palpabile. Entrambi sanno che non potrà
esserci nulla tra loro. Bristol ha due anni di college davanti a sé dall’altra parte del paese e Grip sa che con una ragazza come lei non può
permettersi di comportarsi come con tutte le altre. È la sorella del suo
migliore amico e la rispetta davvero molto. Sa che se nascerà qualcosa tra loro
è perché lui si assumerà tutte le responsabilità che una ragazza come lei
merita.
Abbiamo solo una vita, ma è piena di
seconde possibilità.
Questo prequel non è lunghissimo eppure l’ho divorato e avrei
voluto fosse di molte più pagine. La Ryan ha un modo di scrivere che ti
coinvolge subito, fin dalla prima pagina. Ho trovato palpabile la loro
tensione, l’elettricità che scorre tra di loro. Ho trovato verosimile il loro
incontro, lo svolgimento della storia e, arrivata al finale, ho DOVUTO prendere
in mano subito Grip, non ce l’ho fatta ad aspettare. Ho avuto il bisogno
di sapere come proseguiva la loro storia, di sapere quale futuro ha riservato per loro
l’autrice. Già adoro Grip (mascalzone!) e mi sono affezionata a Bristol (mi
raccomando, tienilo sulla corda!) e so già che sarà uno di quei libri che
mi terranno compagnia in qualsiasi momento libero della mia giornata.
Cosa pensi che siano i sogni se non
piani che facciamo basandoci su cose che non sono ancora accadute?
Nessun commento:
Posta un commento