Più forte di ogni addio, Enrico Galiano

Il mio colpo di fulmine letterario ha colpito ancora. Di Enrico Galiano avevo già letto Eppure cadiamo felici (recensione qui) e Tutta la vita che vuoi (recensione qui) libri che avevo, inutile dirlo, divorato con molta ingordigia.
Quando leggo più di un libro dello stesso autore ho sempre paura, quando mi ritrovo davanti ad un testo nuovo, di rimanere delusa. Alla fine basta poco: basta non entrare in empatia con il protagonista, trovare l’ambientazione poco adatta, o i dialoghi assurdi.
Quindi, quando tra le mani ho preso Più forte di ogni addio ci sono andata cauta e con timore ho iniziato a leggerlo. Più lo leggevo e più mi dicevo “Se dovessi sottolineare tutte le parti che mi piacciono il libro sarebbe una linea continua”.
Enrico Galiano, di nuovo, non mi ha delusa anzi, se possibile, mi ha fatta innamorare ancora di più.
Con Più forte di ogni addio si è superato, ha puntato l’asticella ancora più in alto e, io te lo dico Enrico, so che sta per uscire un tuo nuovo libro. Se fossi in te me la starei facendo sotto!

“Avevo detto tante volte a mio papà ti voglio bene, tutti i giorni glielo dicevo, era diventato nel tempo quasi come un dirsi ciao, ed era vero che gli volevo bene, ma non gli avevo mai detto quello che provavo per lui. Le parole precise.”
“E quali erano?”
“Che il mondo sarebbe stato solo notte, senza di lui.”

Protagonisti di questo romanzo sono Michele e Nina, due adolescenti diametralmente opposti.
Michele è un ragazzo rinato, cinque anni fa, quando di anni ne aveva tredici. A causa di un incidente ha perso la vista e ha visto il suo sogno di diventare un giorno portiere professionista sfumare nel buio. E il buio è tutto ciò che lo circonda adesso. È un ragazzo che ha saputo rialzarsi, affinare tutti gli altri sensi e che, soprattutto, non sopporta essere compatito.
Nina è una ragazza difficile, molto chiusa in sé stessa e in sé stessa racchiude mille e più emozioni. Nina è una ragazza orchidea, una ragazza che non solo è capace di empatizzare con l’altro ma, è qui che compare il rovescio della medaglia, Nina sente anche quando non vorrebbe sentire. Sente tanto il dolore quanto la felicità, tutto in versione amplificata, e si porta dentro queste emozioni a lungo, non passano, non le scivolano addosso. Nina non vuole essere orchidea e sta lavorando per diventare soffione, quel fiore che con un alito di vento si lascia andare, svanisce, vola via. Il suo piano procede bene fino a quando non conosce Michele. Da lì la svolta.

“La verità è che le cose bisogna dirsele, non basta farle capire, quando provi qualcosa per qualcuno devi andare lì e dirglielo, con la voce, forte e chiaro, perché tu pensi che ci sarà sempre tempo ma non è vero, arriva un momento in cui semplicemente non puoi più, è troppo tardi, e troppo tardi…”
“Troppo tardi?”
“Troppo tardi non è mai un bel posto dove stare.”

Michele conosce, e poi riconosce, Nina attraverso il suo profumo. Una mattina, mentre sale sul treno che lo porta a scuola, al suo naso arriva l’odore di lei e ne rimane folgorato e così, da quel primo giorno, ogni giorno successivo andrà alla ricerca di quel profumo, finché una mattina, finalmente, i due si parlano.
Per dodici minuti al giorno i due si fanno domande su domande, senza nemmeno dirsi ciao, partono subito con quesiti, curiosi di conoscersi. Michele prende poi coraggio e invita Nina ad uscire con lui.

Michele percepisce che c’è qualcosa che non va in quella ragazza di cui si sta pian pianino innamorando ed è la stessa Nina, in un dialogo con Flo, la tatuatrice da cui va a tatuarsi l’ennesima croce, a dirci che nasconde un segreto grande, enorme, capace di far soffrire terribilmente qualcuno.
Ecco, diciamo che l’effetto suspence viene bruciato fin da subito. Basta essere un minimo svegli per capire quale sia questo famigerato segreto però devo dire che ho vissuto il libro con l’ansia del sapere, o meglio, di capire come Nina avrebbe rivelato questo suo segreto a Michele.

Tutti possono guardarmi ma ti giuro, oggi è stata la prima volta che qualcuno mi ha vista davvero.
Tu, che sei cieco, sei la prima persona che mi ha vista davvero.

Ho amato questo libro con tutta me stessa. Come vi ho detto fin dall’inizio della recensione, con Più forte di ogni addio Enrico Galiano si supera, crea un qualcosa di unico, emozionante, indimenticabile e davvero diverso dai suoi romanzi precedenti. Crea un qualcosa che mi porterò per lungo tempo nel cuore. Sono passati diversi giorni, forse settimane, da che ho chiuso il libro e Michele e Nina sono ancora lì che circolano liberi tra testa e cuore…

Elle

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