Il barbaro di Roma, Adele Vieri Castellano

Il mio innamoramento per questa serie è iniziato tanti anni fa quando, per caso, ho acquistato Destino d’amore e Cuore nemico. Ai tempi non ero ancora entrata nel mondo dei blog e non stavo attenta alle uscite delle mie scrittrici preferite. Lo scorso anno mi sono imbattuta nell’uscita di La vendetta del serpente e, quindi, ho “dovuto” andare a recuperare i libri che mi ero lasciata indietro. Da quel momento ho deciso di non perdermi alcuna uscita di questa autrice.

Pur nella più grande sofferenza, nessuno può portar via la tua umanità perché è in mano agli dèi, la si può solo nascondere per il tempo che occorre.

Nei libri che precedono questo avevamo già incontrato sia Giulia Urgulania che Raganhar di Gerlach. Avevamo già assistito anche all’attrazione che li spingeva l’uno verso l’altro ma, li avevamo lasciati con Giulia in fuga da Alessandria d’Egitto sulla sua bireme Calypso. Sono passati anni da quel giorno in cui Raganhar ha visto la nave di Giulia lasciare il porto, dal giorno in cui Giulia è scappata lasciandolo senza un saluto, senza una parola di addio. Giulia è scappata perché aveva paura di soffrire per amore. Un amore davvero difficile. Lei è una bellissima nobile donna romana, ricca, che amministra con intelligenza i suoi beni. È indipendente e può fare praticamente ciò che vuole. Lui, invece, è un principe germano che ha lasciato la sua terra natale per diventare un vero romano. Si è arruolato nell’esercito e ora è prefetto della vessillazione della Legio III Gallica. Lui è un uomo attraente che crede fermamente in ciò che fa. È diventato a tutti gli effetti un vero romano anche se le sue origini sono molto distanti da questo mondo. Darebbe la vita per la sua patria, per i suoi amici e per la sua legione.

“La vita puoi comprenderla solo guardando al passato e bisogna viverla rivolti al futuro.”

Il fato ha portato Giulia ad Aphrodisias. Nel suo lungo peregrinare in lungo e in largo per il regno per accumulare ricchezze alla fine è arrivata proprio lì, ai confini del regno. È ospite di Tessandro, un ricco mercante che le fa una corte serrata ma, a cui non vuole cedere. Qualcosa le dice che Tessandro non è la persona giusta per lei. Questo ricco mercante, però, traffica gladiatori, uomini comprati per combattere nelle arene. Poco più di un corpo che deve combattere contro suoi simili, o contro animali feroci, pur di sopravvivere. Uno di questi è la Bestia. Una persona che non ha più nulla di umano. Nulla rimane del guerriero che era una volta. L’unica cosa che lo mantiene vivo è la rabbia. Una rabbia accecante che gli fa gridare vendetta verso coloro che lo hanno tradito.

In quell’arena affollata Giulia capisce che non importa quanto tempo sia passato dall’ultima volta che l’ha visto. Non importa quante miglia ha percorso per arrivare proprio lì. Non importa quanto abbia sofferto o debba ancora soffrire. Lei ha una missione da portare a termine. E la deve portare a termine a qualsiasi costo.

Aveva sofferto tanto per amore, ma dopo tanto tempo aveva capito che l’amore non si pretende, si dona e si riceve, e resistergli o incaponirsi è credere che ci sia solo il passato. Lasciar andare è sapere che c’è un futuro.

In questo libro non troviamo l’amore travolgente della giovinezza, ma l’amore consapevole dell’età adulta. Troviamo una donna non più giovanissima, con qualche ruga sulla fronte e tante ferite profonde nel cuore. Giulia non è più la ragazza impulsiva che era un tempo. Ora è capace di affrontare scelte difficili, di non farsi sopraffare dalle emozioni e di non soccombere a queste. Troviamo un uomo che si fa guidare solo ed esclusivamente dalla rabbia, dal rancore, dalla vendetta. È un uomo distrutto, che ha sofferto ma che vuole sopravvivere per portare a termine la sua missione. In lui non c’è più nulla dell’uomo che era. In lui troviamo solo una bestia con istinti primordiali.
Anche l’amicizia è un punto su cui l’autrice insiste molto. Amicizie sincere, vere. Amicizie per cui si fa di tutto, per le quali daresti anche la vita. Per le quali ti fai un po’ odiare pur di far aprire gli occhi. Pur di far capire qual è la strada giusta da seguire per raggiungere la felicità.

“Un uomo gira tutto il mondo in cerca di quello che gli occorre, poi torna a casa e lo trova.”

Ogni volta che leggo un libro di Adele Vieri Castellano mi aspetto sempre qualcosa di più e, sinceramente, non vengo mai delusa. I libri di questa serie non sono facilissimi da leggere. Sono, giustamente, molto contestualizzati e il linguaggio non è sempre facile ma, nonostante questo, l’autrice mi ha fatto riscoprire il piacere di leggere testi ambientati in un periodo storico diverso da quello attuale. Mi ha fatto un po’ appassionare a quella storia ormai lontana che non mi è mai piaciuta particolarmente. Le descrizioni sono molto dettagliate, molto particolareggiate. Ancora adesso, dovessi chiudere gli occhi, riuscirei a figurarmi la Calypso che solca il mare in tempesta. Riuscirei a sentire il caldo afoso di Roma e i suoi odori. Potrei immaginarmi le ville di questi nobili, con le piscine e i giardini rigogliosi, illuminate da centinaia di fiaccole.

L’epilogo mi lascia intuire che, prima o poi, uscirà un ulteriore capitolo di Roma Caput Mundi e, sicuramente, non me lo perderò. 
Nel frattempo sappiate che, da mesi, giace silente nel mio Kindle Il canto del deserto. Prima o poi arriverà anche il suo momento…

Elle

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