Il tempo per amare ancora, Patrisha Mar

Voglio raccontarvi una storia, la storia di me e di un libro che ho amato tantissimo.
L'ho adorato così tanto che ce l'ho avuta a morte con una casa editrice perché restia a pubblicarlo in versione cartacea. Sì, perché io avevo bisogno di toccarlo, quel libro. Avevo bisogno di averlo fisicamente e di averne in più copie in modo da poterlo regalare alle persone che, ero sicura, se ne sarebbero innamorate quanto me.
La sua versione ebook esce in estate. Mi dico "Bene, almeno tre-quattro regali di Natale sono pronti!". Invece no, perché nemmeno a Natale uscì la sua versione cartacea.
Finalmente, a ridosso del Salone del Libro dell'anno successivo, il libro fisico vede la luce. Alla buon'ora! Ovviamente l'ho subito fatto mio e, hallelujah hallelujah, ho potuto regalarlo.
Quel libro era Il tempo delle seconde possibilità e Il tempo per amare ancora è il suo seguito spin off. Preciso subito: i due libri possono essere letti singolarmente in quanto, entrambi, sono autoconclusivi! Se il primo libro è stato pubblicato con una casa editrice, Il tempo per amare ancora, invece, vede il ritorno al self di Patrisha Mar. Ne approfitto per farle un in bocca al lupo immenso (daje!!)

L'ambientazione è la stessa, di nuovo ci ritroviamo in Irlanda (e che Irlanda!) ma, se i protagonisti del primo romanzo erano Cat e Stefano, questa volta come attori principali abbiamo Kieran, migliore amico di Cat, e Noreen.

Quando tocchi il fondo hai solo due opzioni: iniziare a scavare e andare ancora più a fondo, o arrampicarti e riportarti in superficie. Io ho scelto me stesso, ho scelto di scalare la mia montagna personale e ce lʼho fatta. Ognuno ha i propri demoni annidati dentro di sé, ma ha anche la forza per sconfiggerli.

Di Kieran sappiamo già qualcosa grazie a Il tempo delle seconde possibilità. Sappiamo che è un padre single, ha un figlio, Kallum, di cinque anni, e si dedica anima e corpo alla terra ereditata dal padre, per sostenere sua madre, il figlio e sé stesso. Kieran è un uomo distrutto; la moglie ha lasciato lui e il figlio dall'oggi al domani senza dire una parola. Lei si è tranquillamente rifatta una vita e non si fa mai sentire. Kieran era innamorato perso della moglie, credeva fermamente nella loro storia e la partenza di lei l'ha lasciato completamente spiazzato. Riversa il suo amore in suo figlio, il suo orgoglio, un bambino costretto a crescere troppo in fretta e che più volte si dimostra più maturo rispetto alla sua età. Kallum è un piccolo ometto delizioso, impossibile non affezionarsi al suo personaggio.

[...] Un amore a senso unico può essere terribilmente crudele. La costanza di un sentimento non nutrito era solo fonte di incommensurabile sofferenza.

Noreen abita nella fattoria confinante a quella di Kieran. Ama i cavalli con tutta sé stessa e adora ciò che fa.
I cavalli non sono l'unica cosa che ama, infatti Noreen è da sempre innamorata di Kieran, e quando dico sempre intendo sempre!
Da piccola si è trasferita in quella tenuta e fin dal primo sguardo si è innamorata di quel ragazzino dall'aria semplice che poi è diventato l'uomo tanto duro con sé stesso quanto fragile.
Kieran vede in Noreen la ragazzina di un tempo, non si rende conto che quella ragazza non è più una marmocchia, come si diverte a chiamarla, ma è diventata una donna, una donna vera, cresciuta tanto nello spirito quanto nel fisico.
Quando se ne accorge però tutto cambia. A Noreen non sembra vero, lei che per anni ha scritto nel suo diario dell'amore che provava per Kieran, finalmente vede il suo sogno diventare realtà.
Ma si sa, ogni amore ha il suo ostacolo e il primo è dato dalla comunità in cui vivono.
Nel paese piccolo la gente mormora, ed è ciò che faranno le malelingue quando scopriranno dei due (che di fatto non si sono mai nascosti - perché l'amore non è una cosa che va nascosta). Ricordiamo che Kieran è separato ma non ha ancora ottenuto il divorzio, quindi agli occhi dei più bigotti, lui è semplicemente Kieran, un uomo sposato.

Rinunciare ai propri sogni richiede sempre più coraggio di quanto ce ne voglia per inseguirli.

Come dice il buon Tiziano Ferro, l'amore non è una cosa semplice ma se c'è una cosa di cui Kieran e Noreen sono sicuri è che l'amore è sicuramente una cosa per cui vale la pena combattere.

Le battaglie, vi avviso, non saranno poche e la coppia sarà messa davvero in seria difficoltà e i tentennamenti saranno tanti, così tanti che più volte l'aria di rottura si fa sentire, perché se ami davvero qualcuno devi essere anche capace di lasciarlo andare. Anche questa è una forma d'amore, una forma d'amore che richiede tantissimo coraggio.

Un giorno quelli sarebbero rimasti solo ricordi dolorosi ma lontani, incapaci di fare ulteriori danni. Le macerie sarebbero diventate nuove fondamenta su cui costruire. Il tempo sarebbe stato la cura, la soluzione, la speranza che il meglio doveva ancora arrivare.

Come vi ho detto all'inizio di questa recensione, con questo libro ritorniamo in Irlanda e, come col libro che precede questo, anche qui la Mar ha eccelso con la descrizione dell'ambiente. Vedevo vividamente ogni singolo luogo, sentivo il vento sfiorarmi, il profumo del mare e toccavo con mano il bancone del pub che tutta la cittadina frequenta. Ho cavalcato insieme a Kieran e Noreen, ho partecipato con loro al mercato e sono andata, con infinito affetto, a trovare Cat al faro.

In principio sono stata messa in difficoltà a causa della somiglianza dei protagonisti con quelli di Quando l'amore fa volare; anche lì la protagonista femminile era da sempre innamorata persa del protagonista maschile che, da canto suo, non si era mai accorto della quota rosa. Poi però, complice la perfetta descrizione di ciò che faceva da contorno a Kieran e Noreen, mi sono completamente scordata di Virginia e Alessandro e mi sono lasciata inglobare in maniera totalitaria dai due irlandesi.
Insomma, Patrisha Mar è tornata al self e ci è ritornata col botto!

La felicità era un dono elargito dalla vita con parsimonia e per questo era più preziosa. Bisognava essere abbastanza bravi da riconoscerla, da viverla nel momento stesso in cui si realizzava, perché poi fuggiva via, effimera come le gocce che scivolavano sul vetro.

Elle

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