Closer, Corinne Michaels, Melanie Harlow

Quanto può l’orgoglio rovinarci la vita e mettere in difficoltà i rapporti?
Questo è ciò che mi chiedevo costantemente mentre leggevo Closer e la risposta è stata una: tanto.
L’orgoglio, se estremizzato, distrugge noi e ciò che ci circonda. Ci priva delle cose belle, ci isola. Detta in parole povere, ci fa male.
Arriva quindi un momento della vita in cui però bisogna seppellire l’ascia di guerra, bisogna farlo per forza, bisogna mettere da parte questo lato del proprio carattere, ingoiare mille rospi e affrontare la situazione per il bene nostro e, soprattutto, per quello degli altri.

Ian è la benzina e io il fiammifero: quando entriamo in collisione potremmo generare un incendio boschivo.

Questo è ciò che dovranno fare Ian e London. I due si conoscono da sempre in quanto la sorella di Ian, Sabrina, e London sono migliori amiche fin dall’infanzia.
Tra i due ai tempi era successo qualcosa di importante, o almeno London la pensava così. Lei si concede a lui per la prima volta. Ian si dimostra un ragazzo dolce e premuroso fino al mattino dopo, quando London lo vede bullizzarla con i suoi amici.
Ed è qui che entra in gioco l’odio, l’orgoglio, che London si porterà dietro per tutti gli anni successivi.

Il problema è che non sono mai stato alla sua altezza. London è il sole, le stelle, la luce in fondo al tunnel a cui cerco disperatamente di arrivare ma che so che non raggiungerò mai.

La vita però, si sa, spesso e volentieri fa schifo e il buio è sempre dietro l’angolo, e così un tragico incidente si porta via la sorella di Ian, il marito, lasciando orfani i loro tre bambini.
Sabrina nomina come loro tutore Ian, chiedendo a London di aiutarlo in questo difficile compito. Postilla.
Ian è proprietario di un club. È bello, inutile girarci intorno, ed è considerato dai suoi genitori, beh, un totale fallimento. C’è da dire che il locale funziona bene, è sempre pieno di gente ma questo non basta per i genitori per pensare al proprio figlio come ad un uomo di successo.
Potete quindi immaginare la nostra London, rancorosa, mentre deve destreggiarsi tra un Ian impertinente, tre bambini improvvisamente orfani e l’elaborazione del lutto di tutti i protagonisti, principali e secondari.

Ti ho sempre amato. Anche quando ti odiavo, non ho mai smesso di amarti.

Potete provare pure ad immaginare un Ian che nasconde qualcosa sotto la sua facciata spavalda, che un cuore ce l’ha, ed è un cuore spezzato e dispiaciuto.
Ian e London, oltre la dose estrema di orgoglio, hanno in comune la testardaggine, che li porta a litigare un giorno sì e il giorno dopo pure, e che porta noi lettori a volerli prendere a testate continuamente e con particolare violenza.

Anche se hai già il cuore in mille pezzi, non c’è limite a quanto si possa ancora frantumare.

Di questo romanzo avevo letto un po’ di recensioni contrastanti. C’era a chi era piaciuto molto, chi l’aveva invece reputato mediocre, chi invece l’aveva proprio bocciato.
Ecco, io l’ho divorato e la cosa ha stupito pure me. Non riuscivo a staccare gli occhi dal kindle e ci tornavo ogni qualvolta avevo mezzo minuto libero.
La storia dei tre bambini mi ha colpita profondamente e, da madre di tre figli, ne capirete bene il perché.
Non avevo mai letto nulla di queste autrici, così come, al momento, non sono mai riuscita a trovare una pubblicazione della Always Publishing di non mio gradimento: insomma, non sbagliano un colpo.
E così, per non farmi mancare nulla, mi sono messa a spulciare il loro catalogo e, con non poca felicità, ho scoperto che hanno pubblicato già altri due romanzi di una delle due scrittrici di questo romanzo.
Sì, li acquisterò sicuramente ;)

Elle

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