
A volte da
una mente mediocre nascono sorprendenti deduzioni.
Morgana è una donna che ha passato da un po’ i
quarant’anni. È un po’ in carne, dalle forme burrose, che è stata
sposata per tanto tempo con un uomo che chiamarlo tale è un complimento che non
si merita. Suo marito era un farabutto che, invece di proteggerla, si è sempre
accanito contro di lei. Qualsiasi motivo era buono per darle addosso. Morgana
non ha una vita sociale al di fuori di suo marito. Lui la costringeva a casa,
senza alcun contatto con il mondo esterno. La fortuna ha voluto che non
avessero figli perché, probabilmente, avrebbero dovuto subito lo stesso
trattamento. Per amore di Jim ha lasciato l’università senza riuscire a
laurearsi, ha dovuto rinunciare alla sua libertà, alle sue passioni, per poi
ritrovarsi con un uomo violento in casa.
Morgana è una donna sì forte, ma anche molto fragile. Le percosse del marito l’hanno solo piegata e resa paurosa ma, dentro di sé ha una forza d’animo che le permette di andare avanti, di non lasciarsi andare a brutti pensieri. Peccato che questa forza non sia stata sufficiente a darle la spinta per ribellarsi alle ingiustizie di Jim. Una volta rimasta vedova Morgana si è trovata nella condizione di dover uscire dalla tana in cui si è leccata per mesi le ferite e, per prima cosa, ha dovuto trovarsi un lavoro. Il primo lavoro che le viene proposto è da segretaria presso l’ufficio del famoso criminologo Dott. Judah Marshall.
Morgana è una donna sì forte, ma anche molto fragile. Le percosse del marito l’hanno solo piegata e resa paurosa ma, dentro di sé ha una forza d’animo che le permette di andare avanti, di non lasciarsi andare a brutti pensieri. Peccato che questa forza non sia stata sufficiente a darle la spinta per ribellarsi alle ingiustizie di Jim. Una volta rimasta vedova Morgana si è trovata nella condizione di dover uscire dalla tana in cui si è leccata per mesi le ferite e, per prima cosa, ha dovuto trovarsi un lavoro. Il primo lavoro che le viene proposto è da segretaria presso l’ufficio del famoso criminologo Dott. Judah Marshall.
L’uomo
scanzonato, ironico, spesso bizzoso lasciava il posto a un professionista
attento e capace, la concentrazione ferrea nell’agire con gesti sicuri.
Judah è un trentenne di gran bella presenza ma con un
carattere tremendo. Ha sempre da ridire su tutto: dall’abbigliamento di Morgana
al suo modo di comportarsi e questo la mette in soggezione. Se sul lavoro è
impeccabile e preciso nel non tralasciare nemmeno il più piccolo indizio, nella
vita privata è l’esatto opposto. Le donne con cui si intrattiene sono
innumerevoli e con nessuna di queste ha mai raggiunto lo stadio avanzato di
“storia seria”. Caratterialmente è schietto, sfrontato, testardo, zotico, a
volte rasenta la maleducazione ma a suo favore bisogna dire che è molto protettivo
verso Morgana. Solo lui può essere diretto al punto da farla arrabbiare, gli
altri non possono permettersi. In lei riesce a vedere il suo animo ferito e
vuole, mettendo il dito dritto nei suoi punti deboli, far uscire la grinta e il
carattere che nasconde sotto l’aria da sprovveduta. In fondo in fondo, in lei
riesce a vedere sé stesso, quello che era prima di diventare la persona solare
e forte che è adesso.
L’animo umano
è un tortuoso groviglio, la psiche è debole, e spesso sono i fantasmi della
pazzia che guidano le nostre azioni.
Premettendo che mi aspettavo un libro più delicato e
meno erotico, arrivata alla fine non posso dire di non essermi appassionata
alla storia. Proprio per le mie aspettative, all’inizio ho fatto fatica a “digerire”
il fatto che fosse di questo genere. Visti i temi trattati pensavo che la
scrittura fosse più riguardosa nei confronti di quanto passato da Morgana, ma
mi rendo conto che, magari, l’autrice non ha voluto girare attorno al problema
ma affrontarlo a viso aperto.
All’inizio ho mal sopportato il carattere di Judah.
Non sapete quante volte l’ho mandato a quel paese, quante volte, al posto di
Morgana, gli avrei tirato una scarpa in testa (magari uno di quei sandali tacco
dodici che gli piacciono tanto!). Ma poi ho capito la sua posizione e il suo
modo di fare. Ho capito il perché dei suoi comportamenti e l’ho apprezzato un filino
di più.
Mi ha fatto piacere trovare nel libro anche un lato
thriller. Diciamo che, ad un certo punto, ho intuito il finale, ma il fatto che
ci fosse un po’ di suspance, ha ravvivato decisamente una narrazione improntata
prevalentemente sull’attrazione tra i due protagonisti.
Lui era il
peccato, stupendo, superbo, immenso!
Concludo con una precisazione che mi farà guadagnare
l’appellativo di “maestrina” ma che mi sento di dover scrivere. Chiedo
gentilmente all’autrice, o chi per lei, di ricontrollare la punteggiatura.
Spesso durante la lettura mi si è “inceppato” l’occhio e la mente in frasi
troppo lunghe o su virgole che sarebbero dovute essere punti. Questo mi ha dato
“fastidio” e penso che, anche altri, lo possano trovare disturbante.
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