Le nostre prime sette volte, Bianca Marconero

«Mi avevi detto di saper fingere qualsiasi cosa». 
«Questo era prima di conoscerti. Tu sei una bugia che non riesco a dire».

Credo che una delle cose più belle che si possano dire ad un autore, una volta conclusa la lettura di un suo libro, sia "Mi mancano i tuoi personaggi"
Questo è esattamente ciò che ho fatto parlando con Bianca, alcuni giorni dopo aver terminato di leggere Le nostre prime sette volte e, se mi fossi messa a contare quante volte avevo elaborato questo pensiero, indubbiamente avrei superato le sette volte.

Ho il sospetto che Alice aspetti che io prenda una posizione solo per prenderne una diversa.

Alice ed Alessandro, i personaggi principali, se avete letto Non è detto che mi manchi (recensione qui) li conoscete già. Lei è la migliore amica del buon Fosco, mentre lui è cugino di quest'ultimo.
Alessandro è il direttore editoriale di diverse testate, ha ventiquattro anni, è bello come il sole (e forse anche di più), non ha particolarmente voglia di avere una ragazza fissa (ma io ci proverei in tutti i modi) e gli piace prendere parte e dare il via a nuove e intriganti sfide.

Lei è il fiocco di neve che sbilancia tutto e genera le mie valanghe.

Alice è la nemesi di Alessandro. Ama il nero (la amo), è testarda (la amo), determinata (la amo), cocciuta (la amo), schietta (la amo) e alla disperata ricerca di un lavoro. 
Quando le si presenta la possibilità di far parte del team di una rivista teen, pur odiandone il contenuto, accetta senza se e senza ma.

Poco fa lottava per non ridere ma quegli occhi non sembrano appartenere a una persona capace di farlo. Fanno pensare a una barriera di metallo, qualcosa in cui ti rifletti, ma che non puoi proprio penetrare.

Ora lo so, starete già lì a dire "Vabbé, ecco la classica storiella di lei che è una specie di brutto anatroccolo e poi si trasforma in una strafiga e lui si innamora perdutamente, fanno l'amore ogni volta che Barbara d'Urso appare in tivù e fanno tanti, tantissimi, figli insieme".
Bene, prendete 'sto pensiero e infilatevelo nella valigia "schema utilizzato per un qualsiasi libro rosa".

Le nostre prime sette volte è il male assoluto, ma male nel senso di bene. Avrei preso a schiaffi Bianca, così come volevo prenderla a schiaffi dopo aver finito di leggere i due libri della serie dei Maledetti (recensioni qui e qui). 

Questa volta il motivo però era diverso.
Partiamo subito dicendo una cosa: in Un maledetto per sempre mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi, ho pianto più di quanto avessi fatto per la morte di Pix (il mio pesciolino rosso di quando avevo 21 anni) e il cuore me lo ritrovavo a fasi alterne tra la gola e le ovaie.
Ne Le nostre prime sette volte il male è diverso. Nasce e cresce sotto forma di rabbia, tanta rabbia, la stessa che Alice ha difficoltà a trattenere ma che noi sentiamo tutta.
Se all'inizio del romanzo il personaggio di punta, quello "figo da seguire" è Alessandro, senza troppi giri di parole, vi dico che Alice è mia. Alice è la sorella gemella che non ho mai avuto (credo). Avrei voluto urlare al posto suo, prendere a schiaffi quel dio della bellezza e tagliare a pezzettini tutti i suoi capi costosi (oddio, che goduria: una volta l'ho fatto, non era un abito costoso ma, assieme ad una mia amica, ho tagliato una maglietta di un mio ex - è stato terapeutico, ve lo consiglio).

«Mi avevi detto di saper fingere qualsiasi cosa». 
«Questo era prima di conoscerti. Tu sei una bugia che non riesco a dire».

L'attrazione tra Alex e Alice c'è, è innegabile, però, altrettanto innegabile è che esiste un mondo in cui questi due devono confrontarsi e questo mondo gli rema contro. Ma di brutto.
In più, poco sopra, vi ho detto che Alice è testarda. Ecco, pure Alessandro lo è e questa non è una cosa buona...

Alice è sempre più indispensabile, sempre più connessa e sempre più integrata, e allo stesso tempo è una variabile sfuggente. Il nostro è un equilibrio precario. È come se fossimo su una lastra di ghiaccio che si scioglie. Lo spazio si accorcia, siamo costretti a stare più vicini, ci sembra la scelta migliore per la salvezza di entrambi. Ma è come se io sotto sotto sapessi che arriverà un momento in cui in due su quella lastra non ci staremo più. O mi libero di lei, o sarò io a cadere.

Le nostre prime sette volte fa parte di una dilogia il cui seguito, L'ultimo bacio, uscirà tra esattamente un mese, il 15 novembre e io non vedo l'ora.
Sono in crisi di astinenza, ho bisogno di ributtarmi nella scrittura della Marconero, sempre fluida, sempre perfetta, coi giusti intervalli, col giusto ritmo.
In questo romanzo ho ritrovato una caratteristica che già avevo riscontrato ne Un maledetto per sempre: l'essere cinematografico.
Leggevo il testo e vedevo il film: era chiaramente davanti ai miei occhi. Tutto.
E visto che davanti ai miei occhi non ho L'ultimo bacio non mi resta altro che cominciare col conto alla rovescia.
Siamo a -31 giorni. Ce la posso fare.

Elle

1 commento:

  1. Ma è bellissima! Più che bellissima. Tutti coloro che scrivono vorrebbero essere letti da qualcuno così sintonizzato con le loro intenzioni. Grazie perché a te non devo spiegare mai niente. E per tutto il resto <3

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